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(Discussione su Pasolini e anarchia)
(Discussione su Pasolini e anarchia)
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::Forse bisogna chiarire una cosa: se tu prendi un qualsiasi dizionario, alla voce "anarchia" troverai, come prima accezione: "mancanza di governo, stato di confusione, di arbitrio, di disordine". Poi, come seconda accezione troverai: "FIGUR. disordine estremo, confusione completa". Poi, come terza accezione troverai: "'''FILOS.''' dottrina filosofica e movimento politico ecc.". Se cerchi "anarchismo", invece, trovi subito e solo il riferimento alla dottrina anarchica. I dizionari dicono questo non perché sono tutti fascisti o ignoranti o perché reiterano un concetto sbagliato, ma perché esiste, nella lingua italiana, l'anarchia dell'anarchismo e l'anarchia come mero significante del "senza governo". Ora io non capisco perché Pasolini, che era un uomo di lettere, in un film e commentando un film in una intervista non poteva usare il termine "anarchia del potere" per dire che il potere fa ciò che vuole. Cosa c'entra in quella frase l'anarchismo ossia l'anarchia degli anarchici? Sono entrambi chiaramente estromessi, a scanso di equivoci, dal termine "potere". Vogliamo fare una colpa a Pasolini, se per esprimere la sua poetica, si atteneva alla lingua italiana? O vogliamo dire che la lingua italiana è fascista? Ma il significato sui dizionari era quello anche prima del fascismo. :-) Il problema nostro non è che nei dizionari ci sia quella prima definizione, ma che la gente non sappia che ne esiste anche un'altra, ossia che esiste anche una dottrina politica che non teorizza il caos. Poi è chiaro che a noi anarchici non verrà mai spontaneamente di utilizzare il termine anarchia in quel modo, ma se qualcuno lo utilizza in quel modo, prima di addossargli una colpa, bisogna vedere in quale accezione utilizza il termine. Se parla della nostra anarchia o parla di altro. Pasolini non parlava della nostra anarchia, ma dell'anarchia del potere. E' una semplice espressione letteraria che significa che il potere fa ciò che vuole. Secondo me, farne un caso è imbarazzante. Dobbiamo essere un po' più elastici, secondo me, quando parliamo di arte. --[[Utente:K2|K2]] 09:59, 28 giu 2009 (UTC)
 
::Forse bisogna chiarire una cosa: se tu prendi un qualsiasi dizionario, alla voce "anarchia" troverai, come prima accezione: "mancanza di governo, stato di confusione, di arbitrio, di disordine". Poi, come seconda accezione troverai: "FIGUR. disordine estremo, confusione completa". Poi, come terza accezione troverai: "'''FILOS.''' dottrina filosofica e movimento politico ecc.". Se cerchi "anarchismo", invece, trovi subito e solo il riferimento alla dottrina anarchica. I dizionari dicono questo non perché sono tutti fascisti o ignoranti o perché reiterano un concetto sbagliato, ma perché esiste, nella lingua italiana, l'anarchia dell'anarchismo e l'anarchia come mero significante del "senza governo". Ora io non capisco perché Pasolini, che era un uomo di lettere, in un film e commentando un film in una intervista non poteva usare il termine "anarchia del potere" per dire che il potere fa ciò che vuole. Cosa c'entra in quella frase l'anarchismo ossia l'anarchia degli anarchici? Sono entrambi chiaramente estromessi, a scanso di equivoci, dal termine "potere". Vogliamo fare una colpa a Pasolini, se per esprimere la sua poetica, si atteneva alla lingua italiana? O vogliamo dire che la lingua italiana è fascista? Ma il significato sui dizionari era quello anche prima del fascismo. :-) Il problema nostro non è che nei dizionari ci sia quella prima definizione, ma che la gente non sappia che ne esiste anche un'altra, ossia che esiste anche una dottrina politica che non teorizza il caos. Poi è chiaro che a noi anarchici non verrà mai spontaneamente di utilizzare il termine anarchia in quel modo, ma se qualcuno lo utilizza in quel modo, prima di addossargli una colpa, bisogna vedere in quale accezione utilizza il termine. Se parla della nostra anarchia o parla di altro. Pasolini non parlava della nostra anarchia, ma dell'anarchia del potere. E' una semplice espressione letteraria che significa che il potere fa ciò che vuole. Secondo me, farne un caso è imbarazzante. Dobbiamo essere un po' più elastici, secondo me, quando parliamo di arte. --[[Utente:K2|K2]] 09:59, 28 giu 2009 (UTC)
  
