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Difference between revisions of "Afrocentricità vs Eurocentrismo"

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(Passiamo ai fatti concreti!)
m (tradotto una ventina di righe, ci siamo quasi, sarebeb il caso di illustrare il saggio con illustrazioni, soprattutto le teste olmeche e i telamoni di Tula.)
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*In "Le nouvel observateur" del mese di gennaio 2003, Jean Paul Mari, vede in Egitto una "dea dal seno fermo e dalla capigliatura a boccoli". Nel suo slancio aggiunge: "La leggenda dice che il giovane Alessandro ha incontrato l'amore presso una fontana d'acqua di gelsomino "Non mi disprezzate per il colore della mia pelle, gli dice la bella, perché l'interiorità è più brillante della vostra pelle bianca",
 
*In "Le nouvel observateur" del mese di gennaio 2003, Jean Paul Mari, vede in Egitto una "dea dal seno fermo e dalla capigliatura a boccoli". Nel suo slancio aggiunge: "La leggenda dice che il giovane Alessandro ha incontrato l'amore presso una fontana d'acqua di gelsomino "Non mi disprezzate per il colore della mia pelle, gli dice la bella, perché l'interiorità è più brillante della vostra pelle bianca",
  
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-Nel supplemento all'esposizione "Sudan" di Parigi, si può leggere: "Gli schiavi di un tempo, i portattori di trecce, i capelli crespi (...) i Nehesyou dal viso bruciato".
  
- Dans le supplément à l’exposition "Soudan" de Paris, on peut lire : "Les esclave d’autrefois, les porteurs de tresses, les cheveux crépus (...) les Néhésyou au visage brûlé".
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-In "Geo" di Gennaio 1997, si può leggere: "Il popolo egiziano è di fatto un compendio di popolazioni di origine di origine berbera, detti "camiti", di popolazioni semitiche e cioè indoeuropee (ovviamente) venute dall'Asia Minore e da una costante in effetti "negroide" che va aumentando a mano a mano che si scende a sud",
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E non si dimenticheranno i numerosi storici che si trasformano in veri truffatori, colpevoli di "falsi e uso di falsi" per falsificazione di documenti storici, come il coptologo Maurice Martin che nel suo articolo pubblicato nel "Nouvel Observateur" del 1997, ha ripreso integralmente una citazione dell'accademico Volney, sopprimendo non innocentemente il passaggio in cui egli dice: "Questa razza di uomini neri" A PROPOSITO DEGLI egiziani.
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O ancora Philippe E. Legrand, professore all'università di Lione che falsifica la frase del Greco Erodoto (Libro II) quando questi dichiara che "gli Rgiziani hanno l apelle nera ed i capelli crespi" come i Colchidi. P. E. Legrand traduce il termine "Mélankroès" di Erodoto che vuol dire "nero" con "bruno" allorché questo stesso termine è tradotto dappertutto con "nero" (non diventa "bruno" che allorquando si tratta degli Egiziani, come per incantamento, per gli Etiopi non cambia!).
  
- Dans "Géo" de janvier 1997, on peut lire : "Le peuple égyptien est en fait un compendium de populations d’origine bèbère, dites "chamitiques", de populations sémitiques, voire indo-européennes (naturellement) venues d’Asie Mineur et d’une constants en effet "négroïde" qui va en augmentant à mesure que l’on descend dans le sud",
 
  
Et on n’oubliera pas les historiens nombreux qui se transforment en véritables escrocs, coupables de "faux et usage de faux" pour falsification de document historique, tel le coptologue Maurice Martin qui dans son article publié dans le Nouvel Obs HS de 1997, a repris l’intégralité d’une citation de l’académicien Volney, en supprimant non-innocemment le passage où il dit : "cette race d’hommes noirs" à propos des Egyptiens.
 
  
Ou encore, Philippe E. Legrand, professeur à l’université de Lyon qui falsifie la phrase du Grec Hérodote (Livre II) lorsque celui déclare que "les Egyptiens ont la peau noire et les cheveux crépus" comme les Colchidiens. P. E. Legradn traduit le terme "Mélankroès" d’Hérodote qui veut dire "noir" par "brun" alors que ce même terme est traduit partout ailleurs par "noir" (il ne devient "brun" que lorsqu’il s’agit des Egyptiens, comme par enchantement, pour les Ethiopiens il ne bouge pas) !
 
