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ATTENZIONE A TUTTI!!!
 
 
La voce Stato della Anarcopedia contiene in relazione alla parte dedicata alla preistoria delle inesattezze gravi e antistoriche nonché antilogiche.
 
 
Si veda il periodo seguente: ''"Prima della scoperta dell'agricoltura (10-12000 anni fa) gli uomini vivevano secondo i principi del nomadismo, da quel momento gli uomini\donne hanno cambiato le proprie abitudini trasformandosi in sedentari. Questo cambiamento epocale ha determinato la nascita del patriarcato, del dominio dell'uomo sulla natura e dei primi conflitti sul possesso (e poi sulla proprietà) della terra, ecc. A questo punto gli uomini più forti cominciarono ad organizzarsi in maniera tale da difendere i propri privilegi, basati sullo sfruttamento di altri esseri umani. Lo Stato non è altro che l’evoluzione di quella forma primordiale di autorità."''
 
 
La sequenza di queste proposizione che attribuiscono positività al nomadismo e negatività al sedentarismo non trovano alcun riscontro storico di nessun tipo, anzi! Gli studi epocali della Gimbutas e di Riane Eisler e di numerosissimi altri autori, vedono una linea evolutiva positiva dal paleolitico sin all'età del bronzo avanzato, caratterizzato da modi di produzione differenti ma da una cultura egualitaria e paritetica tra uomo e donna, fondati sul culto della dea madre, del rispetto totale e assoluto della vita, l'inesistenza di differenziazioni sociali, e degli apparati repressivi delle società ritenute progredite perché statuali, come l'esercito permamente o le forze di polizia.
 
L'agricoltura si è verificata non secondo il criterio delal proprietà privata della terra, ma in base alal proprietà collettiva di essa di cui storicamente esistono testimonianze scritte presso numerose culture storiche.
 
Queste società chiamate gilaniche (unione di maschile e femminile) dalla Eisler, autrice di studi epocali come ''Corsivo''Il calice e la spada''Corsivo'' e ''Corsivo''Il piacere è sacro''Corsivo'', durarono millenni in vaste aree del mondo in collegamento tra di loro.
 
Il loro annientamento ad opera dei nomadi kurgan o gli indoeuropei della tradizione accademica occidentale, provocò appunto l'insorgere storico dello Stato come strumento in grado di gestire il dominio su vastissime aree e su una popolazione numerosa e resa schiava da questi popoli che conoscevano già una differenziazione sociale spinta basate sulla proprietà privata dei capi di bestiame (cavalli, pecore, ecc) e sul dominio dell'uomo sulla donna attraverso lo strumento dell'harem (collettivizzazione delle donne da parte dei potenti proprietari di sterminate mandrie di bestiame).
 
I Greci ed i Latini appartennero ad ondate tarde di questi popoli schiavizzatori (Achei, Elleni, Dori) ma portatrono l'economia schiavista a livelli di perfezionamento mai sperimentati prima, soprattutto i Roamni che riuscirono a creare un entità statuale vastissima con il loro impero che altre ondate di invasori distrussero nel V secolo dell'era comune.
 
Lo studio dei miti di tutti i popoli della terra evidenziano sotto nomi quali Eden, età dell'oro, ecc. la testimonianza orale e scritta di questa vasta era dell'abbondanza materiale e della giustizia in terra che gli esponenti ideologici della ricerca storica tentano da decenni di occultare o di limitarne le ricadute negative sul presente dopo due secoli di culto del miracolo latino e greco che hanno storicamente portato alle ideologie fasciste degli anni 20 e 30 del XX secolo (non a caso).
 
 
 
 
Riprendendo il discorso sulla genesi storica dello Stato in relazione a quanto attualmente contenuto ala voce relativa in Anarcopedia, proporrei un inizio di discussione al titolo Nascita dello stato, mirante a rilevare la sua genericità e contraddizioni:
 
 
Non è particolarmente corretto ritenere, come fanno taluni storici "ufficiali", che con lo Stato nasca la società e la ricerca della pace da parte degli esseri umani. L'essere umano ha sempre cercato di organizzare la propria vita autonomamente e in collaborazione con gli [[individuo|individui]] che maggiormemente lo aggradavano. Lo Stato altro non è che una particolare forma organizzativa che da un certo momento in poi della sua storia l'umanità si è data, o  meglio che alcune minoranze hanno imposto alla maggioranza.
 
