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Difference between revisions of "Talk:H.1 Gli anarchici si sono sempre opposti al socialismo di stato?"

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Si. Gli anarchici hanno sempre affermato che il vero socialismo non può essere creato utilizzando uno Stato. Il nucleo di base dell'argomento é semplice. Il socialismo implica l'uguaglianza, eppure lo Stato significa disuguaglianza - disuguaglianza in termini di potere. Come abbiamo illustrato nella sezione B.2 gli anarchici considerano che uno degli aspetti fondanti lo Stato sia la sua natura gerarchica. In altre parole, la delegazione di potere nelle mani di qualcuno. In quanto tale, é in contraddizione con l'idea di base del socialismo, vale a dire l'uguaglianza sociale.
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=H.1 Gli anarchici si sono sempre opposti al socialismo di stato?=
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Sì. Gli anarchici hanno sempre affermato che il vero socialismo non può essere creato utilizzando uno Stato. Il nucleo di base dell'argomento é semplice. Il socialismo implica l'uguaglianza, eppure lo Stato significa disuguaglianza - disuguaglianza in termini di potere. Come abbiamo illustrato nella [http://ita.anarchopedia.org/B.2_Perché_gli_anarchici_sono_contro_lo_Stato%3F sezione B.2] gli anarchici considerano che uno degli aspetti fondanti lo Stato sia la sua natura gerarchica. In altre parole, la delegazione del '''potere''' nelle mani di qualcuno. In quanto tale é in contraddizione con l'idea di base del socialismo, vale a dire l'uguaglianza sociale. Quelli che fanno parte del corpo dirigente in uno Stato hanno più potere di quelli che li hanno eletti.
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Questo é il ragionamento che seguono Malatesta e Hamon:
  
Quelli che fanno parte del corpo dirigente in uno Stato hanno più potere di quelli che li hanno eletti.
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<blockquote>'' "Ci sono molte più ragioni che ci rendono i socialisti più logici e i più completi, poiché esigiamo per ogni persona non solamente la sua parte di ricchezza della società, ma anche la sua parte di potere."'' <ref>[[Né Dio né padrone. Antologia del pensiero anarchico]], vol. 2, p. 20</ref></blockquote>
  