Io credo ci siamo chiariti…ripeto, non metto in dubbio che Pasolini non sapesse qual è il significato reale di anarchia e nemmeno penso minimamente che intendesse colpire gli anarchici. Però, secondo me, il linguaggio è l’esemplificazione del sistema in cui si vive. Perché si dice “l’uomo è così o cosà” riferendosi agli esseri umani in generale? Perché viviamo in una società maschilista e sessista…Perché si dice animale in senso dispregiativo, nonostante l’essere umano stesso appartenga al regno animale?Perché viviamo in una società specista…Perché la parola anarchia ha assunto un’accezione così negativa? Mi pare ovvio, perché una società gerarchica come la nostra ha paura della semplice ipotesi di una società organizzata dal basso. Il vocabolario non è altro che l’espressione manifesta e letteraria di un determinato sistema…Secondo me quindi, è necessario cominciare a scardinare i principi autoritari e discriminatori del linguaggio che adoperiamo, stando attenti (ma non è facile) alle parole che adoperiamo comunemente…secondo me non è una sciocchezza, è anche una sorta di ginnastica individuale che ognuno può fare. Se stiamo attenti al nostro stesso linguaggio, ci accorgeremmo quanti retaggi pseudo culturali ci sono stati imposti senza che ce ne accorgessimo. Quindi io non incolpo Pasolini, semplicemente lo critico (principalmente critico le affermazioni fatte nell’intervista…) per questo concetto espresso (mi rendo conto che l’immagine è molto efficace ed è incredibilmente e immediatamente comprensibile  atutti), pur rendendomi conto dei miei limiti su di lui, visto che per esempio non ho mai visto il film incriminato e non conoscevo questa sua affermazione su anarchia e potere….niente è sacro, tutti possono essere criticati, ma da qui a denigrarlo, per quanto mi riguarda, ce ne vuole...
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Io credo ci siamo chiariti…ripeto, non metto in dubbio che Pasolini non sapesse qual è il significato reale di anarchia e nemmeno penso minimamente che intendesse colpire gli anarchici. Però, secondo me, il linguaggio è l’esemplificazione del sistema in cui si vive. Perché si dice “l’uomo è così o cosà” riferendosi agli esseri umani in generale? Perché viviamo in una società maschilista e sessista…Perché si dice animale in senso dispregiativo, nonostante l’essere umano stesso appartenga al regno animale?Perché viviamo in una società specista…Perché la parola anarchia ha assunto un’accezione così negativa? Mi pare ovvio, perché una società gerarchica come la nostra ha paura della semplice ipotesi di una società organizzata dal basso. Il vocabolario non è altro che l’espressione manifesta e letteraria di un determinato sistema…Secondo me quindi, è necessario cominciare a scardinare i principi autoritari e discriminatori del linguaggio che adoperiamo, stando attenti (ma non è facile) alle parole che adoperiamo comunemente…secondo me non è una sciocchezza, è anche una sorta di ginnastica individuale che ognuno può fare. Se stiamo attenti al nostro stesso linguaggio, ci accorgeremmo quanti retaggi pseudo culturali ci sono stati imposti senza che ce ne accorgessimo. Quindi io non incolpo Pasolini, semplicemente lo critico (principalmente critico le affermazioni fatte nell’intervista…) per questo concetto espresso (mi rendo conto che l’immagine è molto efficace ed è incredibilmente e immediatamente comprensibile  atutti), pur rendendomi conto dei miei limiti su di lui, visto che per esempio non ho mai visto il film incriminato e non conoscevo que>::sta sua affermazione su anarchia e potere….niente è sacro, tutti possono essere criticati, ma da qui a denigrarlo, per quanto mi riguarda, ce ne vuole...
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::Se niente è sacro allora nemmeno il termine anarchia è sacro ed ognuno deve essere libero di interderlo come gli pare. L'importante non è che si intenda il termine anarchia come "senza governo" ma che l'anarchismo (ossia l'anarchia degli anarchici) non sia visto come la teoria del caos (è questo il vero problema). Sul dizionario, "anarchico" viene indicato, nella prima accezione, non come soggetto che crea disordine, ma come sostenitore della dottrina anarchica. Stessa cosa può dirsi per anarchismo: è solo una dottrina politica. Non mi pare che i dizionari (almeno i buoni dizionari) abbiano un piano "politico" contro di noi. Magari le persone si attenessero ai dizionari!
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Scoprirebbero che cos'è il razzismo, la xenofobia, il sessismo, l'ipocrisia... tutto correttamente spiegato!
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Per quanto riguarda il termine "uomo": non mi pare che i dizionari dicano che l'uomo non è un mammifero eretto, ecc., la scienza resta scienza, non ha bisogno di noi, per fortuna. Per quanto riguarda invece l'utilizzo del termine "uomo" per indicare l'umanità (quindi anche la donna), forse non sai (ma non lo sapevo nemmeno io prima che tu mi inducessi alla riflessione) che ci sono tre diverse strade etimologiche del termine e che nessuna è sessista: 1) homo deriva da humus: l'uomo è la creatura terrena in opposizione alle creature celesti (gli dei); 2) uomo come essere pensante (dal tedesco "Mann", dall'indeuropeo "manusya"); 3) uomo come essere mortale (dal greco brotòs). Quindi non è per sessismo che parliamo di uomo ed umanità per indicare, appunto, il genere umano. Quindi, per quanto mi riguarda, non starei attaccato al termine uomo, ma anche in questo caso andrei alla sostanza, ossia alla condizione della donna rispetto a quella dell'uomo. Questo non significa che la forma non conti. Ad esempio, noi diciamo "benvenuta/o" su anarchopedia. Questo mi sembra un modo concreto per non essere in certo senso sessisti.--[[Utente:K2|K2]] 10:35, 29 giu 2009 (UTC)

