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Sessualità

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Eros, dio dell'amore
Con il termine sessualità ci si riferisce ad un aspetto importantissimo del comportamento degli uomini e delle donne (ma il discorso potrebbe essere esteso a tutti gli appartenenti al regno animale), che riguarda gli aspetti psicologici, sociali e culturali del comportamento sessuale umano.

Le enunciazioni degli anarchici su quest’aspetto importante della vita individuale sono state spesso racchiuse nella definizione di amore libero.

Sex & gender

La sessualità è solitamente definita in una maniera congiuntamente legata alle caratteristiche sessuali di ogni individuo, ovvero come quell’«insieme dei caratteri che contraddistinguono un sesso dall’altro». Nell’accezione comune quindi sesso e sessualità sono fattori legati alla fisicità della persona.

Attualmente, soprattutto negli ambiti maggiormente libertari, tale definizione è considerata superata e per questo si preferisce utilizzare il termine gender (genere) anziché sesso.

L'identità di genere (in inglese gender) considera l’"esser uomini" o "donne" non tanto un fatto puramente biologico, quanto piuttosto una questione legata alla psiche di un individuo (per questo motivo, una persona nata per esempio con caratteri sessuali maschili può in realtà sentirsi donna e quindi di fatto esserlo).

L'anarchica Emma Goldman criticò aspramente alcune idee sulla sessualità che circolavano anche negli ambienti anarchici
Pierre Joseph Proudhon, a lui vengono attribuite idee particolarmente misogine

Gli anarchici e la sessualità. L'amore libero

Exquisite-kfind.png Vedi, Amore libero.


L’espressione «amore libero» è stata spesso utilizzata come un vago programma, se non come un motto o uno slogan, il cui significato era tuttavia non realmente chiaro.

L’“amore libero” ha acquisito tanti significati, nel corso del tempo, che difficilmente si può parlare di discorso specificamente anarchico. Per esempio gli anarchici hanno utilizzato il termine amore libero successivamente e simultaneamente come sinonimo d’unione libera, di tolleranza, di neomalthusianesimo, d’alternativa alla famiglia patriarcale, di comunalismo sessuale o del poliamore.

Il punto comune delle diverse posizioni anarchiche sull’amore libero è l’opposizione all’ approccio assolutista sessuale. Il puritanesimo e la morale giudaico-cristiana (approccio assolutista) giudica il sesso come un qualcosa di dannoso per la moralità dell’individuo e per la coesione sociale. Questa visione repressiva della sessualità considera il sesso come facente parte di una natura bestiale e come tale da limitare con una serie di regole morali (eterosessualità, monogamia, matrimonio ecc.) imposta dalle istituzioni (Chiesa e Stato).

Spesso anche anarchici di un certo rilievo hanno accettato questo pensiero. Per esempio, la misoginia e il puritanesimo di Pierre Joseph Proudhon sono leggendarie, così come Michail Bakunin non si è mai pronunciato in maniera chiara sulla questione e la sua vita sessuale fu particolarmente inibita. Pëtr Kropotkin s’interessò soprattutto alla divisione sessuale dei compiti nell’ambito familiare, tanto che Emma Goldman lo rimproverò di non offrire alternative alla morale puritana. La maggior parte dei comunisti libertari e degli anarco-sindacalisti, soprattutto in epoche passate a dire il vero, hanno storicamente parteggiato con le varie correnti socialiste, non solo per l’operaismo e il feticismo del lavoro, ma anche per un puritanesimo che attribuisce alla libertà sessuale una funzione corruttrice tipica della borghesia.

Secondo loro, anche se il discorso va preso in linea generale, la rivoluzione sociale eliminerà alcune "catastrofi sessuali" come la pornografia, la prostituzione e l’immoralità. Sono stati essenzialmente gli individualisti a sviluppare il discorso sulla sessualità e a proporre alternative al moralismo. Bisogna ammettere tuttavia che anche pensatori non anarchici hanno contribuito a sviluppare il concetto dell’amore libero che può essere definito in tre modi: l’approccio pluralista, l’approccio pluralista radicale, l’approccio libertario. [[Immagine:Michel_foucault.jpg|thumb|left|Un giovane Michel Foucault (1955)]]