 
[[[''Questa prima breve sezione può essere migliorata e resa meno vaga e generica evitando di parlare di individuo o essere umano al singolare, nozione inesistente, e anzi dal punto di vista storico squisitamente classista, nelle società preistoriche in cui la collettività (famiglia, tribù) prevale sul singolo, lo tutela, educa e aiuta in tutto.'']]]
 
 
 
Prima della scoperta dell'agricoltura (10-12000 anni fa) gli esseri umani erano essenzialmente [[cacciatori-raccoglitori]] ([[nomadismo]]), ma da quel momento essi hanno cambiato le proprie abitudini trasformandosi tendenzialmente in sedentari. Questo cambiamento epocale ha determinato la nascita del [[patriarcato]], del dominio dell'uomo sulla natura e dei primi conflitti sul possesso (e poi sulla [[La proprietà|proprietà]]) della terra, ecc.
 
 
 
[[[La trasformazione da nomadi in sedentari di molte comunità umane, cioè il passaggio dal modo di produzione paleolitico a quello neolitico, avvenuto attraverso tappe ben individuate dalla ricerca storica e per cause di ordine a volte naturale a volte sociale o dalla loro reciproca relazione, non soltanto non ha generato il sorgere dello Stato (il meccanismo andrebbe infatti spiegato e non presupposto) e quindi l'ideologia patriarcale, ma ha anzi approfondito ed esteso l'egualitarismo già esistente nelle comunità di caccia-pesca-raccolta paleolitiche centrate sul culto della dea madre, culto egualitario, pacifista, rispettoso di ogni forma di essere vivente.
 
Le società neolitiche conobbero nel corso dei millenni un rapida e vasta propagazione su scala planetaria a mano a mano che questo modo di produzione si andava espandendo e facendo conoscere i suoi benefici rendendo la vita più sicura e assicurando con l'approvvigionamento di scorte conservate attraverso tecniche bem precise immese fonti di cibo alla collettività ottenuto attarverso una quantità di lavoro esiguo ed eseguito comunitariamente.
 
Il sedentarismo non produce cioè, come si è creduto sin troppo a lungo ed in modo interessato da parte delle ideologie conservatrici (la proprietà della terra è equiparata alla fonte del diritto e ciò è ritenuto un meccanismo ovvio e non necessario da speigarsi, la proprietà privata ma quelal collettiva gestita per conto delal comunità ed in suo nome da funzionari le cui capacità sono riconoisciute e che non hanno alcuna possibilità di accappararsi a proprio nome della ricchezza sociale, una forma in un certo senso di amministrazione fiduciaria preistorica.
 
Le ricerche e scoperte archeologiche compiute in molte parti del mondo attestano in siti sparsi in tutti i continenti una cultura agraria egualitaria e priva quindi di differenziazioni sociali classiste ma unicamente funzionali alla corrette gestione della società egualitaria stessa. Creta minoica 5.000-2000 a. C, ma anche Chatal Huyuk in Asia minore, Gerico in Palestina, Hrappa e Mohenjo-Daro nelal valle dell'Indo, la cultura Yomon in Giappone e numerosi siti in Asia ma soprattutto l erecenti scoperte e reinterpretazioni della cultura mesolitica e neolitica europea (dal Portogallo alla Russia) dimostrano che la civiltà agraria per moltissimi millenni fu priva di diseguglianze sociali e quindi non necessitò di organi separati di gestione dell'esistente come lo Stato, la polizia, l'esercito, un clero gestore dell'ideologia religiosa classita patriarcale, il ricorso alla guerra per gestire i rapporti tra singoli gruppi sociali e collettività, ecc.).]]]
 