Revision as of 10:35, 29 June 2009

uhm ... volevo mettere categorie:Scrittori|Registi. Ma mi fa fare una categoria sola, cosa sbaglio?--Sytry82 11:08, 21 giu 2009 (UTC)

Sono 2 categorie distinte: Categoria:Scrittori|Pasolini, Pier Paolo

Categoria:Registi|Pasolini, Pier Paolo 

Sai che ci avevo pure pensato ...? --Sytry82 12:03, 21 giu 2009 (UTC)

Lupo Rosso

"l’anarchia associata al potere costituito è una chiara antinomia che cela il privilegio di una apparente libertà di agire, legata di fatto solo alla pratica della sopraffazione e politicamente, detto da un marxista, è un contro senso." Pasolini marxista ma stiamo scherzando e' come dire che il partito comunista italiano era marxista ovviamente e' un chiarimento non una richiesta di modifica e si aggancia al discorso

Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti! Perchè i poliziotti sono figli di poveri lasciamo Pasolini nel campo del'arte e lasciamolo perdere come politico e questo indipendentemente dall'articolo che in un certo senso non può essere altro che così , e se vogliamo infierire vi furono intellettuali con tendenza al comunismo che non si appoggiarono al partito comunista proprio perchè marxisti --Lupo rosso 17:37, 21 giu 2009 (UTC)PS ovviamente condivivo le considerazioni Utente:Altipiani_azionanti sul concetto " anarchico " di Pasolini

Certe volte penso che capire Pasolini sia come cercare di capire le donne ... nel senso che, aveva un modo tutto suo di vedere il mondo, al di la degli stessi concetti classici con cui il mondo viene classificato. Il concetto di anarchia, come quello di elité ... nella sua mente assumeva (a detta sua) altri significati: per esempio, quando parla di elité in modo positivo, si riferisce agli operai con una certa esperienza di lavoro, piuttosto che alle elité borghesi ... poi alla fine la chiave dell'interpretazione del suo pensiero ce l'aveva solo lui. Era molto complicato e rassegnato ... francamente se si candidasse un Pasolini, non avrebbe certo il mio voto. P.S Ribadisco quello che avevo già scritto nella sand box e ad Altipiani_azionanti nel mio blog: La sua aggiunta riporta dati oggettivamente veri e credo che non vada segnata solo come un parere personale, ma come una osservazione obiettiva. Non si fa altro che riportare ciò che Pasolini disse con le sue parole. --Sytry82 22:01, 21 giu 2009 (UTC)

