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[[Bakunin|bakuniniano]], caratterizzato dal rifiuto del determinismo di matrice marxiana, ma anche positivista, e dalla fiducia per contro nel [[volontarismo]]. Il riaccostamento a [[Bakunin]] è invece nuovamente presente quando si affrontano le tematiche religiose: bakuniniana è infatti l’idea che la divinità non sia che una proiezione dell’umano, come bakuniniana è la convinzione che l’alienazione dell’uomo nella divinità sia il primo passo verso una perdita di fiducia nelle proprie possibilità e quindi verso la costituzione dell’oppressione materiale dello [[Stato]]. Tutto quanto detto finora non significa però che «'''''Pensiero e Volontà'''''» fosse caratterizzato da una staticità teorica: [[Malatesta]] e i suoi collaboratori erano infatti tutt’altro che statici e cercarono fino all’ultimo di apportare delle novità, soprattutto perché, leggendo l’avvento del [[Fascismo|fascismo]] come una conseguenza della sconfitta del movimento proletario, ritenevano necessario un ripensamento delle proprie strategie. Sulle colonne della rivista si parla spesso di «revisionismo», ma in realtà i fondamenti teorici non vengono intaccati e si ripensa semplicemente il programma di azione. Emergono dal ripensamento due importanti novità, costituite dalle proposte di alleanza in funzione [[antifascismo|antifascista]]. Una di queste proposte riguarda il movimento repubblicano, che già era stato a fianco degli anarchici, ma con cui di fatto i rapporti non furono facili a causa di un’eccessiva intransigenza di [[Malatesta]]. Più interessante fu l’apertura nei confronti degli [[anarco-individualismo|anarchici individualisti]]: proprio per attirarli alla causa dell’organizzazione della lotta antifascista, [[Malatesta]] fece molte concessioni, arrivando a dire che non c’erano differenze di fondo fra la proposta individualista e quella [[anarco-comunismo|comunista]], e che si sarebbe agevolmente potuto combattere fianco a fianco per poi scontrarsi in seguito sull’organizzazione economica e sociale.
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[[Bakunin|bakuniniano]], caratterizzato dal rifiuto del determinismo di matrice marxiana, ma anche positivista, e dalla fiducia per contro nel [[volontarismo]]. Il riaccostamento a [[Bakunin]] è invece nuovamente presente quando si affrontano le tematiche religiose: bakuniniana è infatti l’idea che la divinità non sia che una proiezione dell’umano, come bakuniniana è la convinzione che l’alienazione dell’uomo nella divinità sia il primo passo verso una perdita di fiducia nelle proprie possibilità e quindi verso la costituzione dell’oppressione materiale dello [[Stato]]. Tutto quanto detto finora non significa però che «'''''Pensiero e Volontà'''''» fosse caratterizzato da una staticità teorica: [[Malatesta]] e i suoi collaboratori erano infatti tutt’altro che statici e cercarono fino all’ultimo di apportare delle novità, soprattutto perché, leggendo l’avvento del [[Fascismo|fascismo]] come una conseguenza della sconfitta del movimento proletario, ritenevano necessario un ripensamento delle proprie strategie. Sulle colonne della rivista si parla spesso di «revisionismo», ma in realtà i fondamenti teorici non vengono intaccati e si ripensa semplicemente il programma di azione. Emergono dal ripensamento due importanti novità, costituite dalle proposte di alleanza in funzione [[antifascismo|antifascista]]. Una di queste proposte riguarda il movimento repubblicano, che già era stato a fianco degli anarchici, ma con cui di fatto i rapporti non furono facili a causa di un’eccessiva intransigenza di [[Malatesta]]. Più interessante fu l’apertura nei confronti degli [[anarco-individualismo|anarchici individualisti]]: proprio per attirarli alla causa dell’organizzazione della lotta antifascista, [[Malatesta]] fece molte concessioni, arrivando a dire che non c’erano differenze di fondo fra la proposta individualista e quella [[anarco-comunismo|comunista]], e che si sarebbe agevolmente potuto combattere fianco a fianco per poi scontrarsi in seguito sull’organizzazione economica e sociale. (da '''''[http://www.centrostudilibertari.it/index.php/bollettino/81-bollettino-4.html Centrostudilibertari]''''')
  
