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User:Lupo rosso
Indice
Lupo rosso
''A NOI''!!
..... girate girate per per le strade di Livorno, ma nei rioni non potete andare vi son gli Arditi che vi stanno attorno e gli Ardenzini vogliono vendicare ..... ( strofa della canzone del Fronte Unito Arditi del Popolo di Livorno dedicato agli squadristi fascisti )
MORTE AL FASCISMO ! MORTE ALLA MORTE ! MORTE AL DOLOR!
Fino a quando i fascisti continueranno a bruciare le case del popolo, case sacre ai lavoratori, fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli operai, fino a quando continueranno la guerra fratricida gli Arditi d'Italia non potranno con loro aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di macerie fumanti divide fascisti e Arditi
Dichiarazione del compagno tenente Argo Secondari,pluridecotato prima guerra mondiale, all'assemblea degli Arditi del Popolo del 27 giugno 1921, riportata da «Umanità Nova», Roma, 29 giugno 1921
...Ben lontani dal patriottardo pescicanismo,fieri del nostro orgoglio di razza,consci che la nostra Patria e' ovunque siano popoli oppressi: Operai Masse Lavoratrici Arditi d'Italia A NOI! sintesi documento questura Roma 1922 fornito dal solito ed inevitabile spione)
per maggiori informazioni :
Emilio Lussu scriveva che gli .....ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali: avevano maturato una concezione internazionalista in trincea…
Per capire la contraddittorietà , ma anche la sincerità di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani!… Si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata†e nascosta, ma fa pensare… Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell’esperienza Fiumana? E’ semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello†ad un’ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo… Il fascismo aveva, insomma, l’esigenza di appropriarsi di una “storia†altrui, non avendone una propria… da intervista di Ivan Tagiaferri autore di morte alla morte, libro, fra gli altri dell'autore, sulla storia degli Arditi del Popolo
intervista ad Abel Paz Cocciano – Frascati (Roma), 15 novembre 2006
Tu hai scritto che la società perfetta non esisterà mai. Cosa pensi dell’utopia? La perfezione è solo degli artisti [non son d'accordo NdR] , la realtà è tutt’altra cosa. L’unica legge reale che c’è al mondo è la dialettica. Non la dialettica marxista, la dialettica in sé! Perché due forze che si urtano generano un’eco, ma non potrai mai sapere se l’eco è causata dall’una o dall’altra forza, perché è data dalla loro interazione.
L’anarchia è utopia?
Sì. Perché se ci fosse uno Stato Anarchico, gli anarchici sarebbero contro questo stato, per creare una Società Anarchica. Ma se si arrivasse a una Società Anarchica, gli anarchici sarebbero contro questa società , per andare più avanti, più lontano
Perché essere utopici nel 2006, col mondo che va dalla parte opposta? Che senso ha essere anarchici ora?
Perché io sono sempre per lottare, la vita è lotta, se non lotti sei morto. Quindi bisogna andare sempre: più lontano, e più lontano negli ideali ci sono altri ideali. Pietro Gori diceva questo, e anche Errico Malatesta. Tutta la storia dell’anarchismo lo dice. Gli anarchici sono i poeti della storia e il sale della vita; se togli la poesia e il sale, hai ucciso la storia.