Questo é il ragionamento che seguono Malatesta e Hamon:
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È con questa perspettiva che gli anarchici hanno combattuto l'idea del socialismo e del marxismo di Stato (anche se dovremmo sottolineare che le forme libertarie del marxismo, quali il comunismo dei consigli, hanno delle forti similitudini con l'anarchismo). Questa opposizione al socialismo autoritario é un aspetto centrale dell'anarchismo, un'opposizione che é stata forte e consistente. Benchè a volte qualcuno della destra sostenga che i socialisti libertari e gli anarchici hanno iniziato ad esprimere la loro opposizione al marxismo e al leninismo solamente dopo la caduta dell'Unione Sovietica, la verità è completamente diversa. Gli anarchici, dobbiamo sottolineare, si sono opposti a tutte le forme di socialismo di stato fin dall'inizio (nel caso della rivoluzione russa, gli anarchici sono stati tra i primi di sinistra ad essere vittima dei bolscevichi). In effetti la storia del marxismo è, in parte, la storia delle sue lotte contro gli anarchici, così come la storia dell'anarchismo è anche, in parte, la storia delle sue lotte contro le varie forme di marxismo e le sue ramificazioni. Sostenere, o insinuare, che gli anarchici si sono opposti solo recentemente al marxismo è falso - ci siamo opposti al marxismo sin dall'inizio.
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Mentre sia Stirner che Proudhon hanno scritto diverse pagine contro i mali e le contraddizioni del socialismo di Stato, gli anarchici hanno cominciato a lottare davvero contro la forma marxista del socialismo di Stato a cominciare da Bakunin. Questo perché, fino alla Prima Internazionale, Marx ed Engels erano dei teorici socialisti relativamente sconosciuti. Proudhon conosceva Marx (si erano incontrati intorno al 1840 in Francia ed avevano avuto una corrispondenza) ma il marxismo era sconosciuto in Francia quando Proudhon era in vita, per cui egli non ha potuto criticare direttamente il marxismo (nonostante ciò, ha criticato Louis Blanc e altri socialisti di Stato francesi). Allo stesso modo, quando Stirner scrive '''L'Unico e la sua Proprietà''' il marxismo non esisteva, a parte qualche lavoro di Marx ed Engels. In effetti si potrebbe dire che il marxismo assunse la sua forma definitiva dopo che Marx ebbe letto l'opera di Stirner e scrisse contro di lui la sua diatriba, notoriamente sbagliata, '''L'ideologia tedesca'''. Comunque, come Proudhon, Stirner ha attaccato '''gli avversari''' socialisti di Stato e comunisti.
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Prima di discutere dell'opposizione e della critica del marxismo di Bakunin nella [http://ita.anarchopedia.org/H.1.1_Qual’era_la_critica_di_Bakunin_al_Marxismo%3F prossima sezione], dovremmo prendere in considerazione il pensiero di Stirner e di Proudhon sul socialismo di Stato. Queste critiche contengono molte idee importanti e quindi vale la pena di ricapitolarle. Tuttavia, vale la pena notare che all'epoca in cui sia Stirner che Proudhon scrivevano, le idee comuniste avevano tutte carattere autoritario. Il comunismo libertario si sviluppò solo dopo la morte di Bakunin nel 1876.
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Ciò significa che quando Proudhon e Stirner criticavano il "comunismo" che criticavano una specifica forma di comunismo, la forma che subordinava l'individuo alla comunità. Anche i comunisti anarchici come Kropotkin e Malatesta si opposero a tale tipo di "comunismo" (come diceva Kropotkin , ''"nel 1848 il "comunismo" è stato presentato in una forma che teneva pienamente conto della sfiducia di Proudhon a causa dei suoi effetti sulla libertà. La vecchia idea del comunismo era l'idea di comunità monastiche... le ultime vestigia della libertà e dell'energia individuale sarebbero state distrutte, se l'umanità avesse mai dovuto passare attraverso un tale comunismo."<ref>[[Act for Yourselves]], p. 98</ref>)''. Naturalmente, può essere probabile che Stirner e Proudhon avrebbero rifiutato anche il comunismo libertario, ma tenete presente che non tutte le forme di "comunismo" sono identiche.
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Per Stirner, il problema principale è che il socialismo (o comunismo), come il liberalismo, guardava all'"''Umano''" e non all'Unico. ''"Essere considerato come una semplice '''parte''', una parte della società"'', ha dichiarato Stirner, ''"non può essere sopportato dall'individuo -- perché egli è '''di più'''; la sua unicità si oppone a questa concezione limitata"''. <ref>[[L'Unico e la sua Proprietà]], p. 265</ref> In quanto tale, la sua protesta contro il comunismo era simile alla sua protesta contro il liberalismo (anzi, egli richiama l'attenzione per la loro somiglianza chiamando il socialismo e il comunismo "liberalismo sociale").
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Stirner era consapevole che il capitalismo non era il grande difensore della libertà come affermavano i suoi sostenitori. ''"L'acquisto frenetico"'', diceva, ''"non ci permette di prendere fiato, ottenere il piacere cercato: non riceviamo conforto dai nostri beni"''. Il comunismo, con la ''"organizzazione del lavoro"'', può ''"portare i suoi frutti"'', così che ''"arriviamo ad un accordo sui lavori "umani", che non possono, come in regime di concorrenza, richiedere tutto il nostro tempo e la nostra fatica."'' Tuttavia, il comunismo è ''"muto"'' su coloro ''"per i quali è giunto il momento di essere raggiunto."'' Egli, al contrario, sottolinea che è per l'individuo, ''"per trarre conforto in se stesso come Unico"''. <ref>[[Op. Cit.]], Pp. 268-9</ref> Così il socialismo di stato non riconosce che l'obiettivo dell'associazione è quello di liberare l'individuo e invece assoggetta l'individuo a una nuova tirannia:
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<blockquote>''Non è ad un altro Stato (ad esempio uno "Stato del popolo") che mirano gli uomini, ma alla loro '''unione''', unire, questa sempre fluida unione di tutti -- Uno Stato esiste anche senza la mia collaborazione... l'istituzione indipendente dello Stato crea la mia mancanza di indipendenza; la sua condizione di "crescita naturale", il suo organismo, richiede che la mia natura non cresca liberamente, ma sia ritagliata per adattarsi ad esso. "''<ref>[[Op. Cit.]], p. 224 </ref></blockquote>
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Allo stesso modo, Stirner disse che ''"il comunismo, con l'abolizione di tutti i beni privati, mi spinge ancora di più alla dipendenza dall'altro, cioè, alla generalità o collettività... [che è] una condizione che ostacola la mia libertà di azione, un potere sovrano sopra di me. Il comunismo giustamente si ribella contro l'oppressione dei singoli proprietari di cui ho esperienza; ma ancora più orribile è la forza che si mette nelle mani della collettività ".''<ref>[[L'Unico e la sua Proprietà]], p. 257</ref>
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La storia ha definitivamente confermato questo. Con la nazionalizzazione dei beni, i vari regimi del socialismo di Stato hanno trasformato il lavoratore da un servo del capitalismo in un servo dello Stato. Al contrario, gli anarchici-comunisti sostengono le libere associazioni e i lavoratori autonomi come mezzi per garantire che la proprietà socializzata non divenga la negazione della libertà piuttosto che un mezzo per garantirla. Perciò l'attacco di Stirner su ciò che Marx definì "il comunismo volgare" è ancora importante e trova echi negli scritti dei comunisti anarchici così come nelle migliori opere di Marx e dei suoi seguaci più libertari.
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Per mostrare la differenza tra il "comunismo" attaccato da Stirner e il comunismo anarchico, possiamo dimostrare che Kropotkin non fu "muto" sul perché l'organizzazione della produzione è fondamentale. Come Stirner, pensò che sotto il comunismo libertario l'individuo avrebbe ''"adempiuto al suo compito nel campo, nella fabbrica, e così via, che deve alla società come proprio contributo alla produzione in generale. Ed egli utilizzerà l'altra metà della sua giornata, della sua settimana, o del suo anno, per soddisfare le sue esigenze artistiche o scientifiche, o i suoi hobbies."'' <ref>[[La conquista del pane]], p. 111</ref> In altre parole, egli considera tutta la questione della organizzazione del lavoro come il mezzo per fornire all'individuo il tempo e le risorse necessarie per esprimere la propria individualità. Perciò l'anarco-comunismo comprende gli interessi e le argomentazioni di Stirner.
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Argomentazioni simili a quelle di Stirner si possono trovare nelle opere di Proudhon contro i vari regimi del socialismo di Stato che esistevano già in Francia nella metà del XIX secolo. In particolare, egli attaccò le idee di Louis Blanc. Blanc, il cui libro più famoso è stato '''Organisation du Travail''' ('''L'Organizzazione del lavoro''', pubblicato nel 1840) sosteneva che i mali sociali potrebbero essere risolti per mezzo di iniziative di governo e riforme finanziarie. Più in particolare, egli sosteneva che ''"è necessario utilizzare tutto il potere dello Stato"'' al fine di garantire la creazione e il successo delle associazioni dei lavoratori (o ''"fabbriche sociali"''). Dal momento che ''"ciò che manca ai proletari per essere liberi sono gli strumenti di lavoro"'', il governo ''"deve fornire loro"'' tali strumenti. ''"Lo Stato"'', in breve, ''"dovrebbe porsi risolutamente a capo dell'industria"''. I capitalisti sarebbero incoraggiati ad investire denaro in queste fabbriche, per le quali sarebbe stato garantito l'interesse. Tali fabbriche fondate dallo Stato avrebbero presto costretto l'industria di proprietà privata a trasformarsi in fabbriche sociali, in modo da eliminare la concorrenza. <ref>citato da K. Steven Vincent, [[Pierre-Joseph Proudhon e l'ascesa del Socialismo Repubblicano francese]], p. 139</ref>
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Proudhon si oppose a tale progetto su più livelli. In primo luogo, egli disse che il progetto di Blanc si appellava ''"allo stato per la sua silenziosa partecipazione; cioè, egli si mette in ginocchio davanti ai capitalisti e riconosce la sovranità del monopolio"''. Dato che Proudhon vedeva lo Stato come uno strumento della classe capitalista, chiedere allo stato di abolire il capitalismo era illogico e impossibile. Inoltre, ottenendo i fondi per le "fabbriche sociali" dai capitalisti, l'idea di Blanc avrebbe ridotto difficilmente il loro potere. ''"Capitale e potere"'', diceva Proudhon, ''"organi secondari della società, sono sempre stati gli dei adorati dal socialismo; se capitale e potere non fossero esistiti, loro li avrebbero inventati."'' <ref>citato da Vincent, Op. Cit, pag. 157</ref> Egli sottolineò il carattere autoritario dell'idea di Blanc:
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<blockquote>''"M. Blanc non si stanca mai di fare appello all'autorità, e il socialismo si dichiara a gran voce anarchico; M. Blanc pone il potere al di sopra della società, e il socialismo tende a subordinarlo alla società; M. Blanc fa discendere la vita sociale dall'alto, e il socialismo sostiene che esso nasce e cresce dal basso; M. Blanc corre dietro la politica e il socialismo è in cerca di scienza. Basta con le ipocrisie, vorrei dire al signor Blanc: non vuoi né il cattolicesimo né la monarchia né la nobiltà, ma hai bisogno di un Dio, di una religione, di una dittatura, di una censura, di una gerarchia, di distinzioni, e di gradi. Da parte mia, nego il tuo Dio, la tua autorità, la tua sovranità, il tuo Stato giudicante, e tutte le tue mistificazioni rappresentative".''<ref>[[Sistema delle contraddizioni economiche]]</ref></blockquote>
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Allo stesso modo Proudhon si oppose alla natura "dall'alto al basso" delle idee Blanc. Invece di una riforma dall'alto, Proudhon sottolineò la necessità della classe operaia di organizzarsi per la loro liberazione. Come egli lo poneva, ''"il problema delle classi lavoratrici...non [è] prendere, ma dominare sia il potere che il monopolio, -- che è, essendo generato dalle viscere del popolo, dalla base del lavoro, un'autorità superiore, un dato di fatto più potente, che deve coinvolgere capitale e Stato e dominarli"''. Infatti, ''"per combattere e ridurre il potere, per porlo al suo giusto posto nella società, è inutile cambiare i detentori del potere o introdurre qualche variazione nei suoi meccanismi: deve essere trovata una combinazione di agricoltura e industria per mezzo della quale il potere, oggi sovrano della società, diventi loro schiavo."''<ref>[[Sistema delle contraddizioni economiche]], p. 398 e p. 397</ref> Proudhon nel 1848 disse che ''"il proletariato deve emanciparsi senza l'aiuto del governo"''.<ref>citato da George Woodcock, [[Pierre-Joseph Proudhon: A Biography]], p. 125</ref> Questo perché lo Stato ''"si trova inevitabilmente incatenato al capitale e diretto contro il proletariato."''<ref>[[Sistema delle contraddizioni economiche]], p. 399</ref> Inoltre, garantendo pagamenti di interessi, il progetto di Blanc assicurava lo sfruttamento continuato del lavoro da parte del capitale.
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Proudhon, al contrario, sosteneva un approccio "a due vie" per minare il capitalismo dal basso: la creazione delle associazioni dei lavoratori e l'organizzazione del credito. Con la creazione di banche comuni, che fornivano credito al costo, i lavoratori potrebbero creare associazioni per competere con le imprese capitalistiche, cacciarle fuori dal mercato e quindi eliminare lo sfruttamento una volta per tutte attraverso la gestione autonoma dei lavoratori. In questo modo, la classe operaia si sarebbe emancipata dal capitalismo e avrebbe costruito una società socialista dal basso verso l'alto con le proprie forze e le proprie azioni. Proudhon, come osserva il marxista Paul Thomas, ''"credeva fervidamente...nella salvezza dei lavoratori con le proprie forze, attraverso la sola azione economica e sociale...Proudhon auspicava, con grande intuito, il ridimensionamento di questo terreno [dello Stato] dall'esterno per mezzo delle associazioni autonome della classe operaia".'' <ref>[[Karl Marx e gli anarchici]], pp. 177-8</ref>
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Rifiutando la rivoluzione violenta (e, di fatto, gli scioperi perchè controproducenti) esponeva mezzi economici per porre fine allo sfruttamento economico e, per questo, vedeva l'anarchia venire dalla riforma attraverso la concorrenza da parte delle associazioni dei lavoratori che sostituiscono l'industria capitalista (a differenza degli anarchici successivi, che erano rivoluzionari e dicevano che il capitalismo non può essere riformato e sostenevano gli scioperi e altre forme di azione diretta collettiva della classe operaia, la lotta e le organizzazioni di combattimento). Dato che la maggior parte della classe operaia francese era composta da artigiani e contadini, un tale approccio riflette il contesto sociale nel quale è stato proposto.
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È stato questo contesto sociale, questa predominanza di contadini e artigiani nella società francese, che ha influenzato le idee di Proudhon. Egli non mancò mai di sottolineare che l'associazione sarebbe stata tirannia, se imposta ai contadini e agli artigiani (anzi, pensava che le associazioni sarebbero state liberamente accolte da questi lavoratori, se avessero pensato che era nel loro interesse). Egli affermò inoltre che la proprietà statale dei mezzi di produzione era un pericolo per la libertà del lavoratore industriale e, per di più, la prosecuzione del capitalismo con lo Stato come nuovo capo. Come disse nel 1848,''"non voglio vedere lo Stato confiscare miniere, canali e ferrovie; che alimenterebbe la monarchia, e una maggiore schiavitù salariale. Vogliamo miniere, canali, ferrovie consegnate alle associazioni dei lavoratori democraticamente organizzate...queste associazioni [saranno] modelli per l'agricoltura, l'industria e il commercio, il nucleo principale di quella grande federazione di imprese e di società intessute nella stoffa comune della Repubblica democratica sociale ". <ref>[[Né Dio né padrone. Antologia del pensiero anarchico]], vol. 1, p. 62</ref>
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Le associazioni dei lavoratori sarebbero richieste per quelle industrie che oggettivamente ne hanno bisogno (cioè l'industria capitalista) e per gli altri lavoratori che le desiderano.
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Marx, naturalmente, aveva risposto all'opera di Proudhon '''Sistema delle contraddizioni economiche''' con la sua '''Miseria della filosofia'''. L'opera di Marx ha suscitato scarso interesse quando fu pubblicata, anche se Proudhon lesse attentamente e annotò la sua copia dell'opera di Marx, affermando che era ''"un libello"'' e un ''"ordito di abusi, calunnie, falsificazioni e plagi"'' (appellò persino Marx come ''"la tenia del socialismo. "'') <ref>citato da George Woodcock, [[Proudhon]], p. 102</ref> Purtroppo Proudhon non replicò all'opera di Marx a causa di una grave crisi familiare e successivamente per l'inizio della rivoluzione francese del 1848. Tuttavia, date le sue opinioni su Louis Blanc e sugli altri socialisti che vedevano il socialismo introdotto dopo aver preso il potere dello Stato, egli non sarebbe stato per nulla favorevole alle idee di Marx.
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Così, mentre nessuna delle argomentazioni di Proudhon e di Stirner è direttamente rivolta contro il marxismo, le loro idee sono applicabili a gran parte della tradizione marxista in quanto erede di molte delle idee del socialismo di Stato che essi contestavano. Di conseguenza espressero entrambi delle forti critiche alle idee socialiste e comuniste che esistevano al tempo in cui vissero. Gran parte delle loro analisi sono state incorporate nelle idee collettiviste e comuniste degli anarchici che li seguirono (alcuni direttamente, come fecero con Proudhon, altri per caso perchè l'opera di Stirner fu rapidamente dimenticata ed ebbe un impatto sul movimento anarchico soltanto quando George Henry Mackay la riscoprì nel 1890). Questo può essere visto dal fatto che le idee di Proudhon sulla gestione della produzione da parte delle associazioni dei lavoratori, l'opposizione alla nazionalizzazione come capitalismo di Stato e la necessità di agire dal basso, dai lavoratori stessi, trovano tutte il loro posto nel comunismo anarchico e nell'anarco-sindacalismo e nella loro critica del marxismo tradizionale (come la democrazia sociale) e del leninismo.
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Echi di queste critiche si possono trovare commenti di Bakunin del 1868:
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<blockquote>''"Io odio il comunismo, perché è la negazione della libertà e perchè per me l'umanità è impensabile senza la libertà. Io non sono un comunista, perché il comunismo concentra e inghiotte dentro di sé per il bene dello Stato tutte le forze della società, perché inevitabilmente porta alla concentrazione della proprietà nelle mani dello Stato... Voglio vedere la società e la proprietà collettiva o sociale organizzata dal basso verso l'alto per mezzo di libere associazioni, non dall'alto verso il basso per mezzo di un qualsiasi tipo di autorità... Questo è il senso in cui io sono un collettivista e non un comunista".''<ref>citato da K.J. Kenafick, [[Michael Bakunin e Karl Marx]], pp. 67-8</ref></blockquote>
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È con Bakunin che il marxismo e l'anarchismo entrarono in conflitto diretto. Fu Bakunin che condusse la lotta contro Marx nella '''Associazione Internazionale dei Lavoratori''' tra il 1868 e il 1872. È stato in questi scambi che le due scuole del socialismo (libertaria e autoritaria) si sono chiarite. Con Bakunin, la critica anarchica del marxismo (e del socialismo di Stato in generale) comincia a raggiungere la sua forma ultima. Inutile dire che questa critica ha continuato a svilupparsi dopo la morte di Bakunin (in particolare dopo le esperienze di veri e propri movimenti marxisti e rivoluzioni). Tuttavia, gran parte di essa implicava e ampliava molte delle originali previsioni e analisi di Bakunin.
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Discuteremo la critica di Bakunin nella [[#H.1.1 Qual è stata la critica di Bakunin del marxismo?|sezione successiva]].
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==H.1.1 Qual è stata la critica di Bakunin del marxismo?==
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Bakunin e Marx si scontrarono, come è noto, nella prima '''Associazione Internazionale dei Lavoratori''' tra il 1868 e il 1872. Questo confronto ha contribuito a chiarire l'opposizione anarchica alle idee del marxismo e può essere considerato come la prima grande analisi teorica e critica del marxismo da parte degli anarchici. Dopo di che, naturalmente, seguirono critiche e in particolare dopo la degenerazione della democrazia dociale nel riformismo e il fallimento della rivoluzione russa (entrambe permisero alle critiche teoriche di arricchirsi di prove empiriche), ma il confronto tra Bakunin e Marx ha gettato le basi per quello che è venuto dopo. Per questo una panoramica della critica di Bakunin è importante.
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Prima, però, dobbiamo sottolineare che Marx e Bakunin avevano molte idee simili. Entrambi hanno espesso la necessità per i lavoratori di organizzarsi per rovesciare il capitalismo. Entrambi hanno sostenuto una rivoluzione socialista dal basso. Essi hanno parlato di proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Entrambi hanno sempre sottolineato che l'emancipazione dei lavoratori deve essere il compito degli stessi lavoratori. Differivano, ovviamente, nel modo esatto con cui questi punti comuni avrebbero dovuto essere messi in pratica. Entrambi, inoltre, avevano la tendenza a travisare le opinioni dell'altro su determinate questioni (in particolare quando lo scontro raggiunse il suo culmine). Gli anarchici, e ciò non sorprende, sostengono che a Bakunin ha dato ragione la storia, confermando in questo modo gli aspetti chiave della sua critica a Marx.
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Quindi, quale fu la critica di Bakunin al marxismo? Ci sono cinque aree principali. In primo luogo, vi è la questione dell'attività in corso (ad esempio se il movimento operaio dovrebbe partecipare alla "politica" e sulla natura della organizzazione della classe operaia rivoluzionaria). In secondo luogo, vi è la questione della forma di rivoluzione (cioè se debba essere politica '''piuttosto che''' economica, o se debba essere entrambe allo stesso tempo). In terzo luogo, vi è la questione della "dittatura del proletariato". In quarto luogo, vi è la questione se il potere politico '''può''' essere preso dalla classe operaia nel suo complesso o se può essere esercitata solo da una piccola minoranza. In quinto luogo, vi era la questione se la natura della rivoluzione dovesse essere centralizzata o decentrata. Le discuteremo una alla volta.
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Sul tema della lotta in corso, le differenze tra Marx e Bakunin erano chiare. Per Marx, il proletariato doveva prendere parte alle elezioni borghesi come un partito politico organizzato. Come cita la risoluzione del Congresso della Prima Internazionale all'Aia ("gerrymandered"<ref>così nel testo: "gerrymandered" deriva da [http://it.wikipedia.org/wiki/Gerrymandering "gerrymandering"]; il V Congresso ("ultimo") all'Aja presentò una larga maggioranza favorevole alle tesi di Marx [ndt]</ref>), ''"nella sua lotta contro il potere collettivo delle classi abbienti il proletariato può agire come classe solo costituendosi come un partito politico distinto, opposto a tutti i vecchi partiti formati dalle classi abbienti...la conquista del potere politico diventa il grande compito del proletariato "''.<ref>Marx, Engels, Lenin, [[Anarchismo e Anarco-sindacalismo]], p. 85</ref>
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Questo partito politico deve candidarsi alle elezioni e vincere con i voti. Come disse Marx nel programma del partito dei lavoratori socialisti francesi, i lavoratori devono trasformare il suffragio universale ''"da uno strumento di inganno...ad uno strumento di emancipazione"''. Questo può essere considerato come parte del processo delineato nel '''Manifesto del Partito Comunista''', in cui si è affermato che ''"l'obiettivo immediato dei comunisti è lo stesso di tutti gli altri partiti proletari"'', vale a dire ''"la conquista del potere politico da parte del proletariato "'', il ''"primo passo nella rivoluzione della classe operaia"'' è ''"sollevare il proletariato alla posizione di classe dirigente, per vincere la battaglia della democrazia"''. Successivamente Engels affermò (nel 1895) che ''"il Manifesto del Partito Comunista aveva già proclamato la vittoria del suffragio universale, della democrazia, come uno dei primi e più importanti compiti del proletariato militante"'' e che la socialdemocrazia tedesca aveva mostrato ai lavoratori di tutti i Paesi ''"come fare uso del suffragio universale."''<ref>[[The Marx ed Engels Reader]], p. 566, p. 484, p. 490 e p. 565</ref>
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Bakunin, al contrario, ha affermato che mentre i comunisti ''"immaginano di poter raggiungere il loro obiettivo con lo sviluppo e l'organizzazione del potere politico delle classi operaie...aiutato dal radicalismo borghese"'', gli anarchici ''"credono di poter avere successo solo attraverso lo sviluppo e l'organizzazione del potere non-politico o anti-politico della classe operaia"''. I comunisti ''"credono che sia necessario organizzare le forze dei operaie per prendere il potere politico dello Stato"'', mentre gli anarchici ''"si organizzano per distruggerlo"''. Bakunin vide questo in termini di creazione di nuovi organi di potere della classe operaia in opposizione allo Stato, organizzati ''"dal basso verso l'alto, dalle libera associazione o federazione dei lavoratori, a partire con le associazioni, poi con i comuni, le regioni, le nazioni, e, infine, culminando in una grande federazione internazionale e universale "''. <ref>[[Bakunin on Anarchism]], pp. 262-3 e p. 270</ref> In altre parole, un sistema di consigli operai. Per questo si è sempre espresso a favore dei lavoratori, dei contadini e degli artigiani di organizzarsi in sindacati e aderire all''''Associazione Internazionale dei Lavoratori''', in modo da diventare ''"una forza reale... che sa cosa fare ed è quindi in grado di guidare la rivoluzione nella direzione segnata dalle aspirazioni del popolo: una seria organizzazione internazionale delle associazioni dei lavoratori di tutte le terre in grado di sostituire questo mondo di '''stati'''"''. <ref>Op. Cit, pag. 174</ref>
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Alla tesi di Marx che i lavoratori dovrebbero organizzarsi politicamente, e inviare le loro rappresentanze in Parlamento, Bakunin rispose che quando ''"i lavoratori... mandano operai comuni... alle Assemblee Legislative... I lavoratori-deputati, trapiantati in un ambiente borghese, in un'atmosfera di idee puramente borghese, di fatto cesseranno di essere lavoratori e, diventando uomini dello Stato, essi diventeranno borghesi... perchè uomini che non fanno la loro situazioni; al contrario sono esse che fanno gli uomini"''.<ref>'''The Basic Bakunin: Writings 1869-1871''', pag. 108</ref>
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Per come è andata la storia, l'esperienza della socialdemocrazia ha confermato l'analisi di Bakunin. Pochi anni dopo la morte di Engels nel 1895, la socialdemocrazia tedesca è stata tormentata dal dibattito del "revisionismo". Questo dibattito non nacque dalle menti di pochi capi, isolati dal movimento, ma piuttosto espresse gli sviluppi '''all'interno''' del movimento stesso. In effetti, i revisionisti vollero adattare la retorica di partito a quello che il partito stava effettivamente facendo e così la battaglia contro i revisionisti sostanzialmente rappresentò una battaglia tra ciò che il partito dicceva e ciò che in pratica stava facendo. Come disse uno degli storici più illustri di questo periodo, la distinzione ''"tra i contendenti rimase in gran parte soggettiva, una differenza di idee nella valutazione della realtà, piuttosto che una differenza nel campo delle azione."''<ref>C. Schorske, '''German Social Democracy''', p. 38</ref> Anche Rosa Luxemburg (uno dei più accaniti critici del revisionismo) nella sua '''Riforma sociale o rivoluzione?''' riconobbe che era ''"l'obiettivo finale del socialismo di rappresentare il solo fattore decisivo che distingue il movimento sociale democratico dalla democrazia borghese e dal radicalismo borghese"''. <ref>'''Rosa Luxemburg Speaks''', p. 36</ref> Per questo, i critici marxisti del "revisionismo" fallirono nel porre la crescita di idee revisioniste nella tattica utilizzata, invece di vederla in termini di un problema di idee. Con l'inizio della prima guerra mondiale, la socialdemocrazia era diventata così corrotti per le sue attività nelle istituzioni borghesi che appoggiò il suo Stato (e la classe dirigente) e votò per la guerra, piuttosto che denunciare la guerra come un macello imperialista per i profitti (vedi anche la [http://ita.anarchopedia.org/Una_FAQ_Anarchica_-_Cosa_fanno_gli_anarchici%3F sezione J.2.6] per una maggiori discussioni sugli effetti della campagna elettorale sui partiti radicali). Ovviamente, Bakunin ha avuto ragione.
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Tuttavia, dobbiamo sottolineare che se Bakunin rifiutava la partecipazione alla vita politica borghese, non significava che egli rifiutasse la "politica" o la "lotta politica" in generale (vedi anche la [http://ita.anarchopedia.org/Una_FAQ_Anarchica_-_Cosa_fanno_gli_anarchici%3F sezione J.2.10]). Come egli disse, ''"è assolutamente impossibile ignorare le questioni politiche e filosofiche"'' e ''"lo stesso proletariato le porrà"'' nella Internationale. Egli sosteneva che la lotta politica sarebbe venuta dalla lotta di classe, come ''"chi può negare che da questa organizzazione sempre crescente della solidarietà militante del proletariato contro lo sfruttamento borghese scaturirà la lotta politica del proletariato contro la borghesia?"''. Gli anarchici pensavano semplicemente che la ''"politica del proletariato"'' dovesse essere ''"la distruzione dello Stato"'' piuttosto che lavorare all'interno di esso. <ref>'''Bakunin on Anarchism''', p. 301, p. 302 e p. 276</ref> Perciò il popolo ''"deve organizzare il suo potere al di fuori e contro lo Stato"''.<ref>'''The Political Philosophy of Bakunin''', p. 376</ref>
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Come dovrebbe essere evidente a questo punto, la differenza tra Marx e Bakunin sulla natura di organizzazione del lavoro della classe nella lotta riflette queste differenze sulla lotta politica. Bakunin auspicava chiaramente quello che sarebbe poi chiamato da una strategia sindacale basata su azioni dirette (scioperi in particolare) e dei sindacati dei lavoratori ', che avrebbe "tenere per sé i semi di vita della nuova società, che è quello di sostituire il vecchio mondo. Essi non sono solo la creazione di le idee, ma anche i fatti del futuro stesso. " [Bakunin on Anarchism, p. 255] Questo movimento sindacale dovrebbero essere integrate da una specifica organizzazione anarchica che lavorare all'interno di influenzare verso obiettivi anarchica per l'influenza "naturale" dei suoi membri (cfr. J.3.7 sezione per una discussione più completa di questo). Marx sosteneva che i partiti politici, che utilizzano le elezioni, che, come la storia della socialdemocrazia indica, non ha avuto proprio il risultato Marx avrebbe voluto. Sezione J.2 discute l'azione diretta, campagna elettorale e se astensionismo anarchico implica disinteresse per la politica in modo più dettagliato.
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Che ci porta alla seconda questione, vale a dire la natura della rivoluzione stessa. Per Bakunin, una rivoluzione significava una rivoluzione sociale dal basso. Ciò comprende sia l'abolizione dello Stato e l'espropriazione del capitale. Nelle sue parole, "la rivoluzione deve esporre dal primo [a] radicalmente e totalmente a distruggere lo Stato." Le conseguenze "naturale e necessario", di cui sarà la confisca "di tutto il capitale produttivo e mezzi di produzione per conto delle associazioni dei lavoratori ', che sono per metterli all'uso collettivo... La federativo Alleanza di tutte le associazioni di lavoro degli uomini.. . costituiranno il Comune ". Lì "non può più essere alcuna politica di successo... Rivoluzione a meno che la rivoluzione politica si trasforma in rivoluzione sociale." [Michael Bakunin: Selected Writings, p. 170 e p. 171]
  