 
 
 
 
A questo punto gli uomini più forti cominciarono ad organizzarsi in maniera tale da difendere i propri privilegi, basati sullo sfruttamento di altri esseri umani e della natura. Questo passaggio epocale non è però stato immediato e non ha immediatamente riguardato l'intera umanità. Per esser precisi, nello stesso momento in cui alcuni davano vita a forme individualistiche di [[La proprietà|proprietà]], altri si organizzavano in ''tribù'' o ''clan'', mediante la condivisione della terra e di [[Regole e anarchia|regole]] usualmente accettate da tutti<ref name="Ario">Si veda la discussione nella pagina di discussione dell'utente Ario_Libert :[http://ita.anarchopedia.org/Discussioni_utente:Ario_Libert]</ref>. Innegabilmente però, la scoperta dell'agricoltura ha determinato la nascita e lo sviluppo di [[gerarchia|rapporti gerarchici]] dai quali poi, nel corso del tempo, è nato lo Stato. Lo Stato non è altro che la sublimazione di questi rapporti e l’evoluzione estremizzata di quella forma primordiale di [[autorità]].
 
 
 
[[[Tutta la presente sezione è errata e storicamente falsa perché non c'è alcun nesso tra la coltivazione delal terra, in origine un bene sterminato ed abbondante rispetto all'esiguita del numero stesso degli esseri umani, e la sua appropriazione privata da parte di uomini più forti. La struttura egualitaria paleolitica ha trovato una sua continuità nel passaggio alla coltivazione delal terra, di cui nessun singolo avrebbe potuto appropriarsi in quanto questo modo di produzione sottintende la comunità come produttore della ricchezza sociale attraverso il lavoro gestito comunitariamente e la proprietà stessa delal terra quindi intesa in senso comunitrio. L'appropriazione privata del mezzo di produzione detto terra va spiegato, e questa spiegazione poggiare non su meccanismi intuitivi o logici ma concretamente su quanto è storicamente deducibile da quanto si conosce attarversola ricerca archeologica e antropologica.
 
In caso contrario si fa il gioco delle ideologie classiste esistite ed esistenti ritenendo inevitabile ,per motivi connessi all'evoluzione storica, cioè alla gestione della complessità sociale generatasi con l'aumento demografico, la fase storica della proprietà privata della terra e quindi di evoluzione storica  in evoluzione storica di tutte le altre forme di proprietà privata che da lì in poi si sono generate storicamente. Si verrebbe accusati di essere contro il progresso storico e sociale, quando è vero che il sorgere delal proprietà privata e dello Stato e della guerra e delel classi sociali si sono attuate su altri terreni sociali e in modalità estranee al modo di produzione agrario stesso.
 
Il motivo per cui le ideologie antagonistiche al sisistema non producano un sapere certo su una questione così fondamentale è la dimostrazione che il sistema ideologico dominante, quello accademico per intenderci, sta funzionando bene e produce ignoranza e disinformazione su questo tema critico e riesce a far passare come classite società egualitarie. Il tema della genesi storica dello Stato e delle classi sociali è stato da tempo risolto ma coloro che dovrebbero appropriarsi se non altro di diritto dei suoi risultati rivoluzionari, li ignorano semplicemente preferendo vegetare su quanto si è elucubrato almeno un secolo e mezzo fa.
 
Il mio è quindi un invito a riorientare la ricerca storica e antropologico-culturale in base ai dati recenti, i quali sono combattuti dai settori conservatori e reazionari dell'establismente accademico con veemenza, sia cioè con il silenzio che con l'invenzione di argomenti adatti a riorientare gli studi e le ricerche in senso funzionale allo status quo esistente.]]]
 
 
 
Grazie per l'attenzione e a presto.
 
 
:Ciao Ario Libert e innanzitutto benvenuto in anarchopedia: mi dici per favore a quali fonti di ricerca archeologica fai riferimento nel sostenere le tue tesi di cultura agraria egualitaria preistorica?! Grazie e a presto--[[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]] 12:07, 22 lug 2008 (UTC)
 
 
 
 
 
Carissimo Altipiani azionanti,
 
ho cercato di risponderti personalmente, ma a tuo nome non risulta nessuna e-mail per cui vi costretto a risponderti così, sperando di far bene.
 
Ottima la tua richiesta di fonti da parte mia, anche se mi mette sempre in imbarazzo sparare titoli di testi ma, giustamente, come si fa ad elaborare delle tesi se non si sono presi in considerazione gli studi del settore passando per i classici sino alle opere più recenti? Impossibile appunto.
 
 
Tanto per abbozzare un discorso le discussioni sui tempi che furono datano dalle preistoria profonda e ciò è rilevabile dai miti di tutte le culture e civiltà del mondo. L'umanità infatti ha subito dei traumi da cui si è risollevata a fatica ed ha trasmesso con meccanismi di comunicazione trasgenerazionale messaggi inquietanti per chi li ha voluti interpretare correttamente.
 