 
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*[[Umanità Nova]]
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*[[La Verità]]  
 
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*[[La Voce del profugo]]
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*[[Fede! Settimanale Anarchico di Difesa e Cultura]]  
 
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== Collegamenti esterni ==
 
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*[http://acrataz.oziosi.org/article.php3?id_article=651 Due articoli di Malatesta tratti da «Pensiero e Volontà»]
[http://acrataz.oziosi.org/article.php3?id_article=651 Due articoli di Malatesta tratti da «Pensiero e Volontà»]
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Revision as of 09:17, 22 April 2011

«Pensiero e Volontà» è stata una storica rivista anarchica pubblicata dal 1924 fino al 1926, quando fu fatta chiudere dalle leggi fasciste liberticide.

«Pensiero e Volontà»

Ugo Fedeli, celebre collaboratore di «Pensiero e Volontà»

«Pensiero e Volontà» è stata una rivista, diretta da Malatesta e redatta da Luigi Fabbri, nata come quindicinale nel 1924 (uscì per la prima volta a Roma dal 1° gennaio 1924), ma che la censura del regime fascista, che precedentemente aveva già colpito <<Umanità Nova>> e tante altre pubblicazioni anarchiche ed antifasciste, ne limitò fortemente le pubblicazioni fino ad impedirle del tutto l'uscita con la legge dell’ottobre 1926.

La rivista si avvalse della collaborazione di numerose personalità del movimento anarchico , tra le quali, oltre ai già citati Malatesta e Fabbri, Camillo Berneri, Luce Fabbri (sotto lo pseudonimo di "Epicari") e Ugo Fedeli.

«Pensiero e Volontà» nell'itinerario politico di Errico Malatesta

Il background ideologico su cui si fonda ogni analisi di «Pensiero e Volontà» è infatti tutto bakuniniano, caratterizzato dal rifiuto del determinismo di matrice marxiana, ma anche positivista, e dalla fiducia per contro nel volontarismo. Il riaccostamento a Bakunin è invece nuovamente presente quando si affrontano le tematiche religiose: bakuniniana è infatti l’idea che la divinità non sia che una proiezione dell’umano, come bakuniniana è la convinzione che l’alienazione dell’uomo nella divinità sia il primo passo verso una perdita di fiducia nelle proprie possibilità e quindi verso la costituzione dell’oppressione materiale dello Stato. Tutto quanto detto finora non significa però che «Pensiero e Volontà» fosse caratterizzato da una staticità teorica: Malatesta e i suoi collaboratori erano infatti tutt’altro che statici e cercarono fino all’ultimo di apportare delle novità, soprattutto perché, leggendo l’avvento del fascismo come una conseguenza della sconfitta del movimento proletario, ritenevano necessario un ripensamento delle proprie strategie. Sulle colonne della rivista si parla spesso di «revisionismo», ma in realtà i fondamenti teorici non vengono intaccati e si ripensa semplicemente il programma di azione. Emergono dal ripensamento due importanti novità, costituite dalle proposte di alleanza in funzione antifascista. Una di queste proposte riguarda il movimento repubblicano, che già era stato a fianco degli anarchici, ma con cui di fatto i rapporti non furono facili a causa di un’eccessiva intransigenza di Malatesta. Più interessante fu l’apertura nei confronti degli anarchici individualisti: proprio per attirarli alla causa dell’organizzazione della lotta antifascista, Malatesta fece molte concessioni, arrivando a dire che non c’erano differenze di fondo fra la proposta individualista e quella comunista, e che si sarebbe agevolmente potuto combattere fianco a fianco per poi scontrarsi in seguito sull’organizzazione economica e sociale. (da Centrostudilibertari)

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