<< Ci sono molte più ragioni che ci rendono i socialisti più logici e i più completi, poiché esigiamo per ogni persona non solamente la sua parte intera della ricchezza della società, ma ugualmente la sua parte intera di potere>>[1].
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Che, per inciso, smentisce afferma Engels 'che Bakunin considerata "lo Stato come il male principale deve essere abolita." [Marx ed Engels Reader, p. 728] Chiaramente, affermazioni Engels travisare la posizione di Bakunin, come Bakunin sempre sottolineato che la trasformazione economica e politica dovrebbe verificarsi, allo stesso tempo, durante il processo rivoluzionario. Dato che il pensiero di Bakunin lo Stato era il protettore del capitalismo, nessun cambiamento economico potrebbe essere realizzata fino a quando è stata abolita. Questo significava anche che Bakunin considerata una rivoluzione politico prima che economico a significare la schiavitù continua dei lavoratori. Come ha sostenuto, "[t] o conquistare la libertà politica prima può significare non altra cosa, ma per vincere questa libertà solo, lasciando per i primi giorni almeno relazioni economiche e sociali nello stesso stato vecchio, - che è, lasciando i proprietari e capitalisti con le loro ricchezze insolenti, e gli operai con la loro povertà ". [La filosofia politica di Bakunin, p. 294] Con la potenza economica dei capitalisti 'intatto, potrebbe potere politico dei lavoratori' rimangono forti? Come tale, "ogni rivoluzione politica in atto prima e, di conseguenza, senza una rivoluzione sociale deve necessariamente essere una rivoluzione borghese, e di una rivoluzione borghese, non può che essere uno strumento per portare su socialismo borghese - che è, essa è destinata a finire in un nuovo ,, più ipocrita e più abile, ma non meno oppressivo, lo sfruttamento del proletariato borghese ". [Op. Cit, pag. 289]
  
Con questa perspettiva gli anarchici hanno combattuto l'idea del socialismo e del marxismo di Stato (anche se dovremmo sottolineare che le forme libertarie del marxismo, quali il comunismo di consigli, hanno delle forti similitudini con l'anarchismo). Questa opposizione al socialismo autoritario é un aspetto centrale dell'anarchismo, un'opposizione che é stata forte e consistente. Alcune volte é detto da alcuni '''''droitistes''''' che i socialisti libertari e gli anarchici hanno iniziato ad esprimere la loro opposizione al marxismo solamente dopo che l'Unione Sovietica sia crollata, mentre la verità é totalmente differente. Alcuni anarchici, bisogna sottolinearlo, si sono opposti a tutte le forme di socialismo di Stato dall'inizio (nel caso della Rivoluzione Russa, gli anarchici erano, dalla parte sinistra, fra le prime vittime dei Bolscevichi).
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Marx ed Engels mantenere questa posizione? Apparentemente così. Discutendo la Comune di Parigi, Marx notato che era "la forma politica finalmente scoperto in base al quale elaborare l'emancipazione economica del lavoro", e come la "regola della politica, il produttore non può coesistere con la perpetuazione della sua schiavitù sociale" del Comune era quello di "servire come una leva per sradicare le basi economiche su cui poggia l'esistenza di classi". [Marx ed Engels, Selected Writings, p. 290] Engels ha sostenuto che il proletariato "prende il potere pubblico, e per mezzo di questo trasforma il... Mezzi di produzione... In proprietà pubblica". [Il Marx-Engels Reader, p. 717] Nel Manifesto del partito comunista che ha sostenuto che "il primo passo nella rivoluzione della classe operaia" è il rais "[ing] il proletariato alla posizione di classe dirigente, per vincere la battaglia di democrazia". Il proletariato "userà la sua supremazia politica per strappare a poco a poco, tutto il capitale della borghesia, per centralizzare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, cioè del proletariato organizzato come classe dominante". [Manifesto del Partito Comunista, p. 52]
  
In effetti, la storia del marxismo é, in parte, una storia delle sue lotte contro gli anarchici, come la storia dell'anarchismo é ugualmente, in parte, una storia della sua lotta contro le diverse forme di marxismo e delle sue ramificazioni. Enunciare, o dire implicitamente, che gli anarchici si sono opposti solo recentemente al marxismo é falso - ci siamo opposti da subito.
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Allo stesso modo, quando Marx ha discusso che cosa la "dittatura del proletariato" significava, ha affermato (in risposta alla domanda di Bakunin "su cui si regola il proletariato"), che significava semplicemente "che così a lungo come le altre classi continuano ad esistere, il capitalista classe, in particolare, il proletariato combatte (per con l'avvento del proletariato al potere, i suoi nemici non avrà ancora scomparso), si deve ricorrere a misure di forza, di conseguenza, misure governative, se essa rimane ancora una classe e le condizioni economiche in cui la lotta di classe e l'esistenza di classi non sono ancora scomparsi, devono essere allontanati con la forza o trasformato, e il loro processo di trasformazione deve essere forzatamente accelerato ". [Il Marx-Engels Reader, pp. 542-3] Nota, "capitalisti", non "ex-capitalisti," in modo che implica che i membri del proletariato sono, infatti, ancora proletari dopo il "socialista" rivoluzione e quindi ancora soggetto alla schiavitù salariale da parte dei capitalisti.
  
Mentre Stirner e Proudhon scrivevano diverse pagine '''sur les maux''' e le contraddizioni del socialismo di Stato, gli anarchici combattevano realmente la forma marxista del socialismo di Stato, e questo da Bakunin in poi. Questo perché, fino alla Prima Internazionale, Marx ed Engels erano dei teorici socialisti relativamente sconosciuti. Proudhon conosceva Marx (si erano incontrati intorno al 1840 in Francia ed avevano avuto una corrispondenza) ma il marxismo era sconosciuto in Francia durante l'esistenza di Proudhon, che non ha potuto quindi criticare direttamente il marxismo (nonostante ciò, ha criticato Louis Blanc e altri socialisti di Stato francesi). Allo stesso modo, quando Stirner scrive "L'Unico e la sua proprietà", il marxismo non esisteva, a parte qualche lavoro di Marx ed Engels. In effetti''', on pourrait estimer que le marxisme a finalement pris forme après que Marx ait lu le classique de Stirner et ait produit son diatribe notoirement imprécis L'idéologie Allemande en réponse.''' Inoltre, come Proudhon, Stirner ha attaccato i socialisti di Stato e i comunisti.
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Chiaramente, poi, Marx ed Engels ha esaminato la presa del potere dello Stato come l'evento chiave e, più tardi, l'espropriazione degli espropriatori si verificasse. In tal modo il potere economico dei capitalisti sarebbe rimasta, con il proletariato che utilizzano il potere politico di lotta e di ridurlo. Anarchici sostengono che se il proletariato non detengono il potere economico, il suo potere politico sarebbe nella migliore delle ipotesi è insicuro e che di fatto degenerare. Sarebbero i capitalisti semplicemente seduti ad aspettare, mentre il loro potere economico è stato progressivamente eliminato da un'azione politica? E che dire del proletariato in questo periodo? Avranno pazienza obbedire ai loro padroni, continuano ad essere oppresse e sfruttate da loro fino al momento in cui alla fine della loro "schiavitù sociale" è stato elaborato (e da chi)? Come l'esperienza della rivoluzione russa ha dimostrato, Marx ed Engels posizione dimostrato di essere insostenibile.
  