Alcune considerazioni

Bisogna armarsi di pazienza e mettere i link interni, questo è il pregio principale delle wiki..ovvero avere la possibilità, con un click, di passare da un articolo all'altro..quindi bisogna armarsi di pazienza e metterceli piano piano (date, anni) e togliere quelli non pertinenti con anarchopedia. Bisognerebbe anche sapere con maggior precisione da quando a quando usufruisce del programma dei GUF....Poi, è vero che l'affermazione sui carabinieri figli dei poveri è una cazzata, però dice anche, nello stesso discorso, che gli studenti avevano ragione..Segnalo quest'articolo di A-rivista a dimostrazione che vi sono opinioni diverse su pasolini, anche negli ambienti anarchici, ovvero ancora che siamo nel legittimo campo delle opinioni personali..per cui sia in questo che in altri articoli, secondo me, è sempre bene distinguere i fatti dalle opinioni personali.--Nessuno 08:25, 22 giu 2009 (UTC)

In Francia gli operai non si unirono con gli studenti, avranno avuto i loro buoni motivi ... poi se pensiamo a chi animò Valle Giulia ... tipo Giuliano Ferrara per esempio ... --Sytry82 13:05, 22 giu 2009 (UTC)

Discussione su Pasolini e anarchia

  • Dalle pagine de Il Colelttivo:

Pasolini era troppo colto per non sapere che l'anarchia non è mero libero arbitrio o disordine. Né era minimamente interessato a far passare la dottrina anarchica come tale: non faceva propaganda. Dire che Pasolini cade in questo errore è un po' superficiale, secondo me. Tenete presente che Pasolini si dichiarava marxista (arrivato ad esserlo per contingenze di vita, per stare dalla parte dei contadini contro i padaroni) ma diceva che il marxismo, come il cristianesimo, erano stati imposti dall'alto, dalla classe dominante, mentre l'unico sistema ideologico che aveva coinvolto anche le classi dominate era stato il consumismo. Significa forse che Pasolini era favorevole al consumismo? Significa forse che Pasolini era sotto sotto un amante del potere dello Stato (lui che odiava a tal punto lo Stato da non poter scrivere libri o film sullo Stato piccolo borghese perché troppo lo disgustava?)? Assolutamente no. Semplicemente, Pasolini amava i paradossi e li utilizzava per esprimere le sue idee, le sue visioni della società. Secondo me, come scrive anche Dacia Maraini, Pasolini non si riferiva alla dottrina anarchica, all'idea anarchica, ma al significato comune e dispregiativo che il potere dà al termine anarchia per giustificare, davanti alla massa, l'esigenza dell'ordine del potere. E allora Pasolini utilizza un'immagine del potere per dire che, semmai, è il potere ad essere, in quel senso, anarchico. E' una bellissima immagine, secondo me, ed è vera tutt'oggi: quando scoppia una bomba a chi il potere dà sempre la colpa se non ad un non precisato gruppo anarchici insurrezionalisti per far passare il messaggio che serve più controllo e protezione dello Stato e che l'anarchia è morte e disordine? Inoltre, non vi sembra assolutamente paradossale l'accostamento tra potere e anarchia? Certo che lo è, ma non serve a dire che l'anarchia è potere, ma che il potere è anarchico così come il potere intende l'anarchia. Ma se ci sono documenti o scritti in cui Pasolini dice chiaramente che l'anarchia in sé (l'idea anachica) è potere o disordine, allora sono pronto a ricredermi.--K2 10:24, 25 giu 2009 (UTC)

