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Talk:Michele Schirru

From Anarchopedia
Revision as of 08:32, 23 September 2008 by Altipiani azionanti (Talk | contribs) (Luc, la prochaine fois que tu censures l'opinion incorrect des autres il faut que tu commence par les tiens!)

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1°) (pregasi scusare il mio italiano) E proprio far passare questo compagno per un semplicione, altrettanto dire piangerlo con argomenti buoni a farlo fucilare una seconda volta, lo scrivere : "Nella sua stanza, al Royal, trovano bombe e pistole, lui ammette che aveva intenzione d'uccidere il Duce". Stupisce dover ricordare che se Michele Schirru era pronto a sacrificare la propria vita, non era pronto a farne il regalo ai fascisti. Ed è cosi, che dopo il suo arresto, dichiaro -ed era attendibile- che il materiale trovato in possesso suo era destinato a dei fascisti del suo piccolo paese. Il guai è che la polizia, sperando di poter arrestare dei complici (?), non fece notizia dell'arresto nei giornali. Ed è cosi che da Londra, il compagno Emidio Recchioni continuo ad inviargli delle lettere a firma "la tua sorella Mary", dal contenuto innocuo -tranne, che nel contesto, non lasciavano piu nessun dubbio sulle sue intenzioni. Luc Nemeth, Parigi

Ciao Luc, io ho semplicemente riportato ciò che si legge nei libri e nei documenti ufficiali ossia che lui dichiara la propria intenzione di uccidere il Duce(d'altronde altri tentativi furono fatti da Violet Gibson, Zamboni, Gino Lucetti e Angelo Sbardellotto..). Tu ritieni, se ho ben capito, che in realtà avesse intenzione di colpire i fascisti di Pozzomaggiore(suo paese), ma io non capisco per quale ragione avrebbe dovuto aggravare la prorpia posizione....Non sarebbe stato più semplice dichiarare che aveva intenzione di fare qualche attentato e non addirittura d'uccidere Mussolini? Forse così avrebbe evitato la condanna a morte, non ti pare? La parte relativa ad Emidio Recchioni non l'ho approfondita perchè non avevo abbastanza materiale...se riuscirò a trovarne dell'altro,vedrò di fare alcune aggiunte all'articolo e magari di scrivere proprio le tue considerazioni. Se poi tu stesso hai del materiale, anche in francese, potresti metterlo in questa pagina e io proverò a tradurlo...

Ciao Luc, grazie per il tuo intervento...(Nessuno)

Ciao, "Nessuno". Hai ragione, laddove dici che Schirru non aveva nessuna ragione di aggravare la propria posizione -ed è questo che mi ha fatto reagire (mettendo a parte la mia conoscenza dei documenti ufficiali). Tu parli qui di libri. Pero anche il filocomunista Giuseppe Fiori nel'83 (con ristampa nel'90), malgrado tutti i suoi sforzi per fare di Schirru un ingenuo ecc., non ha nascosto l'esistenza di queste lettere a firma Your loving sister Mary, che aggiungendosi al materiale trovato in possessione di Schirru, non lasciavano nessun dubbio sulle sue intenzioni -semmai dovessi essermi sbagliato riconoscero il mio errore, puoi esserne sicuro. Fino a prova del contrario rimango convinto che, lontano di essersi accusato laddove nient'altro lo accusava Schirru era invece davanti ad una situazione pesante, giuridicamente. Ed è proprio qui, la sua grandezza. BENCHE essendo accertato il progetto si rifiuto a qualsiasi parola di pentimento. Laddove, nell'assenza di attentato, poteva sperare evitare la condanna a morte. Pero dove poteva imaginare, l'uso propagandistico che il regime avesse fatto di siffatte parole... Luc

Ciao Luc, io non metto in dubbio che tu possa aver ragione. Il problema è che comunque quelle dichiarazioni Michele Schirru le ha fatte quindi mi sembra giusto averle riportate. Ora mi farebbe piacere se tu riuscissi a postare un pò di materiale(se hai possibilità, tempo e voglia di farlo), così magari potrei completare l'articolo..oppure, perchè non scrivi tu un articolo in anarchopedia francia? Ciao(Nessuno)

2°) dall'estero.- stupisce il non veder ricordato, sopratutto in un articolo che ha scopo di divulgazione, il fatto che Schirru ha lasciato un testamento politico che, ben al di là del contesto (attentato) della sua produzione, fa parte dei grandi testi della libertà. Di più, se chi ha scritto l'articolo avesse letto questo bel documento, allora senz'altro non avrebbe fatto risalire al periodo della sua emigrazione in America, la sua adesione all'anarchismo. Certo furono in molti i compagni che quando emigrarono erano ancora socialisti, oppure non erano ancora "niente", e poi si radicalizzarono dopo l'arrivo nel paese. Ma non vale per lui, questo discorso. S. ha chiaramente scritto, nel suo testamento politico : "A quindici anni potei lasciare la Sardegna e recarmi sul continente dove presi contatto con degli operai aventi una coscienza politica matura. La loro compagnia e le loro discussioni suscitavano in me il più vivo interesse ; erano il pane spirituale che da tempo cercavo. Allora la mia mente che s'apriva conobbe l'ideale anarchico, la sua bellezza, la sua grandezza. E il socialismo mi parve una povera cosa con le sue preoccupazioni politiche, con le sue battaglie elettorali, con le sue paure di turbare le laboriose digestioni di lor signori. (...) Cosi divenni anarchico". Si potrebbe anche aggiungere che nell'agosto 1917 a Torino era stato arrestato nei moti contro la guerra, e che lo fu poi di nuovo (preventivemente e benche ancora soldato, quanto anarchico), in occasione delle giornate del 20-21 luglio 1919.

Luc, spero che vorrai editare l'articolo affinché nessun conoscitore del vero Schirru e della vera vicenda possa più stupirsi di quello che c'è scritto e/o di quello che non c'è scritto nell'articolo. Grazie. --K2 08:32, 6 Giu 2007 (UTC)

3°) dall'estero, 19/9/2008. Allora cosi, Schirru sarebbe stato "complice dell’evasione di un detenuto anarchico" ? E' vero che per un tempo vi fu il progetto di far evadere il compagno Romeo Asara dall'... dell'Ospedale psichiatrico di Mombello, dov'era internato dopo aver finto la pazzia onde non andar al confino. Però per lui tutto andò finalmente pel meglio e potè tornar a casa, senza che ciò fosse necessario: dal contenuto delle carte dell'ACS e dalla risposta a me fatta da chi si deve risulta che il 18 marzo 1930 il Medico Curante non ritenne necessaria la sua permanenza in psichiatria, non rilevando in lui "gli estremi per la competenza manicomiale", e contemporaneamente non ritenendolo "soggetto in condizioni da poter sopportare il regime di confino" (quanto a Schirru, era allora in Francia: fu solo il 18 aprile, ossia un mese dopo tale referto medico, che varcò la frontiera a Domodossola). La memoria di Michele Schirru non a che fare, di queste asinità pubblicitarie ! LN