  
 
(Pour en savoir plus : Cf. Les racines de l’Egypte ancienne, la supercherie médiatique et Cheikh Anta Diop)
 
(Pour en savoir plus : Cf. Les racines de l’Egypte ancienne, la supercherie médiatique et Cheikh Anta Diop)

Revision as of 19:18, 24 October 2008

ARTICOLO IN CORSO DI TRADUZIONE.... In quest’articolo, tradotto dal sito francese africamaat, vengono contrapposte le teorie eurocentriche a quelle afrocentriche, con l’intento di dimostrare l’assoluta falsità della prime.

Eurocentrismo

L’eurocentrismo, il cui approccio storico poggia sui principi del “Modello Ariano”, occupa il 99% delle opere scientifiche occidentali che trattano la storia dell’umanità

Quali sono le particolarità di questo modello storico?

Nato soprattutto all’epoca dei “Lumi”, fa dogmaticamente della Grecia antica la culla delle discipline scientifiche e filosofiche dell’umanità (matematica, filosofia, architettura, democrazia ecc.). In questo modo i Talete, Platone, Euclide e Pitagora sarebbero non solamente i primi pensatori della storia ma anche i primi teorici nel campo dell’investigazione scientifica. Tutto quello che è stato fatto dagli altri popoli, nella storia dell’umanità, non conta niente!

Questo “Modello” è sempre stato l’orgoglio degli storici occidentali che ci hanno trovato una giustificazione storica sulla loro presunta superiorità e sulle loro mani messe sul pensiero che riassume perfettamente per noi l’economista David Hume:

“Sospetto i neri e in genere le altre razze umane di essere naturalmente inferiori alla razza bianca. Non si hanno mai avuto nazioni civilizzate di un altro colore che quello bianco, né individui illustri, per le loro azioni o per la loro capacità di riflettere… non c’è da loro né attrai manifatturieri, né arte, né scienza. Senza menzionare le nostre colonie, ci sono degli schivi negri dispersi attraverso l’Europa, non si è mai scoperto in loro il più piccolo segno d’intelligenza.”

Fintanto che gli storici si limitano a studiare la storia dell’Europa, il male è minore. Ma le cose peggiorano pesantemente quando il “Modello Ariano” ci insegna a negare sistematicamente il valore del genio africano.

L’afrocentricità

L’assurdità del “Modello Ariano” è di volerci far credere (mettiamo da parte il colore nero) che l’uomo moderno, nato 160.000 anni fa in Africa, avrebbe atteso circa 159.600 anni per far germinare, in Europa (come per magia), la prima riflessione filosofica o matematica? Siamo chiari, è una menzogna grottesca!

Appoggiandosi a Jean Paul Sarte, ecco quello che dice il professor Obenga (Cf Jean Paul Sartre a proposito della malafede):

"L’essere umano di “malafede” è colui che assume un’attitudine negativa verso se stesso. Cioè fa finta di ignorare la verità che non ignora affatto. Nascondendo la verità che non ignora, l’essere umano di “malafede” mente. Cioè egli si caratterizza come un “NO” nel mondo. Mente perpetuamente. Nella sua menzogna, dà a credere che dice tutta la verità sapendo che non è che un grosso bugiardo. L’essere umano di “malafede” è un Cretese, cioè un mentitore cosciente di mentire e ne acquisisce una certa serietà".

E’ anche interessante constatare che nei dizionari medici il "Megalomane" si definisce come qualcuno:

“..Avente la megalomania che va dalla sopravalutazione del proprio valore fino al delirio del vero grande (..) sovrastima le sue capacità e i suoi mezzi, si crede ricco e potente (…) si persuade di essere dotato di una vasta intelligenza (…) Nel suo delirio di grandezza, si identifica ai più grandi personaggi (Ramses II, Thoutmosis II, Imhotep). Il suo credo è : Io sono il principe degli angeli, il giustiziere del mondo, io comando milioni di uomini, io sono la conoscenza del mondo, la luce degli uomini, il solo vero profeta e il supremo prescelto (…) L’intuizione, l’immaginazione, le false, interpretazioni sufficienti ad alimentare il suo delirio…”.