La considerazione di K2 u Pasolini potrebbe pure essere vera, però comunque trattesi di grave superficialità (non così grave da portarmi a disprezzarlo..) perché lui era un intellettuale e doveva pur comprendere che non tutti possono essere a conoscenza suo pensiero. Alcuni, come stiamo facendo noi, possono discuterne e provare a stabilire cosa intendesse dire..ma per altri, la maggioranza, rimane il titolo-slogan e rimane quindi l'accezione negativa del termine anarchia. Già il fatto che se ne debba discutere significa che ha lasciato aperta la sua idea all'interpretazione, quindi forse è stato un pò superficiale.....--Nessuno 09:29, 26 giu 2009 (UTC)

Io sarei d'accordo con te se Pasolini fosse stato un politico o uno storico o un filosofo... ma era un ARTISTA. E la frase è detta in un'opera d'arte e in riferimento a un'opera d'arte (Salò, che è un film molto molto particolare... da cui è molto pericoloso decontestualizzare una frase per fare una critica letterale e non letteraria!), non in un saggio politico o in un libro di storia. Gli artisti devono essere liberi di dire tutto quello che vogliono e di spiegare le loro opere come vogliono. Sta alla critica tradurli: non devono tradursi da soli e non devono essere accessibili a tutti (a meno che non si sia in presenza di una feroce dittatura: allora anche gli artisti devono spiegarsi). Salò è un film contro ogni tipo di potere, non contro la dottrina anarchia. E non mi pare che nessuno, prima di Altipiani, abbia mai interpretato quella frase come l'ha interpretata lui. Ci sarà un motivo se a nessuno (nemmeno agli anarchici più pignoli... che non sono proprio tre persone) è mai venuto in mente di dare dell'infame a Pasolini per quella frase, no? Poi è ovvio che se uno un giorno si sveglia e dice che Pasolini voleva dire X qualcuno gli risponde e gli dice che voleva dire Y. La discussione a quel punto è normale. Meno male che c'è la discussione. :-)--K2 17:24, 26 giu 2009 (UTC)

