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Alla base di questo mio studio vi è sicuramente l’insoddisfazione da me molte volte provata nei confronti delle modalità con le quali l’essere umano ha cercato, nel secolo scorso, di porre un limite alla sua continua opera di
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ecologiche, l’approccio di un pensiero radicale come quello anarchico, e ho focalizzato la mia attenzione su “A - rivista anarchica”, una rivista mensile nata nel 1971 e ancora in corso, molto apprezzata in ambito libertario.
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Per la mia ricerca e per una ricostruzione della storia della rivista, dal momento che non esiste nessuna pubblicazione e studio su di essa, mi sono avvalso del materiale presente nella rivista stessa, di un’intervista a me rilasciata da Paolo Finzi, uno dei suoi fondatori, e di alcuni testi per la ricostruzione del quadro storico di riferimento e comparato agli argomenti maggiormente trattati dalla rivista nel corso degli anni.
  
<center>[[Image:Anarchia book.jpg]]</center>
 
  
 
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<p align="right">[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/tesiA/tesi_A.pdf|Vai al testo]]
''L'Anarchia è parola che viene dal greco, e significa propriamente senza governo: stato di un popolo che si regge senza autorità costituite, senza governo.''
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''Prima che tale organamento incominciasse ad essere considerato come possibile e desiderabile da tutta una categoria di pensatori, e fosse preso a scopo da un partito, che è ormai diventato uno dei più importanti fattori delle moderne lotte sociali, la parola anarchia era presa universalmente nel senso di disordine, confusione; ed è ancor oggi adoperata in tal senso dalle masse ignare e dagli avversari interessati a svisare la verità.''
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(Errico Malatesta, "Anarchia")
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<p align="right">[[Anarchia (di Errico Malatesta)|Vai al testo]]
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Revision as of 18:41, 29 August 2010

Il gruppo milanese di “A, Rivista Anarchica” e l'Ecologia Sociale: un nuovo orizzonte per l'Anarchismo?

Simone Borselli ¤ ¤ ¤ ¤

Tesi di laurea A.A. 2001-2002

Alla base di questo mio studio vi è sicuramente l’insoddisfazione da me molte volte provata nei confronti delle modalità con le quali l’essere umano ha cercato, nel secolo scorso, di porre un limite alla sua continua opera di distruzione del pianeta. Questo processo di distruzione sembra sempre più accentuarsi in questi ultimi anni, per effetto di un sistema produttivo mondiale che, finalizzato alla ricerca di un più alto tenore di vita per le popolazioni dei paesi industriali, è sempre più responsabile del crescente divario tra i paesi ricchi e poveri, e sempre meno rispettoso della natura. Pur riconoscendo ai movimenti ambientalisti un ruolo importante nel portare alla luce questi eccessi del sistema, e nel cercare di porvi un limite, ho spesso nutrito dubbi, nei confronti degli strumenti da questi utilizzati, che ho molte volte ritenuto non incisivi, e di “facciata”. Allo stesso tempo la globalizzazione del sistema economico, con il suo progressivo insinuarsi in tutti gli aspetti della vita umana, ha messo in crisi l’idea di non interferenza esterna nei confronti delle decisioni di uno Stato sovrano, che con difficoltà sempre maggiori riesce a contrastare il crescente potere delle multinazionali. Per cercare di dare una risposta ai miei molteplici dubbi, ho quindi deciso di analizzare un differente approccio alle problematiche ecologiche, l’approccio di un pensiero radicale come quello anarchico, e ho focalizzato la mia attenzione su “A - rivista anarchica”, una rivista mensile nata nel 1971 e ancora in corso, molto apprezzata in ambito libertario. Per la mia ricerca e per una ricostruzione della storia della rivista, dal momento che non esiste nessuna pubblicazione e studio su di essa, mi sono avvalso del materiale presente nella rivista stessa, di un’intervista a me rilasciata da Paolo Finzi, uno dei suoi fondatori, e di alcuni testi per la ricostruzione del quadro storico di riferimento e comparato agli argomenti maggiormente trattati dalla rivista nel corso degli anni.


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