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Proudhon chiama "La proprietà privata , nel famoso scritto "Che cos'è la proprietà" del 1043, un furto.

Egli non è contrario alla proprietà in quanto tale, ma solo alla proprietà che assicura un reddito senza lavoro. La propietà può avere una giustificazione solo come condizione di Libertà; ma quando essa è organizzata in modo da renere liberi i pochi (capitalisti) a scapito della schiavitù dei molti (lavoratori), allora essa è furto. Soltanto il lavoro è produttivo, e l'operaio può certamente appropiarsi del frutto del suo lavoro. Ma questo è il possesso, non la proprietà privata capitalista