Nota: non so se abbiate mai visto Salò, forse soltanto vedendolo potreste rendervi conto di quanto sia assurdo decontestualizzare la "frase infame" o definirla tale. Comunque, vi scrivo la frase completa e cosa la precede: A: Osservare come stiamo qui facendo con passione non minore dell'apatia Guido e la Vaccari che masturbano quei due corpi che ci appartengono, mi spinge un certo ordine di interessanti riflessioni. B: Abbi allora la bontà di comunicarcele, caro Duca. A: Noi fascisti siamo i soli veri anarchici, naturalmente una volta che ci siamo impadroniti dello Stato. Infatti, la sola vera anarchia è quella del potere. Pasolini la frase la fa dire a un pervertito fascista. Penso che vada presa un pochino con le molle, no? :-D Comunque, potete vedervi questo spezzone di intervista: http://www.youtube.com/watch?v=LruGniXT70s in cui Pasolini dice 2 cose molto importanti per la nostra discussione: 1. che usa l'ossimoro e che è questo che dà fastidio a destra e sinistra (e puntulmente l'ossimoro pasoliniano ha dato fastidio anche a qualcuno qui, nel 2009: straordinario) 2. che tende ad una forma anarchica anziché ai partiti... secondo voi Pasolini tendeva ad una forma anarchica per un tendenziale amore verso il potere o il fascismo? Penso che, nel nostro piccolo, abbiamo anche noi ammazzato Pasolini.--K2 21:59, 26 giu 2009 (UTC)
Prima di tutto credo che la buona fede di Altipiani non possa essere messa in dubbio. Per quanto mi riguarda io non ho mai visto il film e la cosniderazione che fai è pertinente, decontestualizzare è pericoloso e si rischia di travisare. Anche la considerazione sugli ossimori è molto pertinente e potrebeb essere utile per inquadrare meglio il tutto..però se ascoltiamo questo: http://www.youtube.com/watch?v=ZD48Etoesd4...lui dice: "è un film su quello che io chiamo anarchia del potere". Poiché questa era un'intervista poteva essere più chiaro, io credo, per non cadere in ambiguità ed interpretazioni negative del termine. E' ovvio che una persona come lui non potesse non sapere che l'accezione popolare del termine non è quella corretta, ed è ovvio che probabilmente l'ha utilizzata forse per far comprendere come egli definisce il potere...In un intervista Dacia Maraini, da te citata, dice: "Credo che Pasolini volesse dare alla parola "anarchia" – intesa come "disordine", come caos un senso dispregiativo" [1]. Dopo tutta questa discussione mi pare che si possa dire che egli intendesse utilizzare la parola anarchia in quel senso, tuttavia forse l'errore sta nel aver lasciato aperta la porta dell'interpretazione..non tanto nel film, quanto nelel interviste rilasciate in seguito...--Nessuno 08:47, 27 giu 2009 (UTC)
E' morto, Nessuno, è morto prima dell'"uscita" del film (l'intervista è precedente all'uscita ed è stata girata durante il set). Se fosse campato un po' di più, certamente avrebbe avuto modo di chiarire l'equivoco perché il "cretino di turno" (come il giornalista sindacale in questo filmato: http://www.youtube.com/watch?v=s6zNq7aUpow) gli avrebbe detto: "Lei parla di anarchia del potere, ma allora secondo lei l'anarchia è libero arbitrio e caos!". Comunque, la porta l'ha aperta, dopo 34 anni dalla morte di Pasolini, un utente di questa wiki; mi pare che nessuno, tantomeno gli anarchici, fino ad oggi abbia mai visto in quella frase qualcosa contro l'anarchia o gli anarchici, anzi. --K2 11:24, 27 giu 2009 (UTC)
Ho riportato parte della discussione nel capitolo anarchia e potere. A questo punto compaiono due interpretazioni del concetto espresso da Pasolini....ho cercato di dargli un taglio impersonale e quindi di togliere tutti i "secondo me" che nella discussione comparivano..Ho anche evitato di sostenere che una è la tesi di tizio e l'altra è la tesi di caio..non è importante (comunque c'è anche il collegamento alle discussione). Così è più chiaro anche per il lettore e sarà lui a decidere quale sia la tesi che lo convince di più...Comunque, è vero che è morto, però anche in alcune interviste lui ribadisce il concetto espresso e non chiarisce. E' chiaro che lui conosce la distizione tra l'accezione comune che si dà all'anarchia e il suo reale significato ed è chiaro che l'utilizza in questo caso per farsi comprendere, però in questo modo egli reitera l'accezione negativa del termine...--Nessuno 08:37, 28 giu 2009 (UTC)
Forse bisogna chiarire una cosa: se tu prendi un qualsiasi dizionario, alla voce "anarchia" troverai, come prima accezione: "mancanza di governo, stato di confusione, di arbitrio, di disordine". Poi, come seconda accezione troverai: "FIGUR. disordine estremo, confusione completa". Poi, come terza accezione troverai: "FILOS. dottrina filosofica e movimento politico ecc.". Se cerchi "anarchismo", invece, trovi subito e solo il riferimento alla dottrina anarchica. I dizionari dicono questo non perché sono tutti fascisti o ignoranti o perché reiterano un concetto sbagliato, ma perché esiste, nella lingua italiana, l'anarchia dell'anarchismo e l'anarchia come mero significante del "senza governo". Ora io non capisco perché Pasolini, che era un uomo di lettere, in un film e commentando un film in una intervista non poteva usare il termine "anarchia del potere" per dire che il potere fa ciò che vuole. Cosa c'entra in quella frase l'anarchismo ossia l'anarchia degli anarchici? Sono entrambi chiaramente estromessi, a scanso di equivoci, dal termine "potere". Vogliamo fare una colpa a Pasolini, se per esprimere la sua poetica, si atteneva alla lingua italiana? O vogliamo dire che la lingua italiana è fascista? Ma il significato sui dizionari era quello anche prima del fascismo. :-) Il problema nostro non è che nei dizionari ci sia quella prima definizione, ma che la gente non sappia che ne esiste anche un'altra, ossia che esiste anche una dottrina politica che non teorizza il caos. Poi è chiaro che a noi anarchici non verrà mai spontaneamente di utilizzare il termine anarchia in quel modo, ma se qualcuno lo utilizza in quel modo, prima di addossargli una colpa, bisogna vedere in quale accezione utilizza il termine. Se parla della nostra anarchia o parla di altro. Pasolini non parlava della nostra anarchia, ma dell'anarchia del potere. E' una semplice espressione letteraria che significa che il potere fa ciò che vuole. Secondo me, farne un caso è imbarazzante. Dobbiamo essere un po' più elastici, secondo me, quando parliamo di arte. --K2 09:59, 28 giu 2009 (UTC)

