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:Scusami ma proprio non ho capito quello che hai detto: semmai mi sembra il contrario di quello che sostieni. Rinunciare al diritto d'autore, nell'ottica della nostra società, significherebbe solo dare la possibilità a chiunque di impadronirsi dell'opera e ripubblicarla o identica senza dover corrispondere compenso alcuno all'autore (cosa alquanto improbabile) o meglio ancora, cosa più probabile, poter distribuire commercialmente una "personale" versione dell'opera vincolandola questa volta ai propri diritti d'autore. Ora come ora il Pubblico Dominio è destinato ad essere solo una sorta di "soffitta" della cultura nel raccogliere tutto ciò che ormai è vecchiume, obsoleto e inattuale, con materiali che di fatto non vengono neanche messi gratuitamente a disposizione dei cittadini nei luoghi che sarebbero deputati a ciò come le biblioteche, i centri di documentazione, ecc. Quindi, vista così la faccenda, l'esercizio di “rinuncia ai diritti d’autore” non genera nessun cambiamento conformemente all'aspetto socio-economico del bene ed è peggiorativo solo per chi la sottoscrive. Ma noi anarchici, non ragioniamo secondo i dettami della nostra società e professiamo la nascita di una nuova società dove non ci sia più spazio per una proprietà intellettuale legata al potere politico o al profitto e alle speculazioni economiche: un intellettuale dovrebbe provare piena soddisfazione dall'esercizio stesso della sua libera creatività indipendentemente dal resto e dal ritorno economico. Così quando vedo addirittura un libro scritto da un anarchico sull'anarchia che si vende come una qualunque merce protetta da copyright, allora mi girano veramente le palle! Almeno nel nostro piccolo ambito, visto che l’unico vero modo per favorire la libera circolazione delle opere di ingegno sarebbe quello di ''ritagliarsi una legittimità slegata dalla opprimente e reprimente legalità'', dovremmo essere ormai tutti consapevoli che la rinuncia al diritto d’autore sia quella pratica anarchica tendente a generare un Pubblico Dominio di liberi pensatori e che sia pertanto attivo, aggiornato, attuale e fruibile.--[[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]] 08:21, 14 ott 2009 (UTC)
 
:Scusami ma proprio non ho capito quello che hai detto: semmai mi sembra il contrario di quello che sostieni. Rinunciare al diritto d'autore, nell'ottica della nostra società, significherebbe solo dare la possibilità a chiunque di impadronirsi dell'opera e ripubblicarla o identica senza dover corrispondere compenso alcuno all'autore (cosa alquanto improbabile) o meglio ancora, cosa più probabile, poter distribuire commercialmente una "personale" versione dell'opera vincolandola questa volta ai propri diritti d'autore. Ora come ora il Pubblico Dominio è destinato ad essere solo una sorta di "soffitta" della cultura nel raccogliere tutto ciò che ormai è vecchiume, obsoleto e inattuale, con materiali che di fatto non vengono neanche messi gratuitamente a disposizione dei cittadini nei luoghi che sarebbero deputati a ciò come le biblioteche, i centri di documentazione, ecc. Quindi, vista così la faccenda, l'esercizio di “rinuncia ai diritti d’autore” non genera nessun cambiamento conformemente all'aspetto socio-economico del bene ed è peggiorativo solo per chi la sottoscrive. Ma noi anarchici, non ragioniamo secondo i dettami della nostra società e professiamo la nascita di una nuova società dove non ci sia più spazio per una proprietà intellettuale legata al potere politico o al profitto e alle speculazioni economiche: un intellettuale dovrebbe provare piena soddisfazione dall'esercizio stesso della sua libera creatività indipendentemente dal resto e dal ritorno economico. Così quando vedo addirittura un libro scritto da un anarchico sull'anarchia che si vende come una qualunque merce protetta da copyright, allora mi girano veramente le palle! Almeno nel nostro piccolo ambito, visto che l’unico vero modo per favorire la libera circolazione delle opere di ingegno sarebbe quello di ''ritagliarsi una legittimità slegata dalla opprimente e reprimente legalità'', dovremmo essere ormai tutti consapevoli che la rinuncia al diritto d’autore sia quella pratica anarchica tendente a generare un Pubblico Dominio di liberi pensatori e che sia pertanto attivo, aggiornato, attuale e fruibile.--[[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]] 08:21, 14 ott 2009 (UTC)
 