Prima di discutere dell'opposizione e della critica del marxismo di Bakunin nella prossima sezione, dovremmo considerare il pensiero di Stirner e di Proudhon sul socialismo di Stato. Queste critiche contengono delle idee importanti e di conseguenza vale la pena di ricapitolarle.
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Come vedremo più in dettaglio in appendice sul "cosa è successo durante la rivoluzione russa?", Gli operai russi inizialmente seguito il percorso di Bakunin. Dopo la rivoluzione di febbraio, hanno organizzato i comitati di fabbrica e ha lanciato l'idea e la pratica dei lavoratori auto-gestione della produzione. Gli anarchici russi sostenuto tutto questo movimento il cuore, sostenendo che esso deve essere spinto quanto sarebbe andata. Al contrario, Lenin ha sostenuto per il "controllo dei lavoratori 'sopra i capitalisti". [Will i bolscevichi mantenere il potere?, P. 52] Questo è stato, ovviamente, il criterio applicato immediatamente dopo la presa del potere bolscevico. Tuttavia, come uno scrittore leninista ammette, "[t] ue forze schiacciante potente obbligato i bolscevichi ad abbandonare questo 'riformista' del corso." Uno è stato l'inizio della guerra civile, l'altro "è stato il fatto che i capitalisti usato il loro potere ancora per rendere il sistema inutilizzabile. Alla fine del 1917 il Congresso russo di tutti i datori di lavoro ha dichiarato che tali 'fabbriche in cui il controllo è esercitato per mezzo di interferenza attiva nella gestione sarà chiuso. ' Risposta naturale I lavoratori 'per l'ondata di serrate, che seguì fu per chiedere che la loro [sic!] Stato nazionalizzare le fabbriche ". [John Rees, "In difesa del mese di ottobre", pp. 3-82, International socialismo, no. 52, p. 42] Nel luglio 1918, solo un quinto delle imprese nazionalizzate era stata nazionalizzata dal governo centrale (che, del resto, dimostra l'insensibilità del potere centralizzato). Chiaramente, l'idea che una rivoluzione sociale può venire dopo un politico ha dimostrato di essere un fallimento - la classe capitalista utilizzato i suoi poteri per distruggere la vita economica della Russia.
  
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Di fronte alla prevedibile opposizione da parte di capitalisti al loro sistema di "controllo" i bolscevichi nazionalizzazione dei mezzi di produzione. Purtroppo, nei luoghi di lavoro nazionalizzato la situazione del lavoratore è rimasto sostanzialmente invariato. Lenin era stato argomento a favore di una gestione uomo (nominati dall'alto e armati di "dittatoriale" poteri) dalla fine di aprile 1918. Questo allo scopo di sostituire i dirigenti capitalista con i dirigenti dello Stato, non per i lavoratori auto-gestione:
  
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    "In tre occasioni nei primi mesi del potere sovietico, la fabbrica [] leader dei comitati cercato di portare il loro modello [di lavoratori autonomi 'gestione dell'economia] in essere. In ogni punto la leadership del partito annullata loro. Bolscevico L'alternativa è stata matureranno sia gestionali e di controllo negli organi dello Stato che sono state subordinate alle autorità centrali, e formata da loro ". [Thomas F. Remington, costruzione del socialismo in Russia bolscevica, p. 38]
  
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Bakunin la paura di ciò che accadrebbe se una rivoluzione politica preceduto uno sociale si è avverato. La classe operaia ha continuato ad essere sfruttati e degli oppressi come prima, in primo luogo dalla borghesia e poi dalla nuova borghesia di stato nominato manager armato di tutti i poteri di quelli vecchi (più qualche altro). La Russia ha confermato l'analisi di Bakunin che una rivoluzione deve essere immediatamente coniugare gli obiettivi politici ed economici, affinché esso abbia successo.
  
{{STUB4}}ARTICOLO IN CORSO DI TRADUZIONE
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Che ci porta alla "dittatura del proletariato". Mentre molti marxisti fondamentalmente usare questo termine per descrivere la difesa della rivoluzione e quindi sostengono che gli anarchici non vedo la necessità di difendere una rivoluzione, questo non è corretto. Anarchici a partire da Bakunin hanno sostenuto che la rivoluzione avrebbe dovuto difendersi da contagiri ma noi rifiutiamo il termine completamente (vedere paragrafi H.2.1, I.5.14 e J.7.6 per una confutazione delle domande che gli anarchici pensare una rivoluzione non necessità di difendere). Allora perché Bakunin rifiutare il concetto? Per capire perché, dobbiamo fornire alcune contesto storico - e cioè il fatto che nel momento in cui stava scrivendo il proletariato era una minoranza delle masse lavoratrici.
  
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In poche parole, gli anarchici nel XIX secolo, ha respinto l'idea della "dittatura del proletariato", semplicemente perché il proletariato era una minoranza di lavoratori al momento. In quanto tale, per discutere di una dittatura del proletariato inteso a sostenere la dittatura di una classe di minoranza, una classe che escludeva la maggioranza delle lavoratrici persone. Quando Marx ed Engels ha scritto il Manifesto del partito comunista, per esempio, oltre l'80% della popolazione di Francia e Germania erano contadini o artigiani - ciò che Marx ha chiamato il piccolo "borghese" e dei suoi seguaci definito il "piccolo-borghese". Questo fatto ha fatto sì che il commento del Manifesto del partito comunista che il "movimento proletario è l'auto-coscienza, movimento indipendente della immensa maggioranza, nell'interesse della stragrande maggioranza" è stato semplicemente non vera. Piuttosto, per la vita di Marx-tempo (e per molti decenni dopo) il movimento proletario era come "[a] ll movimenti precedenti," vale a dire "i movimenti delle minoranze, o gli interessi delle minoranze". [Il Marx-Engels Reader, p. 482]
  
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Non che Marx ed Engels non erano a conoscenza di questo. Nel Manifesto si nota che "[i] n paesi come la Francia" i contadini "costituiscono oltre la metà della popolazione". Nel suo famoso lavoro 1875 "Critica al programma di Gotha", Marx ha osservato che "la maggioranza dei 'popolo lavoratore' in Germania è costituito da contadini, e non di proletari." Egli ha sottolineato altrove intorno allo stesso tempo che "il contadino... Forme più meno di maggioranza... Nei paesi del continente occidentale europeo." [Op. Cit, pag. 493, p. 536 e p. 543]
  
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Chiaramente, poi, Marx e Engels visione della rivoluzione proletaria è stato uno che ha coinvolto un dettare minoranza alla maggioranza. In quanto tale, Bakunin ha respinto il concetto. Era semplicemente sottolineando il fatto che una "dittatura del proletariato", al momento, in realtà significava una dittatura di una minoranza di lavoratori e quindi una "rivoluzione" che escludeva la maggior parte degli uomini del lavoro (cioè gli artigiani e dei contadini). Come egli ha sostenuto nel 1873:
  
'''Avant de discuter de l'opposition et de la critique du marxisme de Bakounine dans la prochaine section, nous devrions considérer les pensées de Stirner et de Proudhon sur le socialisme d'Etat. Ces critiques contiennent des idées importantes et ainsi valent la peine d'être récapitulées.''' Cependant, il vaut la peine de noter qu'au moment où Stirner et Proudhon écrivaient, les idées communistes étaient toutes autoritaires par nature. Le communisme libertaire s'est seulement développé après la mort de Bakounine en 1876. Ceci signifie que quand Proudhon et Stirner critiquaient le « communisme », ils s'attaquaient à une forme spécifique de communisme, la forme qui a subordonné l'individu à la communauté. Les communistes anarchistes comme Kropotkine et Malatesta se sont également opposés à de tels genres de « communisme » (comme Kropotkine le soulignait, le communisme d'« avant et pendant l'année 1848 » "a été proposé sous une telle forme que cette dernière suffit entièrement à expliquer la méfiance de Proudhon quant à son effet sur la liberté. La vieille idée du communisme était l'idée des communautés monastiques ... Les derniers vestiges de la liberté et de l'énergie individuelle seraient détruits, si l'humanité devait jamais passer par un tel communisme"[2].). Naturellement, il se peut que Stirner et Proudhon auraient rejeté le communisme libertaire de la même façon, mais souvenez-vous que toutes les formes de « communisme » ne sont pas identiques.
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    "Se il proletariato è la classe dirigente... Allora quale sarà la regola? Ci deve essere un'altra proletariato, che saranno oggetto di questa nuova regola, questo nuovo stato. Esso può essere la plebe contadina... Che, trovando stessa ad un livello culturale più basso, probabilmente sarà disciplinata dalle urbano e proletariato di fabbrica. " [Statalismo e anarchia, pp. 177-8]
  
Pour Stirner, la question clé était que le communisme (ou le socialisme), comme le libéralisme, considère l'« humain » plutôt que l'individu. « être considéré comme juste une pièce, une partie de la société » a affirmé Striner, "l'individu ne peut pas le supporter -- parce qu'il est plus que cela ; son unicité rejete cette conception"[3]. En tant que tel, sa protestation contre le communisme était semblable à sa protestation contre le libéralisme (en effet, il a attiré l'attention sur leur similitude en appelant le socialisme et le communisme comme du « libéralisme social » ).
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Bakunin continuamente sottolineato che i contadini "si unirà causa con i lavoratori della città nel più breve tempo sono convinti che questi ultimi non pretendono di imporre la loro volontà o di qualche ordine politico o sociale, inventato dalla città per la felicità più grande dei villaggi, che saranno Iscriviti a causa non appena sono sicuri che gli operai non avranno le loro terre di distanza. " In quanto tale, come osservato in precedenza, mentre i marxisti volte per lo "sviluppo e l'organizzazione del potere politico della classe operaia, e principalmente del proletariato della città," anarchici volte per "il sociale (e quindi anti-politica) organizzazione e di potere delle masse lavoratrici delle città e dei villaggi ". [La filosofia politica di Bakunin, p. 401 e p. 300]
  
Stirner se rendait compte que le capitalisme n'était pas le grand défenseur de la liberté qu'il prétendait être. « L'acquisition agitée », a-t-il dit, « ne nous laisse pas reprendre notre souffle, prendre le plaisir d'aprécier ce que nous avons : nous n'obtenons pas de réconfort de nos possessions ». Le communisme, par l'« organisation du travail », peut « porter ses fruits » de telle manière que « nous venons à un accord au sujet du travail humain, qu'ils ne peuvent pas, comme sous la concurrence, réclamer à toute heure et toute notre vie ». Cependant, le communisme « passe sous silence ceux sur qui le temps sera gagné ». Lui, en revanche, souligne qu'il est pour l'individu, « pour se réjouir en lui-même, en tant qu'individu »[4].
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Per Bakunin, a sostenere la "dittatura del proletariato" in un ambiente dove la stragrande maggioranza delle persone che lavorano erano contadini sarebbe un disastro. E 'solo quando si capisce questo contesto sociale che si può capire l'opposizione di Bakunin a Marx "dittatura del proletariato" - sarebbe una dittatura di una classe di minoranza sul resto della popolazione attiva (l'ha presa come un dato di fatto che il capitalistica e classi padrone di casa dovrebbe essere espropriati e arrestati da distruggere la Rivoluzione!). Per Bakunin, quando la classe operaia era una minoranza, era essenziale "[o] rganise il proletariato della città in nome del socialismo rivoluzionario, e nel fare questo, si uniscono in un unico organismo di preparazione insieme con i contadini. Una rivolta il proletariato da sola non sarebbe sufficiente, con che avremmo solo una rivoluzione politica che necessariamente produrre una reazione naturale e legittimo da parte dei contadini, e che la reazione, o semplicemente l'indifferenza dei contadini, avrebbe strangolato la rivoluzione del le città. " [Op. Cit, pag. 378]
  
Ainsi le socialisme d'Etat n'identifie pas le but de l'association comme étant de libérer l'individu et de le soumettre, au contraire, à une nouvelle tyrannie : "Ce n'est pas un autre état (tel que l'état du peuple) que les hommes veulent, mais leur union, cette union fluide de tout qui est libre -- un état existe même sans ma coopération . . . l'établissement indépendant de l'état fonde mon manque d'indépendance ; son état comme 'croissance normale', son organisation, exige que ma nature ne se développe pas librement, mais doivent s'y adapter"[5].
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Questo spiega perché gli anarchici al St. Imier Congresso ha sostenuto che "ogni Stato politico non può essere altro, ma la dominazione organizzata a favore di una classe, a scapito delle masse, e che il proletariato deve prendere il potere per sé, sarebbe a sua volta diventare una nuova classe dominante e di sfruttamento ". Come il proletariato è una classe di minoranza, al momento, le loro preoccupazioni possono essere compresi. Per gli anarchici allora, e ora, una rivoluzione sociale deve essere veramente popolare e coinvolgere la maggioranza della popolazione, al fine di riuscire. Non sorprende che il congresso ha sottolineato il ruolo del proletariato nella lotta per il socialismo, sostenendo che "il proletariato di tutte le terre... Deve creare la solidarietà di azione rivoluzionaria... In modo indipendente e in opposizione a tutte le forme della politica borghese". Inoltre, l'obiettivo del movimento operaio 'è stato "libero organizzazioni e federazioni... Creato dalla azione spontanea del proletariato stesso, [che è, per] le organizzazioni professionali e dei comuni autonomi". [citato in Bakunin on Anarchism, p. 438, p. 439 e p. 438]
  
De même, Stirner a noté le fait que le « communisme, par l'abolition de toute la propriété personnelle, me rend seulement encore plus dépendant à l'égard des autres, de la collectivité ... [ce qui est] une condition gênant ma libre circulation, une puissance souveraine au-dessus de moi. Le communisme se révolte à raison contre la pression que j'éprouve de la part de différents propriétaires ; mais combien est plus horrible cette force qu'il met dans les mains de la collectivité »[6].
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Quindi commento di Bakunin che "la designazione del proletariato, il mondo dei lavoratori, come classe piuttosto che come" massa "profondamente antipatico a noi anarchici rivoluzionari che incondizionatamente avvocato piena emancipazione popolare". Per fare ciò, ha sostenuto, significava "[n] nessuna disposizione più o meno di una nuova aristocrazia, quella dei lavoratori urbani e industriali, ad esclusione dei milioni che compongono il proletariato rurale e che... In effetti diventa soggetti di questo grande cosiddetto Stato popolare ". [Michael Bakunin: Selected Writings, pp. 253-4]
  
L'histoire a confirmé ceci irréfutablement. En nationalisant la propriété, les régimes socialistes des divers état ont transformés l'ouvrier domestique du capitaliste en serf de l'état. En revanche, les communiste-anarchistes plaident pour l'association libre et l'auto-gestion des ouvriers comme moyens de s'assurer que la propriété ne se transforme pas en déni de liberté plutôt que de laisser l'état diriger. En tant que telle, l'attaque de Stirner sur ce que Marx a nommé le « communisme vulgaire » est encore importante et trouve des échos dans des écritures des communistes-anarchistes aussi bien que dans les meilleurs travaux de Marx et de ses héritiers libertaires.
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Ancora una volta, le esperienze della rivoluzione russa tendono a confermare le preoccupazioni di Bakunin. I bolscevichi attuato la dittatura della città sulla campagna, con risultati disastrosi (vedi l'appendice sul "cosa è successo durante la rivoluzione russa?" Per maggiori dettagli).
  