La sessualità secondo Foucault

Il filosofo francese Michel Foucault ritiene che la sessualità altro non sia che un’elaborazione della modernità e una tecnica di asservimento dei corpi. Molte individualità vedono il sesso soggiogato e represso dal potere (secondo Foucault il Potere va inteso non come un individuo concreto che impartisce ordini e leggi, bensì come un elemento che subdolamente si insinua in ogni aspetto della società [vedi nota]) [1], essenzialmente negando la verità delle naturali pulsioni umane e quindi la manifestazione del proprio modo d'essere. Foucault al contrario descrive il concetto di sessualità come dispositivo costruito e tenuto in vita dal potere stesso:” la sessualità si è costituita come campo di conoscenza a partire da relazioni di potere che l’hanno costituita come oggetto possibile”. Il filosofo francese fa notare che in epoca moderna si assiste non tanto ad un incremento della repressione sessuale, quanto ad una proliferazione dei discorsi aventi come oggetto il sesso, che altro non sono che una certa volontà di sapere. Infatti è proprio tra il XVIII e il XIX secolo che si sviluppa la tendenza a parlare del sesso: nella medicina, nella sociologia, nella demografia, nella psicanalisi, nella psichiatria, nella pedagogia.

I discorsi sul sesso, secondo Foucault, sono controllati attraverso il regime della "confessione" (secondo Foucault ognuno si sentirebbe quasi obbligato a rivelare a se stesso e agli altri ogni elemento affine al sesso), attraverso il quale si è sviluppata una vera e propria scientia sexualis. In questo modo sapere e potere rivelano così la loro realtà, che di fatto rende illusoria tanto l’idea di una ricerca scientifica e obiettiva sulla sessualità, quanto qualsiasi strategia di emancipazione e liberazione sessuale, poiché egli ritiene non esista alcuna dimensione originaria da recuperare. Così la sessualità diventa non solo uno degli elementi principali delle politiche produttive del potere, ma soprattutto uno strumento alla base del quale si sviluppano strategie repressive.

La rivoluzione sessuale di Reich

Lo psicoterapeuta tedesco Wilhelm Reich fu un pioniere della moderna sessuologia e colui che auspicò una vera e propria «rivoluzione sessuale». In piena epoca nazista organizzò in Germania centri di educazione sessuale, in cui sosteneva che l'uomo nasce essenzialmente libero ed orientato alla naturale ricerca del piacere. A questa ricerca naturale gli si contrappongono però i condizionamenti sociali, economici e religiosi che tendono a reprimere o inibire la sua energia vitale, creando blocchi psicologici e fisici che si manifestano con l'irrigidimento della muscolatura (corazza), il rallentamento o arresto della respirazione, ansia ecc.

Reich individuò un nuovo campo scientifico che denominò inizialmente con il termine "sessuo-economia. «Il termine si riferisce al criterio di regolazione dell'energia biologica o, che è lo stesso, dell'economia dell'energie sessuali dell'individuo. Sessuo-economia significa il modo in cui un individuo impiega la propria energia biologica; quanta ne ingorga e quanta ne scarica orgasticamente. I fattori che influenzano questo tipo di regolazione sono di carattere sociologico, psicologico e biologico».[2]

Pur riconoscendo come valido gran parte del lavoro di Marx, egli pensava che non fossero solo le strutture economiche a delineare l'ideologia dominante e l'esistenza delle masse. Reich riconosceva nella sessualità il terreno privilegiato della repressione. Il carattere dell'essere umano d'oggi riproduce una cultura patriarcale autoritaria (portatrice di concetti assolutamente repressivi rispetto alla sessualità, contrariamente alle società gilaniche che invece erano molto libere da questo punto di vista) che si autoreplica principalmente attraverso la famiglia nella società. Attraverso l'organizzazione Sexpol, dal 1927 al 1933 furono applicati in concreto su una base di massa i concetti "sessuo-economici" ("sessuo-politica"). In seguito all'allontanamento da Freud e alla scoperta dell'energia orgonica definibile come un'energia cosmica primordiale (scoperta da reich tra il 1936 e il 1940), lo psicologo tedesco abbandonò il termine sessuo-economia e lo sostituì con l'orgonomia (scienza che studia l'energia orgonica).