Io credo ci siamo chiariti…ripeto, non metto in dubbio che Pasolini non sapesse qual è il significato reale di anarchia e nemmeno penso minimamente che intendesse colpire gli anarchici. Però, secondo me, il linguaggio è l’esemplificazione del sistema in cui si vive. Perché si dice “l’uomo è così o cosà” riferendosi agli esseri umani in generale? Perché viviamo in una società maschilista e sessista…Perché si dice animale in senso dispregiativo, nonostante l’essere umano stesso appartenga al regno animale?Perché viviamo in una società specista…Perché la parola anarchia ha assunto un’accezione così negativa? Mi pare ovvio, perché una società gerarchica come la nostra ha paura della semplice ipotesi di una società organizzata dal basso. Il vocabolario non è altro che l’espressione manifesta e letteraria di un determinato sistema…Secondo me quindi, è necessario cominciare a scardinare i principi autoritari e discriminatori del linguaggio che adoperiamo, stando attenti (ma non è facile) alle parole che adoperiamo comunemente…secondo me non è una sciocchezza, è anche una sorta di ginnastica individuale che ognuno può fare. Se stiamo attenti al nostro stesso linguaggio, ci accorgeremmo quanti retaggi pseudo culturali ci sono stati imposti senza che ce ne accorgessimo. Quindi io non incolpo Pasolini, semplicemente lo critico (principalmente critico le affermazioni fatte nell’intervista…) per questo concetto espresso (mi rendo conto che l’immagine è molto efficace ed è incredibilmente e immediatamente comprensibile atutti), pur rendendomi conto dei miei limiti su di lui, visto che per esempio non ho mai visto il film incriminato e non conoscevo que>::sta sua affermazione su anarchia e potere….niente è sacro, tutti possono essere criticati, ma da qui a denigrarlo, per quanto mi riguarda, ce ne vuole...

Se niente è sacro allora nemmeno il termine anarchia è sacro ed ognuno deve essere libero di interderlo come gli pare. L'importante non è che si intenda il termine anarchia come "senza governo" ma che l'anarchismo (ossia l'anarchia degli anarchici) non sia visto come la teoria del caos (è questo il vero problema). Sul dizionario, "anarchico" viene indicato, nella prima accezione, non come soggetto che crea disordine, ma come sostenitore della dottrina anarchica. Stessa cosa può dirsi per anarchismo: è solo una dottrina politica. Non mi pare che i dizionari (almeno i buoni dizionari) abbiano un piano "politico" contro di noi. Magari le persone si attenessero ai dizionari!

Scoprirebbero che cos'è il razzismo, la xenofobia, il sessismo, l'ipocrisia... tutto correttamente spiegato! Per quanto riguarda il termine "uomo": non mi pare che i dizionari dicano che l'uomo non è un mammifero eretto, ecc., la scienza resta scienza, non ha bisogno di noi, per fortuna. Per quanto riguarda invece l'utilizzo del termine "uomo" per indicare l'umanità (quindi anche la donna), forse non sai (ma non lo sapevo nemmeno io prima che tu mi inducessi alla riflessione) che ci sono tre diverse strade etimologiche del termine e che nessuna è sessista: 1) homo deriva da humus: l'uomo è la creatura terrena in opposizione alle creature celesti (gli dei); 2) uomo come essere pensante (dal tedesco "Mann", dall'indeuropeo "manusya"); 3) uomo come essere mortale (dal greco brotòs). Quindi non è per sessismo che parliamo di uomo ed umanità per indicare, appunto, il genere umano. Quindi, per quanto mi riguarda, non starei attaccato al termine uomo, ma anche in questo caso andrei alla sostanza, ossia alla condizione della donna rispetto a quella dell'uomo. Questo non significa che la forma non conti. Ad esempio, noi diciamo "benvenuta/o" su anarchopedia. Questo mi sembra un modo concreto per non essere in certo senso sessisti.--K2 10:35, 29 giu 2009 (UTC)