intervista ad Abel Paz Cocciano – Frascati (Roma), 15 novembre 2006
Pagine con materiale da consultazione
anarchopedia pagine piu' vecchie per consultazione materiali ed altro
[[1]] ( Arditi del Popolo e BOZZE NUOVI SCRITTI)
[[2]consultazione]
[[3]consultazione#Legione_di_Fiume]
[[4]consultazione/Fiume]
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- [[13]Il_secondo_dopoguerra_e_l.27antifascismo_in_Italia]
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- [[15]Il_secondo_dopoguerra_e_l.27antifascismo_in_Italiasootgagina2]
- [[16]Il_secondo_dopoguerra_e_l.27antifascismo_in_Italiasootgagina3]
- [[17]Il_secondo_dopoguerra_e_l.27antifascismo_in_Italiasootgagina3filmografiaresistenza]
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- [[19]Intrecci_mafia_fascismo_nel_secondo_dopoguerra_ed_altro]
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- [[22]fascismo_corpi_reppresione]
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- [[25]reduci_antifascisti_nella_legione_straniera]
- [[26]partigiani_ed_antifascisti]
[[27]La_Ritirada_consultare_Pietro_Ramella]
[[28]aspettisculturamichelangelo]
FRA LE DUE GUERRE MONDIALI
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- [[32]partigiani_ed_antifascisti]
- [[33]partigiani_ed_antifascistieziotaddei]
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- [[39]mafia_fascismo_agenti_americani_congresso_di_Palermo]
- [[40]Brigate_Bruzzi_Malatesta]
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- [[42]informazioni_mandatemi_da_Pietro_Ramella]
- [[43]antefatti_delle_foibe]
- [[44]Resistenza_da_rimpinguare]
- [[45]sulla_pieta'_Rondanini]
- [[46]famiglie_di_antifascisti]
- [[47]Gruppi_Anarchici_di_Azione_Proletaria]
- [[48]LA_RESISTENZA_PRIMA_DELLA_RESISTENZA]
- antefatti_delle_foibe
da fare
Max Sartin fatto da Lupo Rosso su wikipedia
Ezio Taddei fatto da Lupo Rosso su wikipedia
VIRGILIA D'ANDREA, LA FORMAZIONE POLITICA
Virgilia D'Andrea. Storia di un'anarchica da "Umanità Nova", N. 2, 19 gennaio 2003
Francesco Ginnasi il conte anarchico compagno di Errico Malatesta
Giovanni Mariga , vicecomandante presso la formazione Elio Wockievic , gli venne assegnata medaglia d'oro al VM , rifiutata per correttezza nei confronti dell'ideologia anarchica, nella Brigata Partigiana militava anche Belgrado Pedrini.DA FARE TUTTI
Riccardo Siliprandi miliaziano degli Arditi del Popolo
"Nel 61° anniversario della liberazione dal nazifascismo la F A I reggiana, la F.I.A.P. e l'A.N.P.I. di Reggio Emilia e l'archivio famiglia Berneri hanno voluto rendere omaggio a Riccardo Siliprandi detto Arié, bracciante, sindacalista, anarchico, assassinato da una squadraccia il 5 maggio del 1921, come ritorsione per le sua attività di resistenza alle violenze del fascismo agrario.
Nella piazza di Luzzara, a poca distanza dal luogo dove cadde sotto i colpi dei sicari in camicia nera, una nutrita folla di antifascisti ha ricordato Siliprandi attraverso gli interventi di Luigi Rigazzi, segretario provinciale della F.I.A.P. di Reggio Emilia e di Massimo Franzoni della commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana.
Particolare commozione ha poi suscitato la lettura dei versi dedicati al martire antifascista luzzarese dall'illustre concittadino Cesare Zavattini, "Ricordo di Riccardo Siliprandi
Antonio GramsciBIOGRAFIA SINTETICA
Giuseppe dI Vittoriofilm e miltanza negli Arditi del Popolo e il periodo anarchicoCON LO SGUARDO AL DI LA' DEL FRONTE
Anarchico miliziano antifascista durante la rivoluzione , presumibilmente, secondo alcune fonti, sarebbe la persona che compare nella notissima foto di Robert Capadel miliziano colpito che cade Nato nel Benilloba, Spagna, quando lasciò il luogo natale era conosciuto col soprannome di "Taino" , quinto di sei fratelli di una famiglia povera. Fece l'operaio in un mulino ad Alcoi e fondò la sezione giovanile della Federazione Iberica Gioventù Libertaria FIJL. Entrò nella milizia antifascista dopo il golpe di Franco, combattendo con la Colonna Alcoyana, restando ucciso a Cerro Muriano, circa tredici chilometri a nord di Cordoba ; la veridicità del fatto sarebbe comprovata dalla circostanza che la morte di Federico Borrell GarcÃa sarebbe registrata negli archivi del governo spagnolo alla data che viene data per presunta da coloro che contestano la genuinità della foto di Robert Capa. Richard Whelan nel libro Robert Capa contesta e rintuzza, " logicamente ", tutte le accuse di falso rivolte a Robert Capa sulla foto in questione ,altri autorevoli studiosi affermano che la foto fu un falso costruito in laboratorio comunque sia Federico Borrell GarcÃa‎ fu un miliziano antifascista degno di un lungo necrologio su un giornale anarchico. links per Federico Borrell GarcÃa‎