Anche Egiziani, mesopotamici, greci, romani, ecc. si sono interrogati sulla natura delle società antiche attraverso i dati mitologici che li inquietavano di più in quanto mettevano in forse le loro concezioni ideologiche classiste. Le culture egualitarie pur annientate non per questo hanno cessato di opporsi generando sotteraneamente concezioni in opposizione alle ideologie dominanti e mantenendo viva la loro memoria attraverso narrazioni che con il tempo si sono riversati nelle fiabe, miti e leggende che negli ultimi secoli, grazie all'oggettivo lavoro di ricerca dell'archeologia occidentale, hanno trovato conferme materiali e culturali. Il neolitico è sopravvissuto generando cioè una controcultura tramessa nel tempo da società a società lungo tutto il tempo storico. La storia delal caccia alle streghe ed alle eresie ne è un esempio meraviglioso.
 
 
Uno dei primi testi a testimonianza di una cultura arcaica in cui le donne svolgevano un ruolo centrale nella gestione della società è il classico studio di Bachofen sul matriarcato che gli è costato carissimo in quanto l'accademia oltre a non premiarlo lo ha semplicemente ostracizzato con un silenzio di tomba sulle sue ricerche.
 
La scoperta e lo studio della civiltà etrusca è stato un altro duro colpo per l'ideologia dominante in età romantica anche se poi l'establismente accademico, come suo solito ha saputo generare una interpretazione falsa su questa cultura di modo che essa venisse correttamenet inquadrata nei suoi concetti storiografici consolidati (privilegiamento della tesi di Dionisio di  Alicarnasso). L'etruscologia è una disciplna nata durante il fascismo, non a caso.
 
Gli studi di Martin Bernal: Atena nera, le radici afroasiatiche della civiltà classica, hanno messo a soqquadro gli ambienti archeologici e quelli della ricerca storica antica e gli studi storico linguistici, innestandosi su un filone di studi revisionistici su cui da mezzo secolo i ricercatori storici e culturali africani stanno producendo dei lavori di denuncia dell'ideologia colonialistica europea e di falsificazionismo della ricerca storica. Il loro più grande successo infatti è stata la corretta attribuzione della civiltà egiziana relativa al periodo faraonico alla razza nera, come i testi degli stessi greci riferivano, primo fra tutti Erodoto (Chi sa il francese può visitare l'incredibile sito AFRICAMAAT). Le teorie afrocentriste sono state di recente convalidate ed in modo traumatico per l'Occidente dalle ricerche del genetista Cavalli-sforza che hanno oltretutto evidenziato come quella greca sia la popolazione europea che più deriva geneticamente ( e quidi culturalmente ) dai neri egiziani (alla faccia degli Ariani).
 
 
Gli studi più importanti datano però dagli anni '20 del XX secolo grazie alla scoperta e corretta interpretazione della Creta minoica, che fu a suo tempo considerata una bomba archeologica. Le scoperte e gli studi di Evans hanno infatti evidenziato una civiltà progreditissima, esperta nelle arti e nelle costruzioni di abitazioni e città senza mura di cinta, dotata di una vastissima flotta commerciale con cui intrecciava relazioni su vasta scala. Cultura annientata a seguito delle invasioni minoiche forse a seguito anche di sconvolgimenti dovuti ad una violenta eruzione vucanica di Tera.
 
Per l'antica europa si sono avuti scavi, scoperte e studi notevoli dell'epoca mesolitica in relazione alle culture megalitiche del tipo di Stonehenge, che ricoprono l'intera Europa occidentale. Testi calssici e ben fatti sono Stonehenge di Davdi Souden e Il mistero di Stonehenge di John North (il titolo inglese è laconicamente Stonehenge, gli editori italiani se non drammatizzano con termini come mistero, enigma, ecc. non sono contenti).
 