Pour montrer la différence entre le « communisme » que Stirner a attaqué et l'anarchisme-communisme, nous pouvons prouver que Kropotkine n'était pas « évasif » au sujet de l'importance de l'organisation de la production. Comme Stirner, il a pensé que sous le communisme libertaire l'individu "déverserait son travail dans les champs, les usines, etc., comme un dû à la société en tant que contribution à la production générale. Et il utilisera la deuxième moitié de son jour, sa semaine, ou son année, pour satisfaire ses besoins artistiques ou scientifiques, ou ses loisirs"[7]. En d'autres termes, il a considéré l'objectif entier de l'organisation du travail comme un moyen de fournir à l'individu le temps et les ressources requises pour exprimer leur individualité. En tant que tels, l'anarcho-communisme incorpore les soucis et les arguments légitimes de Stirner.
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Un ultimo punto su questo argomento. Mentre gli anarchici rifiutano la "dittatura del proletariato" è evidente che non rinnego il ruolo fondamentale del proletariato deve svolgere in ogni rivoluzione sociale (si veda la sezione H.2.2 sul motivo per cui gli anarchici marxista affermazione respingere la lotta di classe è false). Abbiamo solo respingere l'idea che il proletariato deve dettare rispetto alle altre persone che lavorano come contadini e artigiani. Noi non rifiutiamo la necessità di una classe operaia per difendere una rivoluzione, né la necessità per loro di espropriare la classe capitalista, né per loro di gestire le proprie attività e quindi la società.
  
Des arguments semblables à ceux de Stirner peuvent être trouvés dans les travaux de Proudhon contre les divers arrangements du socialisme d'état qui existait en France au milieu du dix-neuvième siècle. Il a en particulier attaqué les idées de Louis Blanc. Blanc, dont le plus célèbre livre était l'Organisation du Travail (édité en 1840) a noté le fait que des défectuosités sociales pourraient être résolues au moyen de réformes lancées et financées par le gouvernement. Plus spécifiquement, il a noté le fait qu'il était « nécessaire d'employer la puissance entière de l'état » pour assurer la création et le succès des associations des ouvriers (ou « des ateliers sociaux »). Puisque « ce dont les prolétaires manquent pour se libérer eux-mêmes sont les outils du travail », le gouvernement « doit leur en fournir ». « L'état », en bref, « devrait se placer résolument à la tête de l'industrie ». Les capitalistes seraient encouragés à investir l'argent dans ces ateliers, pour lesquels il y aurait un intérêt garanti. De tels ateliers lancés par l'état forceraient bientôt l'industrie privé à se changer en ateliers sociaux, pour éliminer la concurrence[8].
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Poi c'è la questione di se, anche se il proletariato non impadronirsi del potere politico, se tutto il proletariato può effettivamente esercitarla. Bakunin sollevando le domande ovvie:
  
Proudhon s'est opposé à ce schéma à beaucoup de niveaux. Premièrement, il a noté le fait que l'arrangement de Blanc faisait « appel à l'état pour une association silencieuse ; c'est-à-dire, qu'il se met à genoux devant les capitalistes et reconnait la toute-puissance du monopole ». Etant donné que Proudhon a vu l'état comme l'instrument de la classe capitaliste, demander que l'état supprime le capitalisme était illogique et impossible. D'ailleurs, en obtenant les fonds pour « l'atelier social » de la part des capitalistes, l'arrangement de Blanc minait à peine leur pouvoir. Le « capital et le pouvoir », Proudhon a énoncé, « les organes secondaires de la société, sont toujours les dieux que le socialisme adore ; si le capital et le pouvoir n'existaient pas, elle les inventerait »[9]. Il a souligné la nature autoritaire de l'arrangement de Blanc :
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    "Infatti, anche dal punto di vista di quel proletariato urbano, che si suppone di trarre il premio unico della presa del potere politico, certo è evidente che questo potere non sarà mai altro che una farsa? Esso è legato alla impossibilità per pochi migliaia di euro, per non parlare di decine o centinaia di migliaia di uomini di esercitare tale potere in modo efficace. Essa dovrà essere esercitata per delega, il che significa affidare ad un gruppo di uomini eletti per rappresentare e governare loro, che a sua volta, immancabilmente ritorno a tutti l'inganno e la sottomissione del rappresentante o dominio della borghesia. Dopo un breve lampo di libertà o rivoluzione orgiastici, i cittadini del nuovo Stato si sveglierà schiavi, burattini e le vittime di un nuovo gruppo di uomini ambiziosi ". [Op. Cit., Pp. 254-5]
  
    " M. Blanc n'est jamais fatigué de faire appel à l'autorité, alors que le socialisme se déclare nettement anarchiste ; M. Blanc place le pouvoir au-dessus de la société, et le socialisme tend à le subordonner à la société ; M. Blanc considère la vie sociale comme une conséquence, et le socialisme estime qu'elle prend naissance et se développe ; M. Blanc court après la politique, et le socialisme est à la recherche de la science. Plus d'hypocrisie, veux-je dire à M. Blanc : vous ne désirez ni catholicisme ni monarchie ni noblesse, mais vous devez avoir un Dieu, une religion, une dictature, une censure, une hiérarchie, des distinctions, et des rangs. Pour ma part, je nie votre Dieu, votre autorité, votre souveraineté, votre état juridique, et toutes vos représentations mystificatrices"[10].  
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Ha ripetuto questo argomento in Statalismo e anarchia, dove ha chiesto "[w] hat vuol dire, 'il proletariato portato ad una classe dirigente?' Sarà l'intera testa proletariato il governo? Il numero di tedeschi, circa 40 milioni di euro. Will tutti i 40 milioni di membri del governo? L'intera nazione si regola, ma nessuno sarà escluso. Poi ci sarà nessun governo, nessun Stato, ma se vi è uno stato, ci saranno anche coloro che sono governati, ci saranno schiavi. " Bakunin ha sostenuto che il marxismo risolve questo dilemma "in modo semplice. Dal governo popolare si intende il governo del popolo da un piccolo numero di rappresentanti eletti dal popolo. Cosiddetti rappresentanti del popolo e governanti dello stato eletto da tutta la nazione sulla base del suffragio universale - l'ultima parola dei marxisti, così come la scuola democratica - è una bugia dietro il quale si trova il dispotismo di una minoranza dominante è nascosto, una menzogna tanto più pericolosa in quanto rappresenta se stessa come l'espressione di una finzione volontà popolare ". [Statalismo e anarchia, p. 178]
  
Proudhon s'est également opposé à la nature « descendantes » des idées de Blanc . Au lieu de réformer d'en haut, Proudhon a souligné le besoin pour les personnes de la classe ouvrière de s'organiser pour leur propre libération. Comme il a dit, le « problème se posant à la classe ouvrière ... [ n'est ] pas la destruction, mais le dépassement du pouvoir et du monopole, -- c'est-à-dire, produire, grace aux gens, des profondeurs de la classe ouvrière, une plus grande autorité, un fait plus efficace, qui enveloppera le capital et l'état et les subjuguera ». Parce que, « pour combattre et réduire le pouvoir, le remettre à sa place dans la société, il est inutile de changer les gardiens de ce pouvoir ou d'initier certaines variations dans ses fonctionnements : on doit trouver une combinaison agricole et industrielle au moyen de laquelle le pouvoir, aujourd'hui maître de la société, deviendra son esclave »[11]. Proudhon a souligné, en 1848, que « le prolétariat doit s'émanciper lui-même sans l'aide du gouvernment »[12]. C'était parce que l'Etat « se trouve enchainé inévitablement au capital et dirigé contre le proletariat »[13]. En outre, en garantissant le paiement des intérêts, le shéma de Blanc assurerait l'exploitation perpetuelle du travail par le capital.
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Allora, dove regge Marx su questa questione. Chiaramente, l'auto-proclamata seguaci di Marx sostenere l'idea di "socialista" dei governi (anzi, molti, tra cui Lenin e Trotsky, arrivò a sostenere che la dittatura del partito è stato essenziale per il successo di una rivoluzione - vedi sezione successiva) . Marx, tuttavia, è meno chiaro. Egli ha sostenuto, in risposta alla domanda di Bakunin, se tutti i tedeschi sarebbero i membri del governo, che «[c] ertainly, perché la cosa comincia con l'auto-governo del comune". Tuttavia, ha anche commentato che "[c], un essere veramente che in un sindacato, per esempio, tutta l'Unione fa il suo comitato esecutivo", suggerendo che ci sarà una divisione del lavoro tra coloro che governano e quelli che obbediscono a il sistema marxista del socialismo. [Il Marx-Engels Reader, p. 545 e p. 544] Altrove egli parla di "un governo socialista... Ing [it] al potere in un paese". [ "Lettera a F. Domela-Nieuwenhuis," Eugene Schulkind (a cura di), La Comune di Parigi del 1871: la vista dalla sinistra, p. 244]
  
Proudhon, en revanche, a plaidé pour une approche bi-directionnelle pour saper les bases du capitalisme : la création d'associations d'ouvriers et l'organisation du crédit. En créant les banques mutuelles, qui ont fourni le crédit à son vrai coût, les ouvriers pourraient créer des associations pour concurrencer des sociétés capitalistes, les conduisant vers la faillite et ainsi éliminant l'exploitation une fois pour toutes par l'auto-gestion des ouvriers. De cette façon, la classe ouvrière s'émancipe elle-même du capitalisme et établit une société socialiste grace à une lame de fond, grace à leurs propres efforts et activités. Proudhon, comme le note le marxiste Paul Thomas, « a cru ardemment ... dans le salut des ouvriers, par leurs propres efforts, par l'action économique et sociale ... Proudhon préconisait, et dans une large mesure a inspiré, que l'état libère le terrain pour laisser la place à des associations de classe ouvrière autonomes »[14].
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In quanto tale, la critica di Bakunin detiene, come Marx ed Engels vedeva chiaramente la "dittatura del proletariato" che coinvolgono un governo socialista che hanno il potere. Per Bakunin, come tutti gli anarchici, se un partito politico è il governo, allora è chiaro che sono al potere, non la massa di lavoratori che sostengono di rappresentare. Anarchici hanno, fin dall'inizio, ha sostenuto che Marx ha fatto un grave errore confondere il potere dei lavoratori 'con lo Stato. Ciò è perché lo Stato è il mezzo con cui la gestione degli affari della gente è presa da loro e messi nelle mani di pochi. Significa delegato il potere. In quanto tale, il cosiddetto "stato dei lavoratori '" o "dittatura del proletariato" è una contraddizione in termini. Invece di significare il potere della classe operaia per la gestione della società che, in realtà, significa il contrario, vale a dire la consegna di tale potere di pochi leader partito all'inizio di una struttura centralizzata. Questo perché "tutte le regole dello Stato, tutti i governi sono per loro natura, collocato al di fuori del popolo, deve necessariamente cercare di sottoporlo a fini doganali e del tutto estranee ad essa. Pertanto, ci dichiariamo di essere nemici... Di tutte le organizzazioni di Stato come tali, e credo che la gente può essere felice e libero, quando, organizzata dal basso verso l'alto per mezzo della sua propria autonoma e completamente libere associazioni, senza la supervisione di un tutore, creerà la sua propria vita ". [Il marxismo, la libertà e lo Stato, p. 63] Quindi gli argomenti costante di Bakunin per decentrata, sistema federale dei consigli dei lavoratori organizzata dal basso verso l'alto. Ancora una volta, la trasformazione del governo bolscevico in una dittatura sul proletariato durante le prime fasi della Rivoluzione Russa sostiene la critica di Bakunin del marxismo.
  