- Robert Capa e la foto del miliziano antifascista
- articolo da El Pais
- Robert Capa Il grande fotografo di guerra che amava l' avventura, l' etica e il gin da La Repubblica
- Riconoscimento di Richard Whelan
- Federico Borrell GarcÃa su giornale anarchico
- autogestione nella Spagna repubblicanadi Massimo Daviddi
- riferimenti alla Federazione Gioventù Iberica Gioventù Libertaria FIJL
- giornale anarchico dell'epoca che commemora Federico Borell Garcia
- articolo in particolare del giornale anarchico dell'epoca che commemora Federico Borell Garcia
- Robert CAPA Il grande fotografo di guerra che amava l' avventura, l' etica e il gin di Irene Bignardi
anarchici di Castelbolognese
Primo Bassi (1892-1972)
-Antonio Borghesi (1853-1936)
-Armando Borghi (1882-1968)
-Giovanni Capra (1865-1897)
-Arnaldo Cavallazzi (1878-1946)
-Raffaele Cavallazzi (1852-1934)
-Ribelle Cavallazzi (1885-1919)
-Pietro Costa (1900-1982)
-Giovanni Forbicini (1874-1955)
-Nello Garavini (1899-1985)
-Pietro Garavini (1869-1933)
-Giuseppe Guidi (1881-1931)
-Paolo Lama (1872-1949)
-Vincenzo Lama (1866-1961)
-Emma Neri Garavini (1897-1978)
-Antonio Raccagna (1868-1939)
-Giovanni Santandrea (1859-1926)
-Ernesto Luigi Tamburini (1883-?)
-Oreste Zanelli (1885-1944)
"le biografie sono tratte dal Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, voll. I e II; le foto,ove non specificato, sono tratte dai volumi "Castelbolognese nelle immagini del passato" e "Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945)", oppure provengono dall'Archivio Fotografico della Biblioteca Libertaria "A. Borghi"."
biografie uomini illustri di Castelblognese
Links utili
trovati da Utente:Ilaria
articolo di Massimo Ortalli
[http://www.nonluoghi.info/old/berneri.html Camillo Berneri e Carlo Rosselli, vite parallele Contro il totalitarismo: i percorsi dell'anarchico e del liberalsocialista morti in Spagna nel '37]
Il 5 maggio moriva, nelle strade di Barcellona insorta, Camillo Berneri, "l'anarchico più espulso d'Europa", il combattente generoso che aveva dedicato la propria vita militante agli ideali della libertà contro ogni dittatura. Poco più di un mese dopo veniva ucciso a Bagnoles de l'Orne, assieme al fratello Nello, Carlo Rosselli, uno dei più lucidi interpreti di un socialismo liberale e umanitario, che aveva condiviso con l'amico Berneri i momenti più esaltanti della lotta, che finalmente sembrava vittoriosa, della ragione contro la barbarie, della libertà contro il fascismo. Il primo ucciso da un sogno che si era trasformato in incubo, personificato dai carnefici stalinisti che stavano facendo della rivoluzione spagnola la tomba definitiva del progetto libertario; il secondo eliminato dai sicari francesi del fascismo italiano, da un regime che a ragione temeva come nemico fra i nemici il pensiero di giustizia e libertà che animava il combattente antifascista.
Per ricordare questi interpreti del socialismo libertario italiano, e per comprendere appieno i rapporti che intercorsero tra l'anarchismo e il movimento di Giustizia e Libertà , si è tenuto un interessante convegno a Pisa il 3 febbraio scorso, organizzato dalla Biblioteca Franco Serantini con il patrocinio del Comitato Nazionale delle Celebrazioni del Centenario della nascita di Carlo e Nello Rosselli: Carlo Rosselli, Camillo Berneri, la Guerra di Spagna e l'anarchismo iberico. Nonostante l'assenza di Nico Berti (Rosselli e Berneri: due intellettuali contro i totalitarismi) e di Lauro Rossi (Aldo Garosci combattente e storico della guerra di Spagna), la giornata è stata ricca di spunti preziosi per approfondire le conoscenze su alcuni dei momenti più significativi della sinistra italiana del Novecento e per ripercorrere la fitta trama di incontri, contatti ed entusiasmi che videro anarchici e giellisti marciare spesso insieme sia nello smontare il monopolio dell'antifascismo dei partiti socialcomunisti, sia nella comune lotta contro la dittatura fascista e il sollevamento franchista in Spagna.