La civiltà agraria egualitaria Europea orientale o civiltà danubiana è studiata da più di un secolo dall'archeologia slava anche se in modo framemntario, cioè in base ai siti essitenti sul territorio nazionale, la fine del cosidetto comunistmo ha però accelerato lo studio comparativo di questa plurimillenaria cultura, i testi esistenti sono pochi in quanto il nostro paese traduce poco dai paesi dell'est, lo studio divulgativo più celebre è quello divulgativo di Marco Merlini La scrittura è nata in Europa? Ovviamente sulla civiltà danubiana i testi fondamentali sono quelli della Gimbutas: Il linguaggio della dea. Mito e culto della Dea Madre nell'Europa Neolitica; e Le dee viventi.
 
Le concezioni della studiosa di origine ucraina sono state integrate con le analisi e ricerche storiche e sociologiche della sua principale sostenitrice Riane Eisler i cui testi più importanti: Il calice e la spada, e: Il piacere è sacro analizzano le conseguenze del sorgere della cultura delal dominanza a base maschile nell'arco degli ultimi millenni e com euscirne fuori. I suoi testi sono attualmente introvabili, consiglio di ricorrere al prestito interbibliotecario.
 
Testi che si concentrano sui periodi precedenti all'avvento dell'istituto statuale sono sempre ricchi di sorprese come Antica India la culal delal civiltà di Feuerstein e Frawley. Le origini degli dei di Brian Fagan è un'ottima carrellata sula pristoria in generale tenendo in debito conto più che i reperti anche la dimensione culturale delal preistoria.
 
Giulio Magli ha scritto un testo sconvolgente: Misteri e scoperte dell'archeoastronomia, che lo ha messo alla pari con lo studioso italoamericano ebreo e storico dela scienza autore del celeberrimo Il mulino di Amleto che gli ha meritato la morte civile da parte dei suoi colleghi accademici. Un vecchio testo che aiuta molto a capire lastoria antica degli ultimi 40.000 anni  è Antiche strutture sociali mediterranee di Bontempelli e Bruni, un testo classico ma rigoroso incentrato su analisi socioeconomiche delel società presistoiriche sino al III secolo d.C.
 
Non bisogna trascurare soprattutto i testi che trattano direttamente del culto e delle culture della dea madre come quello di Rodriguez: Dio è nato donna o La grande madre di Franz Baumer e La grande madre dello junghiano Erich Neumann e per la civiltà cretese oltre agli studi pionieristici di Evans, I Giorni di Creta di Castelden.
 
Naturalmente studi di mitologia comparata sono più che utili per indagare gli aspetti culturali di queste antiche società, i classici Frazer: Il ramo d'oro  e Graves: I miti greci un po' aiutano.
 
gnuno dei testi citati e di tantissimi altri dà una mano, oltre ai migliori studi accademici occore giovarsi di quelli provenienti dai settori dissidenti  di questi ambienti che non mancano mai e di quelli di ricercatori indipendenti come nell'ultimo quindicennio quelli di Graham Hancock, Robert Bauval, Anthony West e molti altri ancora che con la loro attività di ricerca testimoniano che la storia è una cosa troppo importante per essere lasciata esclusivamente nelle mani degli storici.
 
Per ora credo che possa bastare, cito a memoria e credo di aver dimenticato testi anche più importanti.
 
Quello che vorrei evidenziare con i mei interventi è l'inadeguatezza delel ricerche ed interpretazioni storiche sulla genesi stiorca dello Stato da parte di tutti gli orientamenti ideologici e scientifici, il che la dice lunga e sulla scientificità e sulla ideologia del sistema.
 
La scoperta di culture egualitarie e libere dai bisogni, prive di violenza e di Stato, di geurre, progredite materialmenete e culturalmente, colloca ciò che da milelnni l'umanità va cercand o disperatamente e spesso a prezzo di incredibili violenze. Il futuro è in un certo senso alle nostre spalle e non sapppiamo vederlo, anzi dei libertari che sostengono che la civiltà agraria abbia prodotto lo Stato e non sanno spiegare perché si siano aspettati dai 5.000 ai 10.000 anni per arrivarci non spiegano in fin dei conti nulla. A cosa serve dire che prima o poi ciò si è verificato? e prima come si è fatto per impedire che ciò accadesse?
 
Ritengo sia giusto elaborare delle ipotesi, ma esse vanno poi vagliate anche con la logica stessa che se da un lato può tendere a sostenere che qualcosa è accaduto affinché lo Stato sorgesse non deve però esimersi dallo spiegare perché ciò sia accaduto dopo un periodo cronologico sterminato.
 