Rejetant la révolution violente (et, en fait, les grèves, comme contre productives) il a plaidé pour que des moyens économiques mettent fin à l'exploitation économique et, en tant que tels, il voyait l'anarchisme survenir par la réforme, par l'intermédiaire de la concurrence des associations d'ouvriers prenant la place de l'industrie capitaliste (à la différence des anarchistes qui vont lui succéder, qui étaient des révolutionnaires, et qui ont notés le fait que le capitalisme ne peut pas être reformé et ont ainsi soutenu des grèves et d'autres formes de lutte collective de la classe ouvrière, etc.). Étant donné que la majeure partie de la classe ouvrière française était constituée d'artisans et de paysans, une telle approche reflétait le contexte social dans lequel elle a été proposée.
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Che ci porta alla questione l'ultima, e cioè se la rivoluzione sarà decentrata o centralizzata. Per Marx, il problema è un po 'confuso da il suo sostegno al Comune di Parigi e il suo programma federalista (scritta, dobbiamo notare, da un seguace di Proudhon). Tuttavia, nel 1850, Marx era di centralizzazione estrema del potere. Come diceva lui, i lavoratori "non deve solo lottare per un unico e indivisibile repubblica tedesca, ma anche all'interno di questa repubblica per la centralizzazione più determinato di potere nelle mani del potere statale". Egli ha sostenuto che in una nazione come la Germania "dove c'è tante reliquie del Medioevo ad essere abolita" it "non deve in alcun caso essere consentito che ogni villaggio, ogni città e ogni provincia dovrebbe mettere un nuovo ostacolo sul cammino della rivoluzionaria attività, che può procedere con forza dal centro. " Egli ha sottolineato che "[a] s in Francia nel 1793 così oggi in Germania è il compito del partito veramente rivoluzionario per portare a termine la centralizzazione più severe". [Il Marx-Engels Reader, p. 509-10] Lenin seguito questo aspetto delle idee di Marx, sostenendo che "Marx è stato un centralista" e l'applicazione di questa prospettiva, sia nel partito e una volta al potere [Le opere essenziali di Lenin, p. 310]
  
C'était ce contexte social, cette prédominance des paysans et des artisans dans la société française qui a formé les idées de Proudhon. Il n'a jamais manqué de souligner que l'association serait tyrannique si elle s'imposait aux paysans et aux artisans (plutôt, il a pensé que des associations seraient librement rejointes par des ouvriers si ceux-ci pensaient que cela était dans leur intérêt). Il a également souligné que la propriété d'état des moyens de production était un danger à la liberté de l'ouvrier industriel et, d'ailleurs, par la suite un capitalisme de l'état comme nouveau patron. Comme il l'a dit en 1848, il « n'a pas voulu voir l'état confisquer les mines, les canaux et les chemins de fer ; cela s'ajouterait à la monarchie, et à plus d'esclavage salarié. Nous voulons que les mines, les canaux, les chemins de fer soient remis aux associations d'ouvriers démocratiquement organisés ... ces associations seront des modèles pour l'agriculture, l'industrie et le commerce, le noyau pilote de cette vaste fédération de compagnies et de sociétés formant le socle de la république sociale démocratique »[15]. Les associations d'ouvriers auraient leur places dans les industries qui en ont objectivement besoin (c.-à-d. l'industrie capitaliste) et là où elles sont désirées.
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Ironia della sorte, è Engels nota per l'edizione 1885 dei lavori di Marx, che mostra la fallacia di questa posizione. Come diceva lui, "questo passaggio è basato su un fraintendimento" e "è ora... [Fatto] ben noto che in tutta l'intera rivoluzione... Tutta l'amministrazione dei dipartimenti, circondari e comuni composto da autorità elette dai rispettivi componenti stessi, e che tali autorità hanno agito in completa libertà... che proprio questa provinciali e autogoverno locale... divenne la leva più potente della rivoluzione ". [Il Marx-Engels Reader, p. 510F] commenti originali di Marx implica l'imposizione di libertà dal centro su una popolazione non volerlo (e in tal caso, come potrebbe essere il centro rappresentativo della maggioranza in un caso del genere?). Inoltre, come potrebbe essere realmente una rivoluzione sociale, se non fosse che si verificano nella base in un paese? Non sorprende che l'autonomia locale ha svolto un ruolo chiave in ogni vera rivoluzione.
  
Marx, naturellement, a répondu au travail de Proudhon Système des contradictions économiques sous-titré Philosopie de la Misère, par un ouvrage nommé Misére de la Philosophie. Le travail de Marx a éveillé peu d'intérêt une fois édité, bien que Proudhon ait soigneusement lu et ait annoté le travail de Marx, et disait que c'était de la « diffamation » et un « tissu de mensonges, de calomnies, de falsifications et du plagiat » (Il a même traité Marx de « ténia du socialisme. »)[16]. Malheureusement, Proudhon n'a pas répondu au travail de Marx, à cause d'une crise familliale aiguë et du début de la révolution de 1848 en France. Cependant, étant donné ses avis sur Louis Blanc et sur d'autres socialistes qui voyait le socialisme se réaliser par le pouvoir de l'Etat, nous pouvons penser qu'il n'aurait par supporter les idées de Marx.
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In quanto tale, Bakunin hanno dato ragione. Centralismo ha sempre ucciso una rivoluzione e, come ha sempre sostenuto, il socialismo reale non può che essere lavorate dal basso, dalla gente di ogni villaggio, paese e città. I problemi del mondo o di una rivoluzione non può essere risolto da poche persone al top decreti di emissione. Essi possono essere risolti solo con la partecipazione attiva della massa di classe operaia, il tipo di centralismo di partecipazione e di governo, per loro natura escludere. In quanto tale, questa colomba-code in questione se tutta la classe, esercita il potere sotto la "dittatura del proletariato". In un sistema centralizzato, ovviamente, il potere deve essere esercitato da parte di alcuni (come argomento di Marx nel 1850 ha dimostrato). Centralismo, per sua stessa natura esclude la possibilità di un'ampia partecipazione al processo decisionale. Inoltre, le decisioni prese da un tale organismo non ha potuto rispecchiare le reali esigenze della società. Nelle parole di Bakunin:
  
Ainsi, tandis qu'aucun des arguments de Proudhon et de Stirner n'est directement dirigé vers le marxisme, leurs idées sont applicables à une large part du marxisme traditionnel, en tant que celui-ci a hérité des idées du socialisme d'Etat, qu'ils ont attaqués. Ainsi ils ont fait la critique des idées socialistes et communistes qui ont existé pendant leurs vies. Beaucoup de leur analyse ont étés incorporés dans le collectivisme et les idées communistes des anarchistes qui les ont suivis (certains directement, comme avec Proudhon, certains par coïncidence comme avec le travail de Stirner qui a été rapidement oublié, et qui a eu seulement un impact sur le mouvement anarchiste quand George Henry "MacKay" l'a redécouvert dans les années 1890). Ceci peut être vu dans le fait que les idées de Proudhon sur la gestion de la production par les associations ouvrieres, l'opposition à la nationalisation comme étant du capitalisme d'Etat, et le besoin d'action venant de la base, de la part des personnes de la classe ouvrière elles-mêmes, toutes ont trouvé leurs places dans le communisme-anarchisme et l'anarcho-syndicalisme et dans leurs critiques du marxisme traditionnel (tel que la social-démocratie) et du léninisme.
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    "Quale uomo, quale gruppo di persone, non importa quanto sia grande il loro genio, avrebbe osato pensare se stessi in grado di abbracciare e comprendere la pletora di interessi, le attitudini e le attività così diverse in ogni paese, ogni provincia, località e la professione." [Michael Bakunin: Selected Writings, p. 240]
  
Les échos de ces critiques peuvent être trouvés dans les commentaires de Bakounine en 1868 :
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Egli ha sottolineato che "la rivoluzione deve essere e deve rimanere indipendente in tutto il mondo del punto centrale, che deve essere la sua espressione e il prodotto - non è la sua fonte, la guida e la causa... Il risveglio di tutte le passioni locali e il risveglio della vita spontanea a tutti i punti, devono essere ben sviluppate in modo che la rivoluzione di rimanere vivo, reale e potente. " [Op. Cit., Pp. 179-80] Questo, dobbiamo sottolineare, non significa isolamento. Bakunin sempre sottolineato l'importanza di organizzazione federale di co-coordinare la lotta e la difesa della rivoluzione. Come diceva lui, tutti i comuni rivoluzionaria avrebbe bisogno di federarsi al fine di "organizzare i servizi comuni necessari e le modalità di produzione e di scambio, di istituire la Carta di uguaglianza, la base di ogni libertà - una carta del tutto negativo nel carattere, la definizione ciò che deve essere abolita per sempre, piuttosto che le forme positive della vita locale, che possono essere creati solo con la pratica di vita di ogni località - e di organizzare la difesa comune contro i nemici della Rivoluzione ". [Op. Cit, pag. 179]
  
    « Je déteste le communisme parce que c'est la négation de la liberté et parce que pour moi l'humanité est impensable sans la liberté. Je ne suis pas un communiste, parce que le communisme concentre et engloutit en soi au profit de l'état toutes les forces de la société, parce qu'il mène inévitablement à la concentration de la propriété dans les mains de l'état ... Je veux voir la société et la propriété collective ou sociale organisées de la base vers le haut, par des associations libres, pas des dirigeants vers le bas, au moyen de n'importe quel genre d'autorité que ce soit ... C'est le sens dans lequel je suis un collectiviste et pas un communiste »[17].
 
  
C'est avec Bakounine que le marxisme et l'anarchisme sont entrés en conflit direct. C'était Bakounine qui mènait la lutte contre Marx dans l'Association Internationale des Ouvriers entre 1868 et 1872. C'était dans ces échanges que les deux écoles du socialisme (la libertaire et l'autoritaire) se sont clarifiés elles-mêmes. Avec Bakounine, la critique anarchiste du marxisme (et du socialisme d'état en général) commence à atteindre sa forme finale. Inutile de dire que cette critique a continué à se développer après la mort de Bakounine (en particulier après les expériences des mouvements et des révolutions marxistes réelles). Cependant, beaucoup de celles ci se sont basées sur plusieurs des prévisions originales et des analyses de Bakounine.
 
  
Nous discuterons la critique de Bakounine dans la prochaine section.
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[modifier] Notes et references
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  1. ↑ Ni Dieux, Ni Maitres**, vol. 2, p. 20
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== Note ==
  2. ↑ Agis pour toi-même, p. 98
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<references/>
  3. ↑ L'unique et sa propriété, p. 265
+
  4. ↑ Op. Cit., pp. 268-9
+
  5. ↑ Op. Cit., p. 224
+
  6. ↑ L'unique et sa propriété, p. 257
+
  7. ↑ La conquéte du pain, p. 111
+
  8. ↑ cité par K. Steven Vincent, **Pierre-Joseph Proudhon and the Rise of French Republican Socialism**, p. 139
+
  9. ↑ cité par Vincent, Op. Cit., p. 157
+
  10. ↑ Systéme des contradictions économiques
+
  11. ↑ Systéme des contradictions économiques, p. 398 et p. 397
+
  12. ↑ cité par George Woodcock, **Pierre-Joseph Proudhon : Une Biographie**, p. 125
+
  13. ↑ Proudhon, **Systéme des contradictions économiques**, p. 399
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  14. ↑ Karl Marx et les Anarchistes, pp. 177-8
+
  15. ↑ Ni Dieux, Ni Maitres**, vol. 1, p. 62
+
  16. ↑ cité par George Woodcock, **Proudhon**, p. 102
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  17. ↑ cité par K.J. Kenafick, **Michael Bakounine et Karl Marx**, pp. 67-8
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Latest revision as of 20:14, 2 March 2010

H.1 Gli anarchici si sono sempre opposti al socialismo di stato?[modifica]

Sì. Gli anarchici hanno sempre affermato che il vero socialismo non può essere creato utilizzando uno Stato. Il nucleo di base dell'argomento é semplice. Il socialismo implica l'uguaglianza, eppure lo Stato significa disuguaglianza - disuguaglianza in termini di potere. Come abbiamo illustrato nella sezione B.2 gli anarchici considerano che uno degli aspetti fondanti lo Stato sia la sua natura gerarchica. In altre parole, la delegazione del potere nelle mani di qualcuno. In quanto tale é in contraddizione con l'idea di base del socialismo, vale a dire l'uguaglianza sociale. Quelli che fanno parte del corpo dirigente in uno Stato hanno più potere di quelli che li hanno eletti. Questo é il ragionamento che seguono Malatesta e Hamon:

"Ci sono molte più ragioni che ci rendono i socialisti più logici e i più completi, poiché esigiamo per ogni persona non solamente la sua parte di ricchezza della società, ma anche la sua parte di potere." [1]

È con questa perspettiva che gli anarchici hanno combattuto l'idea del socialismo e del marxismo di Stato (anche se dovremmo sottolineare che le forme libertarie del marxismo, quali il comunismo dei consigli, hanno delle forti similitudini con l'anarchismo). Questa opposizione al socialismo autoritario é un aspetto centrale dell'anarchismo, un'opposizione che é stata forte e consistente. Benchè a volte qualcuno della destra sostenga che i socialisti libertari e gli anarchici hanno iniziato ad esprimere la loro opposizione al marxismo e al leninismo solamente dopo la caduta dell'Unione Sovietica, la verità è completamente diversa. Gli anarchici, dobbiamo sottolineare, si sono opposti a tutte le forme di socialismo di stato fin dall'inizio (nel caso della rivoluzione russa, gli anarchici sono stati tra i primi di sinistra ad essere vittima dei bolscevichi). In effetti la storia del marxismo è, in parte, la storia delle sue lotte contro gli anarchici, così come la storia dell'anarchismo è anche, in parte, la storia delle sue lotte contro le varie forme di marxismo e le sue ramificazioni. Sostenere, o insinuare, che gli anarchici si sono opposti solo recentemente al marxismo è falso - ci siamo opposti al marxismo sin dall'inizio.

