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Talk:A.2.5 Perché gli anarchici sono per l’uguaglianza?

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A.2.5 Perchè gli anarchici sono per l'uguaglianza?[modifica]

NdT: sezione tradotta in modo parziale e modificata (da www.anarchismo.it)

L’uguaglianza sociale è l’unico contesto dove la libertà può fiorire e sviluppare. Però, sono state scritte tante eresie sull’uguaglianza, e molte di quelle credute comunemente, secondo me sono molto strane. Soffermiamoci per prima su ciò che io considero non essere uguaglianza. Non credo “nell’uguaglianza di dotazione”, che fortunatamente, secondo me, non esiste. Tutti noi siamo unici. Le differenze biologiche non solo esistono, ma sono: “un motivo per gioire, non per aver paure o da rimpiangere”, perché, “la vita tra cloni non varrebbe la pena viverla, e una persona sana ringrazierà che altri hanno abilità che loro non hanno." (Noam Chomsky - 1 ) Sentire persone sostenere che l’uguaglianza significhi che tutti debbano essere “identici”, o che un popolo sia tutto “uguale”, è un triste rispecchio dello stato della cultura attuale ed una corruzione di parole. Non sono nemmeno d’accordo con “l’uguaglianza di conseguenza.” Non ho nessun desiderio di vivere in una società dove tutti ricevono gli stessi beni, vivono nello stesso tipo di casa, si vestono uguali ecc. Proprio una parte della mia contestazione allo stato ed al capitalismo, è la standardizzazione della vita. Nelle parole di Alexander Berkman: "lo spirito dell’autorità, della legge, scritto e non scritto, la tradizione e costume, ci spingono in una scanalatura comune e fa dell’uomo un’automazione senza volontà, indipendenza o individualità…tutti noi ne siamo vittime, e solo i veramente forti riescono a spezzare le catene, e poi soltanto parzialmente.” (Alexander Berkman - 1977, p.26) Non ho nessuna voglia di creare questa “scanalatura comune." “L’uguaglianza di conseguenza” può essere introdotta e mantenuta con la forza, ma questo non sarebbe uguaglianza, giacché certi avrebbero dei poteri che altri non hanno!! Ogni individuo ha diversi bisogni, abilità, desideri ed interessi, e per assicurarsi che tutti consumano ugualmente sarebbe tirannico. I bisogni umani sono diversi in quantità e qualità: “l’uguaglianza non vuole dire una quantità identica, ma opportunità identiche…non commettere l’errore d’identificare l’uguaglianza di libertà con l’uguaglianza obbligata dei campi forzati. La vera uguaglianza anarchica implica libertà, non quantità. Non vuol dire che tutti devono mangiare, bere, vestirsi con le solite cose, fare i soliti lavori, o vivere alla solita maniera. Lontano da questo: anzi il contrario. I bisogni individuali e gusti variano, come variano gli appetiti. Le pari opportunità per soddisfarle costituiscono vera uguaglianza ... libero opportunità espressione ed azione della nostra individualità significa uno sviluppo delle dissomiglianze e variazioni naturali.” (Alexander Berkman - 1977, p.25) I “concetti” dell’uguaglianza, come “l’uguaglianza di conseguenza” o “l’uguaglianza di dotazione” mi sembrano senza fondamenta e significato. Però, nelle società gerarchiche, questi “concetti”, sono imparentati. Sotto il capitalismo, per esempio, le opportunità che ogni generazione deve affrontare sono dipendenti ed una “conseguenza” di quella precedente. Significa che con il capitalismo “l’uguaglianza d’opportunità” senza una specie di “uguaglianza di conseguenza” (intendendo reddito e risorse) diventa insignificante, perché non ci sono opportunità simili per il figlio di un miliardario ed il figlio di uno spazzino! Non condivido quelli che sostengono “l’uguaglianza d’opportunità”, ignorando le barriere create precedentemente, in quanto, le opportunità nella società gerarchica non dipendono soltanto dalla “strada libera”, ma anche da una partenza alla pari. Da questo fatto, nasce l’idea sbagliata da parte di certi anarchici, che vogliono “l’uguaglianza di conseguenza” in una società libera, ma questo non significherebbe