La rivolta studentesca del 1968 farà di Reich un punto di riferimento rispetto alla rivoluzione sessuale e alla liberalizzazione dei costumi, divenendo in quel periodo una sorta di "profeta" della gioventù studentesca ed influenzando lo nascita delle culture alternative dei figli dei fiori, degli hippyes, dei movimenti ecologisti, ecc.. Wilhelm Reich coniugò Marx e Freud [3], accusando la classe dominante, oscurantista e borghese, di mantenere lo status quo attraverso la repressione della sessualità. Infatti, per Reich, quei popoli considerati primitivi (società gilaniche), in cui la repressione sessuale è assente, non conoscono la violenza sociale che è invece presente nelle società avanzate occidentali [4]. La rivoluzione sessuale è quindi la premessa necessaria per la vera rivoluzione sociale e l'instaurazione di una società veramente libera.

Con i suoi studi, Reich influenzò profondamente grandu pensatori come Erich Fromm, Theodor Adorno e Herbert Marcuse.

Bibliografia

  • Michel Foucault, La volontà di sapere. Storia della sessualità 1 (1976), Feltrinelli, Milano 1978.
  • Michel Foucault, L'uso dei piaceri. Storia della sessualità 2 (1984), Feltrinelli, Milano 1984.
  • Wilhelm Reich, La teoria dell'orgasmo e altri scritti (tr. Luigi De Marchi e Mary Boyd Higgins, Lerici, Milano 1961; tr. Furio Belfiore, SugarCo, Milano 1969)
  • Wilhelm Reich, La lotta sessuale dei giovani (tr. Nicola Paoli, Samonà e Savelli, Roma 1972)
  • Wilhelm Reich, L'irruzione della morale sessuale coercitiva (1934-1935) (tr. Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1972)
  • L'irruzione della morale sessuale coercitiva (1934-1935) (tr. Maria Luraschi, SugarCo, Milano 1972)
  • Wilhelm Reich, Sessualità e angoscia: un'indagine bioelettrica (1935-1936) (tr. SugarCo, Milano 1983)
  • Wilhelm Reich, La rivoluzione sessuale (1930-1934) (tr. Vittorio Di Giuro, Feltrinelli, Milano 1963; tr. Enrica Albites-Coen e Roberto Massari, Emme emme, Roma 1992)
  • Herbert Marcuse, Eros e civiltà (1955), Einaudi, 2001
  • Emma Goldman, Amore, emancipazione. Tre saggi sulla questione della donna, Ipazia n° 1, Ragusa 1977

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

  1. Per Foucault sapere e potere sono indisgiungibili, in quanto l'esercizio del potere genera nuove forme di sapere e il sapere porta sempre con sè effetti di potere. Per potere però, spiega Foucault, non si deve intendere quello che emana da un soggetto cosciente, un sovrano, e si traduce in leggi positive; si tratta invece del potere impersonale, onnipresente, che non ha dimora fissa, ma opera tramite meccanismi anonimi in ogni anfratto della società. Sotto questa luce, il potere è un insieme di rapporti di forza , diffusi localmente, non riconducibili ad una sola sede e così Foucault contrappone la propria microfisica del potere, mirante all'analisi delle molteplici e diffuse strategie di soggiogamento, alla macrofisica, propria della teoria di Marx, ad esempio, che dà più spazio all'opposizione tra dominatori e dominati. Di fatto, spiega Foucault, si è sempre allo stesso tempo ambo le cose, dominatori e dominati: si potrà essere dominati in fabbrica ma, magari, dominatori in famiglia. Rispetto a questi poteri così decentrati e variamente connessi la resistenza può essere condotta non da un'unica forza organizzata in partito, ma solo in lotte parziali, in una miriade di luoghi da parte di forze mobili e continuamente cangianti. I dispositivi di potere, attuando selezioni e interdizioni, impediscono il libero proliferare dei discorsi e originano una società disciplinare, che trova espressione nelle istituzioni del carcere, dell'ospedale, dell'esercito, della scuola, della fabbrica, dove sono attuate strategie di controllo, anche del corpo, esami, sanzioni. Il potere, però, non ha solo questa funzione spregevole, ma ne ha anche una positiva e apprezzabile: produrre nuovi ambiti di verità e nuovi saperi (tratto da Filosofico.net)
  2. Wilhelm Reich, Pisicologia di massa del fascismo, Einaudi edizioni, 2002
  3. Materialismo dialettico e psicanalisi secondo Wilhelm Reich
  4. Si legga l'articolo Il Leviatano. James DeMeo, Le origini e la diffusione del patrismo in Saharasia

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