 
Sperando di essere di qualche utilità nello stimolare discussioni su questo argomento a dir poco centrale per tutta la cultura umana, spero a breve di centrare in poco spazio un breve testo sulle ipotesi sulla geneso storica dello Stato, il che nopn significa che questa genesi fosse né necessaria né tanto meno utile, ma essa si è, come chiunque può accorgersi, storicamente prodotta e quindi va spiegata.
 
Grazie per la cortese attenzione e a presto, Massimo.
 
 
:Leggo con piacere e con l'attenzione dovuta i tuoi interventi (linguaggio chiaro e scorrevole). Intanto ti ringrazio per la solerte risposta ricca di riferimenti per gli ulteriori approfondimenti che andrò sicuramente a fare (tempo permettendo). Mi sento di condividere molte cose di quanto tu sostieni e del resto nel concetto di società egualitaria preistorica ci vedo insito quello di società organiche di Bookchin...Però anche io sono del parere che vada fatto una analisi sulla genesi dello Stato, proprio per non perdersi nelle congetture che in definitiva hanno sempre il carattere di "tesi" per quanto si possano avallare con argomentazioni circostanziate. Sullo Stato permettetemi un azzardo ma mi viene da pensare ad esempio alla religione cristiana ed al concetto di peccato originale insito in ognuno di noi sin dalla nascita e da cui ognuno in vita si deve redimere; allo stesso modo penso allo Stato come quella imposizione alla cui origine vi è l'ambivalenza diritto-dovere ai quali ognuno è sottoposto sin dalla nascita a prescindere dalla sua volontà ma soprattutto al concetto di "appartenenza" ad un territorio più o meno esteso e che a mio parere va ben oltre quello della proprietà collettiva o privata dir si voglia e che forse affonda le sue radici nella notte dei tempi. Comunque la mia e-mail è altipiani_azionanti@tiscali.it (che vado subito a segnalare nella mia pagina utente) anche se ritengo più utile e costruttivo partecipare alle discussioni collettivamente attraverso anarchopedia.--[[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]] 18:54, 23 lug 2008 (UTC)
 
 
Grazie a te e a tutti coloro che prendono parte in modo costruttivo alla discussione su di un tema così importante e su cui le scienze storiche e sociali accademiche non danno nessun contributo e che quando ciò accade è sempre ad opera di settori dissidenti che prima o poi vengono screditati.
 
Come vedi il presente ha radici sterminatamente lunghe e non sapersi orientare su questo argomento genera poi conseguenze tragiche in tutti i settori della conoscenza in quanto essi ne dipendono direttamente.
 
Un altro tema che si dovrà affrontare al momento gisuto è quello della cosiddetta democrazia, la cui voce in Anarcopedia è a dir poco allucinante, con tutto quello che si è stabilito negli ultimo 150 anni sulla Grecia arcaica e classica parlare di democrazia è più che assurdo o errato, sarebeb più corretto parlare infatti di democrazia schiavistica come era appunto Atene del V secolo a. C. e per cui le nostre istituzioni provano una sacra venerazione: la "democrazia" sinora è sempre stata schiavistica non si è mai dato caso contrario e così è stato anche per la Roma repubblicana, si tratta di due forme di capitalismo agrario antico molto ben studiete e da tempo.
 
 
 
Per fornire elementi alla discussione sulla genesi storica dello Stato propongo la presentazione di una dinamica storica che potrebbe aver portato al suo sorgere storico secondo certi orientamenti storici oramai diventati classici.
 
Per fornire elementi alla discussione sulla genesi storica dello Stato propongo la presentazione di una dinamica storica che potrebbe aver portato al suo sorgere storico secondo certi orientamenti storici oramai diventati classici.
  