::Come al solito sono io che non capisco quello che leggo (vabbé leggo veloce e magari prendo fischi per fiaschi..), io avevo compreso che tu volessi dire che per rinucniare veramente ai diritti d'autore bisognerebeb rinunciare al diritto di guadagnare sulla propria opera... L'assurdo del diritto d'autore sta nel voler vincolare l'opera, cioé nel volerne impedire la circolazione al di là dei canali che stabilisco io. L'opera deve essere libera di circolare, ovviamente senza che ciò scada nel plagio..cioé se qualcuno prende tutto il materiale di anarchopedia e lo utilizza come fonte per la stesura di un libro, io sono molto contento. Non lo sono più se facesse un generale copia e incolla appropriandosi dei nostri articoli e soprattutto se questo plagio significasse un profitot per lui...Quindi, esisteranno degli struemnti che permettono di rinucniare ai diritti d'autore senza che ciò significhi esporre la propria opera al plagio?--[[Utente:Nessuno|Nessuno]] 08:57, 14 ott 2009 (UTC)
 
::Come al solito sono io che non capisco quello che leggo (vabbé leggo veloce e magari prendo fischi per fiaschi..), io avevo compreso che tu volessi dire che per rinucniare veramente ai diritti d'autore bisognerebeb rinunciare al diritto di guadagnare sulla propria opera... L'assurdo del diritto d'autore sta nel voler vincolare l'opera, cioé nel volerne impedire la circolazione al di là dei canali che stabilisco io. L'opera deve essere libera di circolare, ovviamente senza che ciò scada nel plagio..cioé se qualcuno prende tutto il materiale di anarchopedia e lo utilizza come fonte per la stesura di un libro, io sono molto contento. Non lo sono più se facesse un generale copia e incolla appropriandosi dei nostri articoli e soprattutto se questo plagio significasse un profitot per lui...Quindi, esisteranno degli struemnti che permettono di rinucniare ai diritti d'autore senza che ciò significhi esporre la propria opera al plagio?--[[Utente:Nessuno|Nessuno]] 08:57, 14 ott 2009 (UTC)
Si, esiste appunto il copyleft che ti permette di diffondere gratuitamente l'opera (aggiungo in internet) riservandoti solo il diritto a commercializzare l'opera, ma non mi sembra affatto un atteggiamento anarchico, anche perché è un diritto che andrebbe rivendicato legalmente e tutto ciò che è legale è sottoposto alla pratica del potere. Ecco perché ho sollevato la questione della rinuncia dei diritti d'autore che ritengo personalmente basilare per uscire da questo circolo vizioso favorendo la diffusione di una libera cultura. Mi piacerebbe che nel mondo anarchico ci si cominciasse a confrontare anche su quest'argomento, visto anche la nascita del copyleft nel mondo informatico, che, in quanto tale, rappresenta solo una parte del mondo reale. Il plagio, come tutti gli altri reati, avviene nella nostra società comunque, anche se ci sono le leggi che lo vietano ed è favorito proprio dall'interesse economico che c'è alla base della pubblicazione di un'opera; comunque suppongo che continuerebbe ad esistere, anche senza questa spinta commerciale e che sia quindi inevitabile.--[[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]] 09:20, 14 ott 2009 (UTC)
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Si, esiste appunto il copyleft che ti permette di diffondere gratuitamente l'opera (aggiungo in internet) riservandoti solo il diritto a commercializzare l'opera, ma non mi sembra affatto un atteggiamento anarchico, anche perché è un diritto che andrebbe rivendicato legalmente e tutto ciò che è legale è sottoposto alla pratica del potere. Ecco perché ho sollevato la questione della rinuncia dei diritti d'autore che ritengo personalmente basilare per uscire da questo circolo vizioso favorendo la diffusione di una libera cultura. Mi piacerebbe che nel mondo anarchico ci si cominciasse a confrontare anche su quest'argomento, visto anche la nascita del copyleft in ambiente informatico, che, in quanto tale, rappresenta solo una parte del mondo reale. Il plagio, come tutti gli altri reati, avviene nella nostra società comunque, anche se ci sono le leggi che lo vietano ed è favorito proprio dall'interesse economico che c'è alla base della pubblicazione di un'opera; comunque suppongo che continuerebbe ad esistere, anche senza questa spinta commerciale e che sia quindi inevitabile.--[[Utente:Altipiani azionanti|Altipiani azionanti]] 09:20, 14 ott 2009 (UTC)

Revision as of 09:43, 14 October 2009

Per come lo intendo io, rinunciare ai diritti d'autore significa impedire che altri possano per esempio fotocopiare il mio testo o che possano utilizzarne delle parti (fatta salva la citazione) per i più svariati motivi, ma non signiifca che io non possa vendere la mia opera. Uno scrive un libro e poi se trova qualcuno che glielo compra lo vende..non ci trovo nulla di male personalmente. Il problema sta nel voler impedire la libera diffusione dell'opera...cioé nel voler porre dei vincoli che mi permettano di ottenere quanti più profitti possibili, a discapito dell'arte stessa--Nessuno 09:12, 13 ott 2009 (UTC)