Per il "Mitomane" abbiamo:

“Tutti i mezzi sono buoni per travestire o eludere le menzogne, le favole, affabulazioni, simulazioni (…) Talvolta il mitomane da insincero che è abitualmente, può divenire sincero di fronte a lui stesso e prendersi gioco di se stesso (…) Lo scopo ricercato è sempre utilitaristico: il miraggio del guadagno, della fama, desiderio di imporre, dominare (…) certi psichiatri vedono nell’affabulazione, una tendenza costituzionale o innata, che spinge invariabilmente l’individuo a travestire la verità in modo permanente o incoercibile”.

Così facendo ricorso alla menzogna, il "Modello Ariano" decreta che solamente le esperienze fatte dagli Europei soddisfano i criteri giudicati validi da loro soli, per includerle nella storia universale dell'umanità. Così, le esperienze "africane" sono dunque arbitrariamente giudicate indegne di farne parte e restano deprezzate, svalorizzate e studiate ai margini della storia universale (Cf. Definizione dell'etnologia).

Passiamo ai fatti concreti!

Prendiamo una testimonianza antica per verificare che il "Modello Ariano" sfocia in una difficoltà.

Nel suo "Trattato su Iside e Osiride" (Ed. ital. Adelphi), le due principali divinità egiziane, lo scrittore greco Plutarco (50-125 d. C.) si è impegnato a provare che i ricercatori greci sono stati formati dai sacerdoti negri egiziani e che costoro di ritorno al loro paese hanno cercato di imitare l'atteggiamento dei loro insegnanti africani. Egli prende a testimonianza tutti i saggi della Grecia, cosa che è del tutto esplicita:

"E' quanto attestano unanimemente i più saggi tra i Greci, Solone, Talete, Platone, Eudosso, Pitagora e secondo alcuni Licurgo stesso, che viaggiarono in Egitto e discussero con i sacerdoti del paese. Si dice che Eudosso fi istruito da Conuphis di Memphis, Solone da Sonchis di saïs, Pitagora da Enuphis eliopolitano. Pitagora soprattutto, pieno di ammirazione per questi sacerdoti a cui aveva ispirato questa stessa opinione, imitò il loro linguaggio enigmatico e misterioso e velò i suoi dogmi con l'allegoria. La maggior parte di questi precetti non differiscono affatto da ciò che si chiama in Egitto dei geroglifici. Come ad esempio: Non mangiare carne. Non sedersi sopra un secchio. non piantare palmeti. Non attizzare il fuoco con la spada in casa propria. Credo anche che i pitagorici, assegnando a qualcuna delle loro divinità dei numeri particolari, ad Apollo la monade, a Diana la diade, a Minerva il settenario e a Nettuno il primo cubo, abbiano voluto imitare quanto si pratica o è rappresentato nei templi d'Egitto."

Vediamo rapidamente ora, l'imbiancamento dell'Egitto negro nelle opere attuali:

  • In "Mi interessa" del mese di ottobre 2003, Christian Jacques decreta che gli Egiziani erano degli "Africani bianchi",
  • In: "Eureka" del mese di aprile 1997, Bruno Maureille, ricercatore al CNRS decreta: "Le popolazioni del sud (Nere) e quelle del Nord (Bianche).
  • In "Le nouvel observateur" del mese di gennaio 2003, Jean Paul Mari, vede in Egitto una "dea dal seno fermo e dalla capigliatura a boccoli". Nel suo slancio aggiunge: "La leggenda dice che il giovane Alessandro ha incontrato l'amore presso una fontana d'acqua di gelsomino "Non mi disprezzate per il colore della mia pelle, gli dice la bella, perché l'interiorità è più brillante della vostra pelle bianca",

-Nel supplemento all'esposizione "Sudan" di Parigi, si può leggere: "Gli schiavi di un tempo, i portattori di trecce, i capelli crespi (...) i Nehesyou dal viso bruciato".