Mentre sia Stirner che Proudhon hanno scritto diverse pagine contro i mali e le contraddizioni del socialismo di Stato, gli anarchici hanno cominciato a lottare davvero contro la forma marxista del socialismo di Stato a cominciare da Bakunin. Questo perché, fino alla Prima Internazionale, Marx ed Engels erano dei teorici socialisti relativamente sconosciuti. Proudhon conosceva Marx (si erano incontrati intorno al 1840 in Francia ed avevano avuto una corrispondenza) ma il marxismo era sconosciuto in Francia quando Proudhon era in vita, per cui egli non ha potuto criticare direttamente il marxismo (nonostante ciò, ha criticato Louis Blanc e altri socialisti di Stato francesi). Allo stesso modo, quando Stirner scrive L'Unico e la sua Proprietà il marxismo non esisteva, a parte qualche lavoro di Marx ed Engels. In effetti si potrebbe dire che il marxismo assunse la sua forma definitiva dopo che Marx ebbe letto l'opera di Stirner e scrisse contro di lui la sua diatriba, notoriamente sbagliata, L'ideologia tedesca. Comunque, come Proudhon, Stirner ha attaccato gli avversari socialisti di Stato e comunisti.

Prima di discutere dell'opposizione e della critica del marxismo di Bakunin nella prossima sezione, dovremmo prendere in considerazione il pensiero di Stirner e di Proudhon sul socialismo di Stato. Queste critiche contengono molte idee importanti e quindi vale la pena di ricapitolarle. Tuttavia, vale la pena notare che all'epoca in cui sia Stirner che Proudhon scrivevano, le idee comuniste avevano tutte carattere autoritario. Il comunismo libertario si sviluppò solo dopo la morte di Bakunin nel 1876.

Ciò significa che quando Proudhon e Stirner criticavano il "comunismo" che criticavano una specifica forma di comunismo, la forma che subordinava l'individuo alla comunità. Anche i comunisti anarchici come Kropotkin e Malatesta si opposero a tale tipo di "comunismo" (come diceva Kropotkin , "nel 1848 il "comunismo" è stato presentato in una forma che teneva pienamente conto della sfiducia di Proudhon a causa dei suoi effetti sulla libertà. La vecchia idea del comunismo era l'idea di comunità monastiche... le ultime vestigia della libertà e dell'energia individuale sarebbero state distrutte, se l'umanità avesse mai dovuto passare attraverso un tale comunismo."[2]). Naturalmente, può essere probabile che Stirner e Proudhon avrebbero rifiutato anche il comunismo libertario, ma tenete presente che non tutte le forme di "comunismo" sono identiche.

Per Stirner, il problema principale è che il socialismo (o comunismo), come il liberalismo, guardava all'"Umano" e non all'Unico. "Essere considerato come una semplice parte, una parte della società", ha dichiarato Stirner, "non può essere sopportato dall'individuo -- perché egli è di più; la sua unicità si oppone a questa concezione limitata". [3] In quanto tale, la sua protesta contro il comunismo era simile alla sua protesta contro il liberalismo (anzi, egli richiama l'attenzione per la loro somiglianza chiamando il socialismo e il comunismo "liberalismo sociale").

Stirner era consapevole che il capitalismo non era il grande difensore della libertà come affermavano i suoi sostenitori. "L'acquisto frenetico", diceva, "non ci permette di prendere fiato, ottenere il piacere cercato: non riceviamo conforto dai nostri beni". Il comunismo, con la "organizzazione del lavoro", può "portare i suoi frutti", così che "arriviamo ad un accordo sui lavori "umani", che non possono, come in regime di concorrenza, richiedere tutto il nostro tempo e la nostra fatica." Tuttavia, il comunismo è "muto" su coloro "per i quali è giunto il momento di essere raggiunto." Egli, al contrario, sottolinea che è per l'individuo, "per trarre conforto in se stesso come Unico". [4] Così il socialismo di stato non riconosce che l'obiettivo dell'associazione è quello di liberare l'individuo e invece assoggetta l'individuo a una nuova tirannia:

Non è ad un altro Stato (ad esempio uno "Stato del popolo") che mirano gli uomini, ma alla loro unione, unire, questa sempre fluida unione di tutti -- Uno Stato esiste anche senza la mia collaborazione... l'istituzione indipendente dello Stato crea la mia mancanza di indipendenza; la sua condizione di "crescita naturale", il suo organismo, richiede che la mia natura non cresca liberamente, ma sia ritagliata per adattarsi ad esso. "[5]

Allo stesso modo, Stirner disse che "il comunismo, con l'abolizione di tutti i beni privati, mi spinge ancora di più alla dipendenza dall'altro, cioè, alla generalità o collettività... [che è] una condizione che ostacola la mia libertà di azione, un potere sovrano sopra di me. Il comunismo giustamente si ribella contro l'oppressione dei singoli proprietari di cui ho esperienza; ma ancora più orribile è la forza che si mette nelle mani della collettività ".[6]

La storia ha definitivamente confermato questo. Con la nazionalizzazione dei beni, i vari regimi del socialismo di Stato hanno trasformato il lavoratore da un servo del capitalismo in un servo dello Stato. Al contrario, gli anarchici-comunisti sostengono le libere associazioni e i lavoratori autonomi come mezzi per garantire che la proprietà socializzata non divenga la negazione della libertà piuttosto che un mezzo per garantirla. Perciò l'attacco di Stirner su ciò che Marx definì "il comunismo volgare" è ancora importante e trova echi negli scritti dei comunisti anarchici così come nelle migliori opere di Marx e dei suoi seguaci più libertari.

Per mostrare la differenza tra il "comunismo" attaccato da Stirner e il comunismo anarchico, possiamo dimostrare che Kropotkin non fu "muto" sul perché l'organizzazione della produzione è fondamentale. Come Stirner, pensò che sotto il comunismo libertario l'individuo avrebbe "adempiuto al suo compito nel campo, nella fabbrica, e così via, che deve alla società come proprio contributo alla produzione in generale. Ed egli utilizzerà l'altra metà della sua giornata, della sua settimana, o del suo anno, per soddisfare le sue esigenze artistiche o scientifiche, o i suoi hobbies." [7] In altre parole, egli considera tutta la questione della organizzazione del lavoro come il mezzo per fornire all'individuo il tempo e le risorse necessarie per esprimere la propria individualità. Perciò l'anarco-comunismo comprende gli interessi e le argomentazioni di Stirner.

Argomentazioni simili a quelle di Stirner si possono trovare nelle opere di Proudhon contro i vari regimi del socialismo di Stato che esistevano già in Francia nella metà del XIX secolo. In particolare, egli attaccò le idee di Louis Blanc. Blanc, il cui libro più famoso è stato Organisation du Travail (L'Organizzazione del lavoro, pubblicato nel 1840) sosteneva che i mali sociali potrebbero essere risolti per mezzo di iniziative di governo e riforme finanziarie. Più in particolare, egli sosteneva che "è necessario utilizzare tutto il potere dello Stato" al fine di garantire la creazione e il successo delle associazioni dei lavoratori (o "fabbriche sociali"). Dal momento che "ciò che manca ai proletari per essere liberi sono gli strumenti di lavoro", il governo "deve fornire loro" tali strumenti. "Lo Stato", in breve, "dovrebbe porsi risolutamente a capo dell'industria". I capitalisti sarebbero incoraggiati ad investire denaro in queste fabbriche, per le quali sarebbe stato garantito l'interesse. Tali fabbriche fondate dallo Stato avrebbero presto costretto l'industria di proprietà privata a trasformarsi in fabbriche sociali, in modo da eliminare la concorrenza. [8]

Proudhon si oppose a tale progetto su più livelli. In primo luogo, egli disse che il progetto di Blanc si appellava "allo stato per la sua silenziosa partecipazione; cioè, egli si mette in ginocchio davanti ai capitalisti e riconosce la sovranità del monopolio". Dato che Proudhon vedeva lo Stato come uno strumento della classe capitalista, chiedere allo stato di abolire il capitalismo era illogico e impossibile. Inoltre, ottenendo i fondi per le "fabbriche sociali" dai capitalisti, l'idea di Blanc avrebbe ridotto difficilmente il loro potere. "Capitale e potere", diceva Proudhon, "organi secondari della società, sono sempre stati gli dei adorati dal socialismo; se capitale e potere non fossero esistiti, loro li avrebbero inventati." [9] Egli sottolineò il carattere autoritario dell'idea di Blanc:

"M. Blanc non si stanca mai di fare appello all'autorità, e il socialismo si dichiara a gran voce anarchico; M. Blanc pone il potere al di sopra della società, e il socialismo tende a subordinarlo alla società; M. Blanc fa discendere la vita sociale dall'alto, e il socialismo sostiene che esso nasce e cresce dal basso; M. Blanc corre dietro la politica e il socialismo è in cerca di scienza. Basta con le ipocrisie, vorrei dire al signor Blanc: non vuoi né il cattolicesimo né la monarchia né la nobiltà, ma hai bisogno di un Dio, di una religione, di una dittatura, di una censura, di una gerarchia, di distinzioni, e di gradi. Da parte mia, nego il tuo Dio, la tua autorità, la tua sovranità, il tuo Stato giudicante, e tutte le tue mistificazioni rappresentative".[10]

Allo stesso modo Proudhon si oppose alla natura "dall'alto al basso" delle idee Blanc. Invece di una riforma dall'alto, Proudhon sottolineò la necessità della classe operaia di organizzarsi per la loro liberazione. Come egli lo poneva, "il problema delle classi lavoratrici...non [è] prendere, ma dominare sia il potere che il monopolio, -- che è, essendo generato dalle viscere del popolo, dalla base del lavoro, un'autorità superiore, un dato di fatto più potente, che deve coinvolgere capitale e Stato e dominarli". Infatti, "per combattere e ridurre il potere, per porlo al suo giusto posto nella società, è inutile cambiare i detentori del potere o introdurre qualche variazione nei suoi meccanismi: deve essere trovata una combinazione di agricoltura e industria per mezzo della quale il potere, oggi sovrano della società, diventi loro schiavo."[11] Proudhon nel 1848 disse che "il proletariato deve emanciparsi senza l'aiuto del governo".[12] Questo perché lo Stato "si trova inevitabilmente incatenato al capitale e diretto contro il proletariato."[13] Inoltre, garantendo pagamenti di interessi, il progetto di Blanc assicurava lo sfruttamento continuato del lavoro da parte del capitale.

Proudhon, al contrario, sosteneva un approccio "a due vie" per minare il capitalismo dal basso: la creazione delle associazioni dei lavoratori e l'organizzazione del credito. Con la creazione di banche comuni, che fornivano credito al costo, i lavoratori potrebbero creare associazioni per competere con le imprese capitalistiche, cacciarle fuori dal mercato e quindi eliminare lo sfruttamento una volta per tutte attraverso la gestione autonoma dei lavoratori. In questo modo, la classe operaia si sarebbe emancipata dal capitalismo e avrebbe costruito una società socialista dal basso verso l'alto con le proprie forze e le proprie azioni. Proudhon, come osserva il marxista Paul Thomas, "credeva fervidamente...nella salvezza dei lavoratori con le proprie forze, attraverso la sola azione economica e sociale...Proudhon auspicava, con grande intuito, il ridimensionamento di questo terreno [dello Stato] dall'esterno per mezzo delle associazioni autonome della classe operaia". [14]

Rifiutando la rivoluzione violenta (e, di fatto, gli scioperi perchè controproducenti) esponeva mezzi economici per porre fine allo sfruttamento economico e, per questo, vedeva l'anarchia venire dalla riforma attraverso la concorrenza da parte delle associazioni dei lavoratori che sostituiscono l'industria capitalista (a differenza degli anarchici successivi, che erano rivoluzionari e dicevano che il capitalismo non può essere riformato e sostenevano gli scioperi e altre forme di azione diretta collettiva della classe operaia, la lotta e le organizzazioni di combattimento). Dato che la maggior parte della classe operaia francese era composta da artigiani e contadini, un tale approccio riflette il contesto sociale nel quale è stato proposto.

È stato questo contesto sociale, questa predominanza di contadini e artigiani nella società francese, che ha influenzato le idee di Proudhon. Egli non mancò mai di sottolineare che l'associazione sarebbe stata tirannia, se imposta ai contadini e agli artigiani (anzi, pensava che le associazioni sarebbero state liberamente accolte da questi lavoratori, se avessero pensato che era nel loro interesse). Egli affermò inoltre che la proprietà statale dei mezzi di produzione era un pericolo per la libertà del lavoratore industriale e, per di più, la prosecuzione del capitalismo con lo Stato come nuovo capo. Come disse nel 1848,"non voglio vedere lo Stato confiscare miniere, canali e ferrovie; che alimenterebbe la monarchia, e una maggiore schiavitù salariale. Vogliamo miniere, canali, ferrovie consegnate alle associazioni dei lavoratori democraticamente organizzate...queste associazioni [saranno] modelli per l'agricoltura, l'industria e il commercio, il nucleo principale di quella grande federazione di imprese e di società intessute nella stoffa comune della Repubblica democratica sociale ". [15] Le associazioni dei lavoratori sarebbero richieste per quelle industrie che oggettivamente ne hanno bisogno (cioè l'industria capitalista) e per gli altri lavoratori che le desiderano.

Marx, naturalmente, aveva risposto all'opera di Proudhon Sistema delle contraddizioni economiche con la sua Miseria della filosofia. L'opera di Marx ha suscitato scarso interesse quando fu pubblicata, anche se Proudhon lesse attentamente e annotò la sua copia dell'opera di Marx, affermando che era "un libello" e un "ordito di abusi, calunnie, falsificazioni e plagi" (appellò persino Marx come "la tenia del socialismo. ") [16] Purtroppo Proudhon non replicò all'opera di Marx a causa di una grave crisi familiare e successivamente per l'inizio della rivoluzione francese del 1848. Tuttavia, date le sue opinioni su Louis Blanc e sugli altri socialisti che vedevano il socialismo introdotto dopo aver preso il potere dello Stato, egli non sarebbe stato per nulla favorevole alle idee di Marx.

Così, mentre nessuna delle argomentazioni di Proudhon e di Stirner è direttamente rivolta contro il marxismo, le loro idee sono applicabili a gran parte della tradizione marxista in quanto erede di molte delle idee del socialismo di Stato che essi contestavano. Di conseguenza espressero entrambi delle forti critiche alle idee socialiste e comuniste che esistevano al tempo in cui vissero. Gran parte delle loro analisi sono state incorporate nelle idee collettiviste e comuniste degli anarchici che li seguirono (alcuni direttamente, come fecero con Proudhon, altri per caso perchè l'opera di Stirner fu rapidamente dimenticata ed ebbe un impatto sul movimento anarchico soltanto quando George Henry Mackay la riscoprì nel 1890). Questo può essere visto dal fatto che le idee di Proudhon sulla gestione della produzione da parte delle associazioni dei lavoratori, l'opposizione alla nazionalizzazione come capitalismo di Stato e la necessità di agire dal basso, dai lavoratori stessi, trovano tutte il loro posto nel comunismo anarchico e nell'anarco-sindacalismo e nella loro critica del marxismo tradizionale (come la democrazia sociale) e del leninismo.

Echi di queste critiche si possono trovare commenti di Bakunin del 1868:

"Io odio il comunismo, perché è la negazione della libertà e perchè per me l'umanità è impensabile senza la libertà. Io non sono un comunista, perché il comunismo concentra e inghiotte dentro di sé per il bene dello Stato tutte le forze della società, perché inevitabilmente porta alla concentrazione della proprietà nelle mani dello Stato... Voglio vedere la società e la proprietà collettiva o sociale organizzata dal basso verso l'alto per mezzo di libere associazioni, non dall'alto verso il basso per mezzo di un qualsiasi tipo di autorità... Questo è il senso in cui io sono un collettivista e non un comunista".[17]

È con Bakunin che il marxismo e l'anarchismo entrarono in conflitto diretto. Fu Bakunin che condusse la lotta contro Marx nella Associazione Internazionale dei Lavoratori tra il 1868 e il 1872. È stato in questi scambi che le due scuole del socialismo (libertaria e autoritaria) si sono chiarite. Con Bakunin, la critica anarchica del marxismo (e del socialismo di Stato in generale) comincia a raggiungere la sua forma ultima. Inutile dire che questa critica ha continuato a svilupparsi dopo la morte di Bakunin (in particolare dopo le esperienze di veri e propri movimenti marxisti e rivoluzioni). Tuttavia, gran parte di essa implicava e ampliava molte delle originali previsioni e analisi di Bakunin.

Discuteremo la critica di Bakunin nella sezione successiva.

H.1.1 Qual è stata la critica di Bakunin del marxismo?[modifica]

Bakunin e Marx si scontrarono, come è noto, nella prima Associazione Internazionale dei Lavoratori tra il 1868 e il 1872. Questo confronto ha contribuito a chiarire l'opposizione anarchica alle idee del marxismo e può essere considerato come la prima grande analisi teorica e critica del marxismo da parte degli anarchici. Dopo di che, naturalmente, seguirono critiche e in particolare dopo la degenerazione della democrazia dociale nel riformismo e il fallimento della rivoluzione russa (entrambe permisero alle critiche teoriche di arricchirsi di prove empiriche), ma il confronto tra Bakunin e Marx ha gettato le basi per quello che è venuto dopo. Per questo una panoramica della critica di Bakunin è importante.

Prima, però, dobbiamo sottolineare che Marx e Bakunin avevano molte idee simili. Entrambi hanno espesso la necessità per i lavoratori di organizzarsi per rovesciare il capitalismo. Entrambi hanno sostenuto una rivoluzione socialista dal basso. Essi hanno parlato di proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Entrambi hanno sempre sottolineato che l'emancipazione dei lavoratori deve essere il compito degli stessi lavoratori. Differivano, ovviamente, nel modo esatto con cui questi punti comuni avrebbero dovuto essere messi in pratica. Entrambi, inoltre, avevano la tendenza a travisare le opinioni dell'altro su determinate questioni (in particolare quando lo scontro raggiunse il suo culmine). Gli anarchici, e ciò non sorprende, sostengono che a Bakunin ha dato ragione la storia, confermando in questo modo gli aspetti chiave della sua critica a Marx.

Quindi, quale fu la critica di Bakunin al marxismo? Ci sono cinque aree principali. In primo luogo, vi è la questione dell'attività in corso (ad esempio se il movimento operaio dovrebbe partecipare alla "politica" e sulla natura della organizzazione della classe operaia rivoluzionaria). In secondo luogo, vi è la questione della forma di rivoluzione (cioè se debba essere politica piuttosto che economica, o se debba essere entrambe allo stesso tempo). In terzo luogo, vi è la questione della "dittatura del proletariato". In quarto luogo, vi è la questione se il potere politico può essere preso dalla classe operaia nel suo complesso o se può essere esercitata solo da una piccola minoranza. In quinto luogo, vi era la questione se la natura della rivoluzione dovesse essere centralizzata o decentrata. Le discuteremo una alla volta.

Sul tema della lotta in corso, le differenze tra Marx e Bakunin erano chiare. Per Marx, il proletariato doveva prendere parte alle elezioni borghesi come un partito politico organizzato. Come cita la risoluzione del Congresso della Prima Internazionale all'Aia ("gerrymandered"[18]), "nella sua lotta contro il potere collettivo delle classi abbienti il proletariato può agire come classe solo costituendosi come un partito politico distinto, opposto a tutti i vecchi partiti formati dalle classi abbienti...la conquista del potere politico diventa il grande compito del proletariato ".[19]

Questo partito politico deve candidarsi alle elezioni e vincere con i voti. Come disse Marx nel programma del partito dei lavoratori socialisti francesi, i lavoratori devono trasformare il suffragio universale "da uno strumento di inganno...ad uno strumento di emancipazione". Questo può essere considerato come parte del processo delineato nel Manifesto del Partito Comunista, in cui si è affermato che "l'obiettivo immediato dei comunisti è lo stesso di tutti gli altri partiti proletari", vale a dire "la conquista del potere politico da parte del proletariato ", il "primo passo nella rivoluzione della classe operaia" è "sollevare il proletariato alla posizione di classe dirigente, per vincere la battaglia della democrazia". Successivamente Engels affermò (nel 1895) che "il Manifesto del Partito Comunista aveva già proclamato la vittoria del suffragio universale, della democrazia, come uno dei primi e più importanti compiti del proletariato militante" e che la socialdemocrazia tedesca aveva mostrato ai lavoratori di tutti i Paesi "come fare uso del suffragio universale."[20]

Bakunin, al contrario, ha affermato che mentre i comunisti "immaginano di poter raggiungere il loro obiettivo con lo sviluppo e l'organizzazione del potere politico delle classi operaie...aiutato dal radicalismo borghese", gli anarchici "credono di poter avere successo solo attraverso lo sviluppo e l'organizzazione del potere non-politico o anti-politico della classe operaia". I comunisti "credono che sia necessario organizzare le forze dei operaie per prendere il potere politico dello Stato", mentre gli anarchici "si organizzano per distruggerlo". Bakunin vide questo in termini di creazione di nuovi organi di potere della classe operaia in opposizione allo Stato, organizzati "dal basso verso l'alto, dalle libera associazione o federazione dei lavoratori, a partire con le associazioni, poi con i comuni, le regioni, le nazioni, e, infine, culminando in una grande federazione internazionale e universale ". [21] In altre parole, un sistema di consigli operai. Per questo si è sempre espresso a favore dei lavoratori, dei contadini e degli artigiani di organizzarsi in sindacati e aderire all'Associazione Internazionale dei Lavoratori, in modo da diventare "una forza reale... che sa cosa fare ed è quindi in grado di guidare la rivoluzione nella direzione segnata dalle aspirazioni del popolo: una seria organizzazione internazionale delle associazioni dei lavoratori di tutte le terre in grado di sostituire questo mondo di stati". [22]

Alla tesi di Marx che i lavoratori dovrebbero organizzarsi politicamente, e inviare le loro rappresentanze in Parlamento, Bakunin rispose che quando "i lavoratori... mandano operai comuni... alle Assemblee Legislative... I lavoratori-deputati, trapiantati in un ambiente borghese, in un'atmosfera di idee puramente borghese, di fatto cesseranno di essere lavoratori e, diventando uomini dello Stato, essi diventeranno borghesi... perchè uomini che non fanno la loro situazioni; al contrario sono esse che fanno gli uomini".[23]

Per come è andata la storia, l'esperienza della socialdemocrazia ha confermato l'analisi di Bakunin. Pochi anni dopo la morte di Engels nel 1895, la socialdemocrazia tedesca è stata tormentata dal dibattito del "revisionismo". Questo dibattito non nacque dalle menti di pochi capi, isolati dal movimento, ma piuttosto espresse gli sviluppi all'interno del movimento stesso. In effetti, i revisionisti vollero adattare la retorica di partito a quello che il partito stava effettivamente facendo e così la battaglia contro i revisionisti sostanzialmente rappresentò una battaglia tra ciò che il partito dicceva e ciò che in pratica stava facendo. Come disse uno degli storici più illustri di questo periodo, la distinzione "tra i contendenti rimase in gran parte soggettiva, una differenza di idee nella valutazione della realtà, piuttosto che una differenza nel campo delle azione."[24] Anche Rosa Luxemburg (uno dei più accaniti critici del revisionismo) nella sua Riforma sociale o rivoluzione? riconobbe che era "l'obiettivo finale del socialismo di rappresentare il solo fattore decisivo che distingue il movimento sociale democratico dalla democrazia borghese e dal radicalismo borghese". [25] Per questo, i critici marxisti del "revisionismo" fallirono nel porre la crescita di idee revisioniste nella tattica utilizzata, invece di vederla in termini di un problema di idee. Con l'inizio della prima guerra mondiale, la socialdemocrazia era diventata così corrotti per le sue attività nelle istituzioni borghesi che appoggiò il suo Stato (e la classe dirigente) e votò per la guerra, piuttosto che denunciare la guerra come un macello imperialista per i profitti (vedi anche la sezione J.2.6 per una maggiori discussioni sugli effetti della campagna elettorale sui partiti radicali). Ovviamente, Bakunin ha avuto ragione.

Tuttavia, dobbiamo sottolineare che se Bakunin rifiutava la partecipazione alla vita politica borghese, non significava che egli rifiutasse la "politica" o la "lotta politica" in generale (vedi anche la sezione J.2.10). Come egli disse, "è assolutamente impossibile ignorare le questioni politiche e filosofiche" e "lo stesso proletariato le porrà" nella Internationale. Egli sosteneva che la lotta politica sarebbe venuta dalla lotta di classe, come "chi può negare che da questa organizzazione sempre crescente della solidarietà militante del proletariato contro lo sfruttamento borghese scaturirà la lotta politica del proletariato contro la borghesia?". Gli anarchici pensavano semplicemente che la "politica del proletariato" dovesse essere "la distruzione dello Stato" piuttosto che lavorare all'interno di esso. [26] Perciò il popolo "deve organizzare il suo potere al di fuori e contro lo Stato".[27]


Note[modifica]

  1. Né Dio né padrone. Antologia del pensiero anarchico, vol. 2, p. 20
  2. Act for Yourselves, p. 98
  3. L'Unico e la sua Proprietà, p. 265
  4. Op. Cit., Pp. 268-9
  5. Op. Cit., p. 224
  6. L'Unico e la sua Proprietà, p. 257
  7. La conquista del pane, p. 111
  8. citato da K. Steven Vincent, Pierre-Joseph Proudhon e l'ascesa del Socialismo Repubblicano francese, p. 139
  9. citato da Vincent, Op. Cit, pag. 157
  10. Sistema delle contraddizioni economiche
  11. Sistema delle contraddizioni economiche, p. 398 e p. 397
  12. citato da George Woodcock, Pierre-Joseph Proudhon: A Biography, p. 125
  13. Sistema delle contraddizioni economiche, p. 399
  14. Karl Marx e gli anarchici, pp. 177-8
  15. Né Dio né padrone. Antologia del pensiero anarchico, vol. 1, p. 62
  16. citato da George Woodcock, Proudhon, p. 102
  17. citato da K.J. Kenafick, Michael Bakunin e Karl Marx, pp. 67-8
  18. così nel testo: "gerrymandered" deriva da "gerrymandering"; il V Congresso ("ultimo") all'Aja presentò una larga maggioranza favorevole alle tesi di Marx [ndt]
  19. Marx, Engels, Lenin, Anarchismo e Anarco-sindacalismo, p. 85
  20. The Marx ed Engels Reader, p. 566, p. 484, p. 490 e p. 565
  21. Bakunin on Anarchism, pp. 262-3 e p. 270
  22. Op. Cit, pag. 174
  23. The Basic Bakunin: Writings 1869-1871, pag. 108
  24. C. Schorske, German Social Democracy, p. 38
  25. Rosa Luxemburg Speaks, p. 36
  26. Bakunin on Anarchism, p. 301, p. 302 e p. 276
  27. The Political Philosophy of Bakunin, p. 376