Scusami ma proprio non ho capito quello che hai detto: semmai mi sembra il contrario di quello che sostieni. Rinunciare al diritto d'autore, nell'ottica della nostra società, significherebbe solo dare la possibilità a chiunque di impadronirsi dell'opera e ripubblicarla o identica senza dover corrispondere compenso alcuno all'autore (cosa alquanto improbabile) o meglio ancora, cosa più probabile, poter distribuire commercialmente una "personale" versione dell'opera vincolandola questa volta ai propri diritti d'autore. Ora come ora il Pubblico Dominio è destinato ad essere solo una sorta di "soffitta" della cultura nel raccogliere tutto ciò che ormai è vecchiume, obsoleto e inattuale, con materiali che di fatto non vengono neanche messi gratuitamente a disposizione dei cittadini nei luoghi che sarebbero deputati a ciò come le biblioteche, i centri di documentazione, ecc. Quindi, vista così la faccenda, l'esercizio di “rinuncia ai diritti d’autore” non genera nessun cambiamento conformemente all'aspetto socio-economico del bene ed è peggiorativo solo per chi la sottoscrive. Ma noi anarchici, non ragioniamo secondo i dettami della nostra società e professiamo la nascita di una nuova società dove non ci sia più spazio per una proprietà intellettuale legata al potere politico o al profitto e alle speculazioni economiche: un intellettuale dovrebbe provare piena soddisfazione dall'esercizio stesso della sua libera creatività indipendentemente dal resto e dal ritorno economico. Così quando vedo addirittura un libro scritto da un anarchico sull'anarchia che si vende come una qualunque merce protetta da copyright, allora mi girano veramente le palle! Almeno nel nostro piccolo ambito, visto che l’unico vero modo per favorire la libera circolazione delle opere di ingegno sarebbe quello di ritagliarsi una legittimità slegata dalla opprimente e reprimente legalità, dovremmo essere ormai tutti consapevoli che la rinuncia al diritto d’autore sia quella pratica anarchica tendente a generare un Pubblico Dominio di liberi pensatori e che sia pertanto attivo, aggiornato, attuale e fruibile.--Altipiani azionanti 08:21, 14 ott 2009 (UTC)
Come al solito sono io che non capisco quello che leggo (vabbé leggo veloce e magari prendo fischi per fiaschi..), io avevo compreso che tu volessi dire che per rinucniare veramente ai diritti d'autore bisognerebeb rinunciare al diritto di guadagnare sulla propria opera... L'assurdo del diritto d'autore sta nel voler vincolare l'opera, cioé nel volerne impedire la circolazione al di là dei canali che stabilisco io. L'opera deve essere libera di circolare, ovviamente senza che ciò scada nel plagio..cioé se qualcuno prende tutto il materiale di anarchopedia e lo utilizza come fonte per la stesura di un libro, io sono molto contento. Non lo sono più se facesse un generale copia e incolla appropriandosi dei nostri articoli e soprattutto se questo plagio significasse un profitot per lui...Quindi, esisteranno degli struemnti che permettono di rinucniare ai diritti d'autore senza che ciò significhi esporre la propria opera al plagio?--Nessuno 08:57, 14 ott 2009 (UTC)

Si, esiste appunto il copyleft che ti permette di diffondere gratuitamente l'opera (aggiungo in internet) riservandoti solo il diritto a commercializzare l'opera, ma non mi sembra affatto un atteggiamento anarchico, anche perché è un diritto che andrebbe rivendicato legalmente e tutto ciò che è legale è sottoposto alla pratica del potere. Ecco perché ho sollevato la questione della rinuncia dei diritti d'autore che ritengo personalmente basilare per uscire da questo circolo vizioso favorendo la diffusione di una libera cultura. Mi piacerebbe che nel mondo anarchico ci si cominciasse a confrontare anche su quest'argomento, visto anche la nascita del copyleft in ambiente informatico, che, in quanto tale, rappresenta solo una parte del mondo reale. Il plagio, come tutti gli altri reati, avviene nella nostra società comunque, anche se ci sono le leggi che lo vietano ed è favorito proprio dall'interesse economico che c'è alla base della pubblicazione di un'opera; comunque suppongo che continuerebbe ad esistere, anche senza questa spinta commerciale e che sia quindi inevitabile.--Altipiani azionanti 09:20, 14 ott 2009 (UTC)