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Personalità anarchiche
Ancora oggi gli storici dell’anarchismo dibattono a lungo su chi debba essere considerato il primo vero anarchico della storia (escludendo quindi i precursori). Secondo alcuni di questi il primo fu il britannico William Godwin, ma per molti altri tale primato spetterebbe al francese Pierre Joseph Proudhon.
Tuttavia è universalmente riconosciuto a Bakunin il merito di essere stato il primo organizzatore del movimento anarchico; a Stirner e Tolstoj, pur non essendosi mai dichiarati anarchici, di essere stati i teorici dell’anarchismo individualista (Stirner) e di quello pacifista e cristiano-religioso (Tolstoj); a Kropotkin di essere il propugnatore della «propaganda col fatto»; a Cafiero, Fabbri e Makhno di essere stati, pur nelle differenze ideologiche esistenti tra loro, alcuni fra i più importanti teorici del comunismo anarchico; a Louise Michel ed Emma Goldman di aver introdotto la questione femminile nel pensiero anarchico; a Pelloutier e Pouget di aver sviluppato la corrente anarco-sindacalista e sindacalista rivoluzionaria; a Durruti, Ascaso e Jover di esseri stati rivoluzionari integerrimi e figure centrali della rivoluzione spagnola.
Più recentemente alcuni pensatori hanno provato a ridare nuova linfa all'anarchismo, non senza che suscitassero polemiche e critiche interne al movimento. Tra questi possono essere citati Murray Bookchin, Daniel Guerin, Colin Ward e Noam Chomsky.
In Italia il primo anarchico è stato l’eroe risorgimentale Carlo Pisacane (considerato dai più come un semplice patriota, in realtà fu sostenitore del socialismo libertario di chiaro stampo anarchico), ma il più celebre è sicuramente stato Errico Malatesta. Grande importanza nella storia del movimento italiano, per svariati motivi, l'hanno avuta Gaetano Bresci, Pietro Gori, Luigi Galleani, Nella Giacomelli, Camillo Berneri, Giuseppe Pinelli e Pietro Valpreda, Alfredo Maria Bonanno ecc.