Dopo le brevi introduzioni di Nicola Terracciano e Carlo Ghirardato, Santi Fedele (Giellisti e anarchici prima della Guerra di Spagna) ha mostrato come la posizione degli anarchici fosse spesso altalenante: da una parte la condivisione degli strumenti di lotta e della spinta volontaristica dei giellisti, l'interesse di Fabbri per le prospettive autogestionarie e libertarie del movimento, il favore di Meschi - ma non di Damiani - per la nascita dei comitati locali rivoluzionari intesi come prodromi della futura organizzazione sociale, l'attenzione all'autonomismo, all'autogoverno popolare, al federalismo: agli elementi portanti, cioè, del progetto liberalsocialista di Rosselli; dall'altra parte la percezione della natura sostanzialmente "borghese" del liberalsocialismo, distante dalla matrice proletaria e materialistica dell'anarchismo italiano, tale da indurre lo stesso Berneri ad evidenziarne le posizioni sostanzialmente conservatrici in senso sociale. Comunque Giustizia e Libertà , che resterà sempre estranea alla Concentrazione antifascista nata a Parigi negli anni Trenta, sarà a lungo l'interlocutore privilegiato degli anarchici soprattutto sul piano dell'azione, e in particolar modo dopo l'uscita su <<Giustizia e Libertà >> dell'articolo di Rosselli Contro lo Stato, salutato da Berneri con grande interesse e favore.
Gianfranco Contu, nel ricordare la folta presenza di volontari sardi fra le brigate internazionali in Spagna (Giellisti e libertari sardi nella guerra civile), spesso ignorata da una storiografia "ufficiale" attenta solo alle ragioni della componente comunista, ha preso spunto dalla ricostruzione delle biografie di alcuni combattenti sardi, come Giacobbe e Martis, per mettere in rilievo il criminale operato poliziesco degli uomini della Ghepeu, operanti in Spagna e impegnati a soffocare ogni voce libera e non allineata sulle posizioni staliniste.
Giuseppe Galzerano (I rapporti tra Rosselli e Berneri: dall'amicizia al confronto politico), dopo aver messo in evidenza il comune e tragico destino dei due, ha illustrato soprattutto i tanti momenti, politici e umani, durante i quali si sono incrociate le loro esistenze, dalla comune formazione alla scuola di Salvemini ai frequenti scambi di idee e opinioni sui giornali dell'epoca, per ricostruire infine i loro ruoli, spesso sovrapposti, durante la breve vita della colonna Ascaso in Aragona. Toccanti il ricordo di come <<Giustizia e Libertà >> e <<Guerra di Classe>> commemorarono sulle rispettive pagine le due drammatiche morti e la ricostruzione della lettera inviata da Garosci a Giovanna Caleffi.
Nella seconda sessione, il primo intervento, come sempre ricco di interesse, è stato quello dello storico e militante della rivoluzione spagnola Abel Paz (L'anarchismo spagnolo e la rivoluzione del luglio 1936) che ha parlato della situazione politica e sociale spagnola alla vigilia della sollevazione franchista e nei primi mesi della rivoluzione. Di fronte al ruolo reazionario della chiesa e della casta militare, espressioni del più profondo oscurantismo, solo la spinta propulsiva degli anarcosindacalisti riuscirà a contrastare, anche grazie alla politica delle alleanze con altre forze proletarie come la UGT, il successo immediato dei golpisti. Senza tralasciare di illustrare le numerose problematiche sorte con la presa del "potere" da parte degli anarchici spagnoli, Paz ha ricordato il progetto di Berneri di concedere l'indipendenza al Marocco, per crearsi nuovi alleati fra le forze nazionaliste arabe. Questo avrebbe messo sicuramente alle corde l'esercito di Franco, ma l'opposizione a qualsiasi concessione agli arabi da parte del colonialismo francese, timoroso delle ripercussioni in Algeria, mandò a monte quella che forse sarebbe stata la mossa vincente della repubblica.