-In "Geo" di Gennaio 1997, si può leggere: "Il popolo egiziano è di fatto un compendio di popolazioni di origine di origine berbera, detti "camiti", di popolazioni semitiche e cioè indoeuropee (ovviamente) venute dall'Asia Minore e da una costante in effetti "negroide" che va aumentando a mano a mano che si scende a sud",


E non si dimenticheranno i numerosi storici che si trasformano in veri truffatori, colpevoli di "falsi e uso di falsi" per falsificazione di documenti storici, come il coptologo Maurice Martin che nel suo articolo pubblicato nel "Nouvel Observateur" del 1997, ha ripreso integralmente una citazione dell'accademico Volney, sopprimendo non innocentemente il passaggio in cui egli dice: "Questa razza di uomini neri" A PROPOSITO DEGLI egiziani.


O ancora Philippe E. Legrand, professore all'università di Lione che falsifica la frase del Greco Erodoto (Libro II) quando questi dichiara che "gli Rgiziani hanno l apelle nera ed i capelli crespi" come i Colchidi. P. E. Legrand traduce il termine "Mélankroès" di Erodoto che vuol dire "nero" con "bruno" allorché questo stesso termine è tradotto dappertutto con "nero" (non diventa "bruno" che allorquando si tratta degli Egiziani, come per incantamento, per gli Etiopi non cambia!).



(Pour en savoir plus : Cf. Les racines de l’Egypte ancienne, la supercherie médiatique et Cheikh Anta Diop)

D’autre part, la revue "Sciences et Vie" a consacré en 2002 une série sur le génie scientifique des peuples de l’humanité. Le génie Asiatique, le Génie Arabe, le Génie Grec..... Mais le seul génie que vous ne verrez jamais est le Génie Africain (sauf sur notre site). Ce n’est pas un hasard !

Dans "Sciences et Avenir" de novembre 2003, Bernadette Arnaud consacre un dossier aux têtes colossales sculptées au Mexique, à l’époque des Olmèques, vers 1 200 av. J. C. (date à revérifier). Si dans le "Quid", les Noirs sont présentés comme les seuls individus aux lèvres épaisses et au nez large (ce qui est très loin de représenter une généralité) et que les sculptures Olmèques ont toutes les lèvres archi-épaisses et le nez archi-large, voilà que lorsqu’il s’agit de fait civilisationnel important, les nègres sont arbitrairement exclus ! "Ni Africains, ni Atlantes (...) avec leur nez épaté".

Che dice il professor Jean Mazel (Cf Presenza del mondo nero) di questi stessi testi?

"Queste sculture monumentali rappresentanti visi, i cui tratti sono manifestamente negro-africani (…) si può dunque affermare che dei neri usufruissero (…) sulle rive del Golfo del Messico, di posizioni anche prestigiose come quelle dei re o dei personaggi divini”. Nell’antico codice dei Maya, che racconta l’origine del mondo, il Popolo Vuh è d’altronde preciso : “Erano in maggioranza, gli uomini neri”. Come sottolinea ancora il professor Joel A.Rogers, alcune eminenti personalità stesse del Messico attestano questa presenza. Il professore Marquez dice testualmente rispetto a questo argomento : “Il tipo negro esiste nelle più antiche sculture messicane, dei negri sono menzionati e sono presenti nelle più antiche tradizioni dei nostri paesi".

Da parte sua, un altro storico messicano, Riva Palacio dichiara: " È incontestabile che in tempi molto antichi, la razza nera ha occupato il nostro territorio, il Messico. I messicani si ricordano di un dio nero, Ixtilton, che significa " figura nera".

Conclusioni :

Lungi da perdersi in ipotesi pericolose e in falsificazioni, l’Afrocentricità punta l’indice sulle derive ideologiche degli storici occidentali, quando si tratta della storia africana.

La menzogna può correre un anno, ma la verità la recupera in un solo giorno!

Voci correlate

Eurocentrismo

Autopsia della tesi fondatrice dell'eurocentrismo

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Categoria:Antropologia