  
Modo di produzione nomade pastorale (N-P)
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'''Modo di produzione nomade pastorale (N-P)'''
  
 
Il passaggio dal paleolitico, come tutte le fasi le fasi di transizione deve essere trattato anch'esso su basi storiche, è cioè inconcepibile che il 31 dicembre del 12.500 a. C l'intera umanità fosse paleolitica ed il 1°gennaio diventasse all'improvviso neolitica. Si deve quindi non soltanto indagare il passaggio dal paleolitico al neolitico ma anche perché in molte aree ciò non avvenne, cioè molte aree rimasero paleolitiche sino a pochi decenni fa. L'esempio più formidabile oltre ai Boscimani che devono essersi goduti qualcosa come 70.000 anni di paleolitico
 
Il passaggio dal paleolitico, come tutte le fasi le fasi di transizione deve essere trattato anch'esso su basi storiche, è cioè inconcepibile che il 31 dicembre del 12.500 a. C l'intera umanità fosse paleolitica ed il 1°gennaio diventasse all'improvviso neolitica. Si deve quindi non soltanto indagare il passaggio dal paleolitico al neolitico ma anche perché in molte aree ciò non avvenne, cioè molte aree rimasero paleolitiche sino a pochi decenni fa. L'esempio più formidabile oltre ai Boscimani che devono essersi goduti qualcosa come 70.000 anni di paleolitico

Revision as of 07:07, 24 July 2008

Per fornire elementi alla discussione sulla genesi storica dello Stato propongo la presentazione di una dinamica storica che potrebbe aver portato al suo sorgere storico secondo certi orientamenti storici oramai diventati classici.


Modo di produzione nomade pastorale (N-P)

Il passaggio dal paleolitico, come tutte le fasi le fasi di transizione deve essere trattato anch'esso su basi storiche, è cioè inconcepibile che il 31 dicembre del 12.500 a. C l'intera umanità fosse paleolitica ed il 1°gennaio diventasse all'improvviso neolitica. Si deve quindi non soltanto indagare il passaggio dal paleolitico al neolitico ma anche perché in molte aree ciò non avvenne, cioè molte aree rimasero paleolitiche sino a pochi decenni fa. L'esempio più formidabile oltre ai Boscimani che devono essersi goduti qualcosa come 70.000 anni di paleolitico sono ovviamente gli aborigeni australiani la cui cultura paleolitica è ritenuta unanimemente risalente a 50.000 anni fa, cioè un'espansione della cultura africana paleolitica in un continente diverso anche se molto simile all'Africa.

A questo punto il problema è come si è generato non tanto il modo di produzione neolitico agrario che è anzi molto ben indagato su vaste aree mondiali, quanto piuttosto il modo di produzione che ha portato alla distruzione della cultura neolitica e cioè il modo di produzione NOMADE-pastorale (visto... la mobilità non è in sé sinonimo di bontà, i paleolitici erano nomadi ma pacifici, i N-P no!). Il nucleo storico, anzi preistorico dell'istituto statale è nelle relazioni di dominio sorte storicamente nelle società nomadi pastorali di cui a tutt'oggi esistono terribili esempi su scala storica, di cu i ti parlerò). Il modi di produzione N-P consiste nella proprietà privata non tanto della terra di cui i pastori non sanno semplicemente che farsene quanto dei capi di bestiame appartenenti ai capi tribù che con le greggi composte di migliaia di esemplari rubano anche la forza lavoro dei nulla tenenti espropriati dalla possibilità di sopravvivere e che devono perciò a tale scopo lavorare come mandriani per i proprietari di greggi. La donna non svolgendo più nessuna funzione economica come nei modi di produzione paleolitico e neolitico è quindi assimilata ad una pura proprietà. I proprietari di greggi sterminate si sposano con figlie di altri proprietari di greggi e essendo ricchi (Pecunia deriva da pecus, pecora) si possono permettere di costituire un harem. I poveri devono accontentarsi delle prostitute che provengono dal loro stesso strato sociale, finquando un uomo non possiede un gregge adatto a dare da vivere a sé e alla sua famigli non può sposarsi, non sono tanto le donne a non volerlo quanti i capifamiglia patriarcali a non concludere l'affare di dare le loro figlie a dei morti di fame. Il modo di produzione N-P, conosce quindi l'esclusione sociale della donna assimilata unicamente a fornitrice, anzi fattrice di figli maschi da sostituire alla proprietà del padre attraverso l'istituto della primogenitura (ti ricordi dell'episodio biblico del piatto di lenticchie? La Bibbia è una delle fonti più formidabili della cultura religiosa e giuridica del regime patriarcale N-P) e di figlie come merce di scambio tra capi di bestiame per cementare vincoli sociali di proprietà e alleanza in caso di conflitti intertribali molto frequenti all'interno di questo modio di produzione gerarchico ed individualistico proprietario.