L'atmosfera esaltante che vede Berneri e gli anarchici italiani accorrere per primi da tutta Europa in difesa della rivoluzione spagnola è rivissuta nella bella ricostruzione di Gigi Di Lembo (La sezione italiana della colonna "Ascaso") sull'esperienza della Centuria Malatesta e dei suoi uomini. Berneri giunge in Spagna il 29 luglio, Rosselli, presto seguito da Angeloni, vi giunge ai primi di agosto e il loro lavoro si concretizza nella formazione della prima colonna internazionale. Al momento del suo scioglimento, ne avranno fatto parte circa 500 volontari e numerosi saranno stati i morti e i feriti. Molto note sono le vicende della Colonna, le battaglie combattute (Monte Pelato, Almudevar, Caracascal) e i numerosi episodi di eroismo. Meno noti i dissidi sorti frequentemente fra anarchici, giellisti e volontari di altra appartenenza: dalla necessità sentita da Rosselli di mantenere una certa autonomia dalla CNT ai contrasti sui comitati misti di arruolamento, che si volevano in grado di impedire l'infiltrazione stalinista nella colonna libertaria. Tali contrasti porteranno Rosselli a cedere il comando, ma l'impegno della lotta antifascista riuscirà sempre a impedire che le ragioni di parte potessero prevalere sul comune impegno rivoluzionario. Per gli anarchici è la prima collaborazione con altre forze, dal 1924, che parte da una posizione di preminenza, e questo impedirà che la natura libertaria del contingente venga stravolta. Rabitti, Marzocchi, Cieri, Serra, Bifolchi, Tommasini... sono alcuni dei nomi ricordati da Di Lembo, i nomi di prestigiosi e generosi militanti che seppero conservare una coerenza di comportamento anche nei momenti più difficili e confusi dell'esperienza spagnola, coerenza culminata nella concorde decisione di sciogliersi per evitare la militarizzazione.
A conclusione del convegno, Gianni Carrozza (Berneri e il fascismo) ha descritto l'impegno antifascista di Berneri come un percorso lineare contraddistinto da una rara lucidità di analisi accompagnata da una altrettanto lucida azione militante. Come per pochissimi altri esponenti dell'antifascismo e del fuoriuscitismo italiano, infatti, l'attività di Berneri è riuscita a esprimersi non solo attraverso una lunga serie di interventi intellettuali (ricostruiti dal relatore), capaci di prendere in esame tutti gli aspetti del fenomeno fascista tanto da un punto di vista culturale quanto sociale e politico, ma anche mediante una incessante opera di controinformazione e organizzazione cospirativa. I suoi testi sul fascismo, che ancora oggi sono quanto mai attuali e originali, costituiscono le necessarie premesse dell'intervento materiale contro le mene e le minacce del regime, ed è operando su questi differenti campi che Berneri ha interpretato nella maniera migliore il postulato anarchico che prevede la sintesi organica fra lavoro intellettuale e lavoro manuale.
I convegni "ufficiali" tenutisi in questi ultimi tempi hanno sostanzialmente ignorato, come ha detto Terracciano nella sua introduzione, gli stretti legami che contrassegnarono l'attività anarchica e giellista negli anni Trenta. Al tempo stesso le ambiguità del cosiddetto revisionismo storico, oggi tanto in auge, vanno contrastate, secondo le parole di Ghirardato, creando momenti di incontro nei quali sia possibile discutere sulla base delle fonti e non delle ideologie. Penso che questo convegno abbia positivamente risposto alle esigenze di entrambi.
autore Massimo Ortallistorico dell'anarchia e collaboratore di riviste anarchiche
Rosselli durante la rivoluzione spagnola
Nel 1936 vi e' il golpe fascista di Franco in Spagna , il governo repubblicano del Fronte Popolare risponde militarmente. Rosselli è subito al fianco delle forze antifasciste , son note le sue durissime critiche al non interventismo sul fronte antifascista dei francesi ed inglesi e nel frattempo i nazifascisti e aiutano con uomini e armi i golpisti. Nell'agosto vi e' la sua partecipazione militare , sul fronte di Aragona; tenta di costituire un battaglione (intitolato a Matteotti) e nel novembre parla da Radio Barcellona invita gli italiani alla lotta antifascista con il motto "Oggi in Spagna, domani in Italia"Il discorso di Rosselli su Associazione italiana partigiani d'Italia
Nella prima Brigata italiana che prenderà poi il nome “Colonna Italiana Rosselli†ci sono anche Umberto Marzocchi e Camillo Berneri; Umberto Marzocchi scrive un libro che parla della esperienza comune antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà , "Carlo Rosselli e gli anarchici". "È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta."