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La proprietà

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[[Immagine:Kurgan_map.png|450px|thumb|Cartina che rappresenta le quattro fasi della civiltà Kurgan [1], che impose la "cultura" patriarcale fondata sulla proprietà privata di beni, esseri umani ed animali]]Nel campo del diritto la proprietà (in latino

  • abusus: il diritto di distrugge e\o modificare in toto o in parte un bene di cui si gode.

Questi tra radice della coercizione, della gerarchia autoritaria e dell’èlite privilegiata. Come con la monarchia, il lavoratore è la vittima del capitalista, dovendo obbedire agli ordini, alle leggi e decisioni. «Il primo uomo che recintò un pezzo di terra e disse “questo è mio”, trovando gente abbastanza ingenua da credergli, era il vero fondatore della società civile. Quanti crimini, guerre, omicidi, quanti misteri ed orrori potproprietà privata, bisogna distinguere tra una “proprietà” ed un “possesso”. La “proprietà” è un monopolio su certi oggetti o privilegi protetti dallo stato, che potrebbero essere usati per lo sfruttamento d’altri. Un “possesso”, d’altra parte, è l’occupazione di certi oggetti che lo stato era “lo strumento per stabilire monopoli in favore della minoranza regnate”. Mentre certi di questi monopoli sono visibili, altri non si vedono e non hanno bisogno della forza per essere mantenuti. [[Immagine:Kropotkin.jpg|right|thumb|Pëtr Kropotkin]] Ci sono quattro tipi di proprietà che sono protetti dallo Stato:

  • Il potere di dare credito e denaro (la base del capitalismo bancario).
  • La terra e le costruzioni (la base degli affitti).
  • I mezzi di produzione (la base del capitalismo industriale).
  • Le idee e le invenzioni (la base del copyright o “proprietà intellettuale”).

Mantenendo queste forme di proprietà, il capitalismo assicura che le condizioni oggettive dell’economia favoriscano il capitalista, con gli operai liberi soltanto di accettare i contratti di lavoro. Finché lo stato manterrà il controllo delle quattro condizioni suddette, il lavoratore può soltanto sognare l’emancipazione, ma non avverrà mai.

Il sistema attuale non può essere riformato, e quindi va distrutto, perché l’esistenza dello stato, “protettore” del monopolio dei poteri politici, giuridici, legislativi, militari e finanziari, permette l’esistenza dello sfruttamento, le classi sociali, l’oppressione ecc.

Anche certi sostenitori del capitalismo, riconoscono che la proprietà privata fu creata con la forza. Ma queste ammissioni contraddicono l’esistenza stessa della proprietà. L’utilizzo della forza rende illegittimo l’acquisizione di un oggetto. Il furto e vendita di un oggetto non rende la proprietà di un oggetto legittimo, tranne quando è acquistato in buon fede, ma certamente, questo non è il caso. Quindi, se l’iniziale acquisizione dell’oggetto era illegittimo, tutti i diritti seguenti sono pure loro illegittimi. L’appropriazione della terra necessita di uno stato che ne difenda il diritto. Senza uno stato, il popolo potrebbe liberamente usufruire delle risorse della terra per soddisfare i loro bisogni ed esigenze. Quindi, il privilegio e la proprietà sono la conseguenza dello stato.

Ci sono due tipi di libertà: “libertà da qualcosa” e “libertà di fare”.

«La libertà da qualcosa», significa non essere soggetto a dominazioni, sfruttamenti, repressioni o forme di degradazione e umiliazione. Invece, «la libertà di fare» significa essere in grado di sviluppare ed esprimere i propri talenti, abilità e potenzialità nel modo più completo.

Entrambi i tipi di libertà implicano il bisogno di autogestione, responsabilità ed indipendenza. Quindi, il capitalismo e la proprietà privata sono la negazione della libertà.

Gli anarchici e la proprietà intellettuale

Benché non manchi chi, come Lysander Spooner [2], ha difeso la proprietà intellettuale riconducendola ad un diritto naturale, la posizione degli anarchici è spesso critica sia nei confronti dei diritti d'autore (con particolare riferimento ai diritti di utilizzazione economica) sia nei confronti dei brevetti. La negazione della proprietà intellettuale è, infatti, presente, in varia misura, negli scritti di importanti esponenti dell'anarchismo: da Pierre Joseph Proudhon [3] a Benjamin Tucker [4]. Lo stesso Tolstoj, anarchico e romanziere, dichiarò sui quotidiani Russkie Vedomosti e Novoe Vremja di aver rinunciato ad ogni diritto d'autore sulle proprie opere.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

  1. Kurgan I, regione del Dnieper/Volga, prima metà del IV millenio a. C. Apparentemente si evolve dalle culture del bacino del Volga, si includono come sottogruppi le culture di Samara e Seroglazovo.
    Kurgan II–III, seconda metà del IV millenio a. C. Include le culture di Sredny Stog e di Maykop del nord del Caucaso.
    Kurgan IV o cultura di Yamna, prima metà del III millenio a. C., si estende a tutta la regione delle steppe dal fiume Oural fino alla Romania
  2. The Law of Intellectual Property; or An Essay on the Right of Authors and Inventors to a Perpetual Property in their Ideas, 1855
  3. Les majorats littéraires, 1862
  4. Anarchism and Copyright, 1888; The Attitude of Anarchism Toward Industrial Combinations, 1899

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