Quindi le comunità agrarie neolitiche e quelle N-P sono vissute a lungo l'una accanto all'altra e spesso devono anche aver trovato delle soluzioni di convivenza come dimostrano pratiche ancora esistenti nel nostro paese consistenti nel far pascolare su terreni destinanti alla semina le greggi degli allevatori di modo che i deposi ti di sterco fertilizzassero i terreni, gli incontri tra pastori e agricoltori dovevano anche essere occasione di scambi di merci e prodotti che entrambe le società possedevano in abbondanza.

Quindi il modo di produzione N-P non era interno alla società neolitica ma anzi del tutto esterno ad essa, la contraddizione non era quindi all'interno di un strati sociali di una unica formazione socioeconomica, si tratta di una modalità del tutto diversa rispetto all'emergere del modo di produzione capitalistico sorto nel seno della società feudale verso la fine dell'Alto medioevo. Il meccanismo che deve aver prodotto la crisi tra i due sistemi possono essere stati prodotti da crisi dovute ad aumenti demografici in entrambe le società magari in epoche in cui si verificarono anche crisi naturali, come mutamenti climatici gravi. I N-P in quanto società gerarchica e dotati di strumenti di offesa che essi usavano durante gli scontri tribali in occasione di conflitti generati da furti o disaccordi territoriali per il controllo dei pascoli o delle fonti di abbeveraggio, hanno ad un certo punto considerato come territori degni di pascolo le terre delle società agrarie neolitiche, non escludo che all'inizio i neolitici abbiano anche approvato di consegnare loro porzioni di terriotrio in via provvisoria, ma o perdurando la crisi o avendo notato i vantaggi di trasformare in pascoli ciò che essi ritenevano territori esclusivamente adibiti alla coltivazione di derrate alimentari, i pastori hanno esteso il dominio dalla loro società a quella neolitica coinvolgendo grazie al sistema di obblighi e solidarietà tribali anche i nulla tenenti per cui i terreni di coltivazione agricoli erano anche occasione di arricchimento: si trattava di spartirsi un bottino che per i N-P deve semplicemente essere apparso come infinito.

Una volta instauratosi il meccanismo di rapina, esso fu reso stabile attraverso il controllo degli sterminati territori di cui essi si impadronirono progressivamente con ondate invasive sempre più vaste e di cui l'archeologia ha ricostruito praticamente ormai tutte le tappe. Il controllo territoriale venne affidato a controllori armati tratti all'interno della società N-P diventata ora demograficamente in sottonumero per via degli immensi territori conquistati, i guerrieri vennero nutriti dalle comunità agrarie i cui membri si tramutarono in schiavi destinati a lavorare con il sudore della loro fronte per i loro nuovi dei guerrieri patriarcali. Il meccanismo di aggressione richiese un tempo relativamente breve in quanto i processi di miglioramento dei campi era stato compiuto oramai da millenni, per i N-P si trattava semplicemente di estendere le relazioni di dominio tribali su scala enormemente più vasta e a ciò non poteva che contribuire un sistema di controlo militare e poliziesco . I N-P erano soprattutto anche proprietari di mandrie di cavalli il loro animale totemico (di cui esistono consistenti testimonianze nelle Upanishad), per cui il controllo del territorio era anche facile essendo un sistema di spostamento oltre che un mezzo di guerra potentissimo a cui si potevano anche attaccare dei carri per il trasporto di armi e guerrieri: una vera e propria panzer divisione preistorica.

La mitologia greca parla di centauri che violentano, uccidono e depredano, si tratta di un ricordo mascherato delle origini predatorie dei "grandi" fondatori della civiltà e cultura occidentali, le più antiche raffigurazioni plastiche dei centauri, mostrano degli uomini a figura intera a cui è stato aggiunto a partire dalla natiche il resto di un cavallo: così i neolitici si rappresentarono quei mostri che piombarono loro addosso devastando e assassinando come una unica entità biologica: esattamente come accadde con i popoli amerindi che non conoscevano i cavalli e che scambiarono i conquistadores come un'unica entità.

Per ora credo che il discorso sia impostato in modo decente, cercherò di articolarlo meglio e sintetizzarlo in seguito, scriverne mi aiuta a riassumere quanto ho letto nei libri e operare così una prima sintesi da contrarre ulteriormente, ciao e a presto, Massimo.