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Lo spettacolo si rappresenta allo stesso tempo come la società stessa, come una parte della società , e come strumento d’unificazione. Come parte della società , è espressamente il settore che concentra ogni sguardo ed ogni coscienza. Per il fatto stesso che questo settore è separato, è il luogo dello sguardo abusato e della falsa coscienza; e l’unificazione che compie non è nulla di diverso che una lingua ufficiale della separazione generalizzata. | Lo spettacolo si rappresenta allo stesso tempo come la società stessa, come una parte della società , e come strumento d’unificazione. Come parte della società , è espressamente il settore che concentra ogni sguardo ed ogni coscienza. Per il fatto stesso che questo settore è separato, è il luogo dello sguardo abusato e della falsa coscienza; e l’unificazione che compie non è nulla di diverso che una lingua ufficiale della separazione generalizzata. | ||
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La società dello spettacolo (1967), opera di Guy Debord, è il testo di riferimento principale dell’Internazionale Situazionista.
La società dello spettacolo[modifica]
[[Immagine:Guy_debord.jpg|thumb|Guy Debord]] Questo testo contiene una dura e lucida critica del capitalismo contemporaneo e la profezia dell’alienazione delle masse per colpa della civiltà dei consumi.
La "società dello spettacolo" descrive la spettacolarizzazione della società moderna, nella quale “lo spettacolo è il capitale ad un tale grado di accumulazione da divenire immagineâ€. Secondo Guy Debord questa società è contraddistinta dall’effetto combinato di cinque caratteristiche:
- Il continuo rinnovamento tecnologico
- La fusione economica-statale
- Il segreto generalizzato
- Il falso indiscutibile
- Un eterno presente
L’ordine mondiale viene ridisegnato grazie alla strategia del “terrorismo-spettacoloâ€, in funzione del volere delle multinazionali e di spettacolo generalizzato, in cui fiction e realtà si confondono, confermando che “il vero è un momento del falsoâ€.
Questo libro è considerato come uno dei "motori" del Maggio 1968, da cui prenderà origine, nel 1973, il quarto film di Debord.
Incipit[modifica]
Tutta la vita delle società nelle quali regnano le condizioni moderne di produzione si annuncia come un cumulo immenso di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione.
2 . Le immagini che si sono staccate da ogni aspetto della vita si fondono in un corso comune, in cui l’unità di questa vita non può più essere ristabilita. La realtà considerata parzialmente si spiega nella sua unità generale come pseudo-mondo a parte, oggetto della sola contemplazione. La specializzazione delle immagini del mondo, si ritrova, compiuta, nel mondo autonomizzato dell’immagine, dove il menzognero ha mentito a sé stesso. Lo spettacolo in generale, come inversione concreta della vita, è il movimento autonomo del non vivente.
3 . Lo spettacolo si rappresenta allo stesso tempo come la società stessa, come una parte della società , e come strumento d’unificazione. Come parte della società , è espressamente il settore che concentra ogni sguardo ed ogni coscienza. Per il fatto stesso che questo settore è separato, è il luogo dello sguardo abusato e della falsa coscienza; e l’unificazione che compie non è nulla di diverso che una lingua ufficiale della separazione generalizzata.
Voci correlate[modifica]
- La società dello spettacolo (film) recensione di Bertelli