uguaglianza, come vedremo. L’uguaglianza non vuole dire negare le diversità individuali: “una volta che trionfa e si stabilisce l’uguaglianza, le varie abilità individuali e livelli d’energie non saranno più diversi? Certo che esisteranno, forse non tante come ora, ma certamente esisteranno. Il proverbio dice che il solito albero non crea mai due foglie uguali, e questo probabilmente sarà vero per sempre. Ed è ancora più vero per gli esseri umani, che sono più complessi delle foglie. Ma questa diversità non è un male. Anzi, è una risorsa della razza umana. Grazie a questa diversità, l’umanità è un’insieme collettivo nella quale l’individuo complimenta tutti gli altri e ha bisogno di loro. Come risultato, quest’infinita diversità d’individui umani è la causa fondamentale e la base della solidarietà. E’ l’argomentazione potente per l'uguaglianza." (Michail Bakunin - 1994, p.117) L’uguaglianza significa uguaglianza sociale, oppure usando il termine di Murray Bookchin, “l’uguaglianza di ineguali” (Malatesta usava il termine “l’uguaglianza di condizioni” per esprimere il solito concetto). Il significato di questo è che l’anarchismo riconosce le differenze d’abilità ed il bisogno dell’individualità, ma non permette che queste differenze diventino il potere. Le diversità individuali, in altre parole: “sarebbero di nessun conseguenza, perché la disuguaglianza, infatti, è persa nella collettività, quando non riesce ad attaccarsi a qualche finzione legale o istituzione.” (Michail Bakunin - 1970, p.53) Se le relazioni gerarchiche sociali, e le forze che li creano, fossero abolite in favore di relazioni che incoraggiano la partecipazione e basandosi sul principio di “un uomo un voto”, le differenze naturali non potrebbero diventare una potenza gerarchica. Per esempio, senza la proprietà privata, una minoranza non avrebbe nessun mezzo per monopolizzare i macchinari e la terra, o per arricchirsi con il lavoro degli altri tramite il sistema di salario o usura (profitti, affitto ed interessi). Similmente, se i lavoratori gestiscono il proprio lavoro, non potrebbe esistere una classe capitalista che si arricchisce sul lavoro altrui. L’autogestione è la chiave per l’uguaglianza sociale. Quest’uguaglianza, per esempio, sul posto del lavoro, significa che tutti hanno il diritto di decidere come il lavoro deve svilupparsi o cambiare. Questo non significa, come pensano molti scettici (ahimè, anche molti anarchici!!), che per prendere una decisione bisogna che si voti all’unanimità. Non ci sarebbe vita sociale possibile se davvero bisognasse aspettare l’accordo di tutti. Le idee ed opinioni degli uomini sono continuamente in evoluzione e cambiano anche per gradazioni insensibili, mentre le realizzazioni cambiano bruscamente. Se un giorno tutti gli uomini si trovassero perfettamente d’accordo, significherebbe che ogni progresso sarebbe esaurito. Spiega Malatesta, “se si trattasse di fare una ferrovia, vi sarebbero, certamente mille opinioni diverse sul tracciato della linea, sul materiale, sul tipo di macchine e vagoni, sul posto della stazione, ecc. e queste opinioni andrebbero cambiando di giorno in giorno: ma se la ferrovia si vuol fare bisogna pure scegliere fra le opinioni esistenti, né si potrebbe ogni giorno modificare il tracciato, traslocare le stazioni e cambiare le macchine. E poiché di scegliere si tratta, è meglio che siano contenti i più che i meno, salvo naturalmente a dare ai meno tutta la libertà e tutti i mezzi possibili per propagare e sperimentare le loro idee e cercare di diventare una maggioranza.” (Errico Malatesta - 1 ) La società anarchica, formata d’associazioni volontarie, permetterebbe ad ogni individuo di aggregarsi con qualunque gruppo. Se si trova in disaccordo con un certo gruppo, può liberamente lasciarlo per aggregarsi ad un altro, oppure formare un nuovo gruppo. Ma pensare che prima di agire bisogna che tutti siano d’accordo, non solo è una follia, ma anche molto dannoso al movimento anarchico. Poi, se questa barzelletta è propagandata anche da certi anarchici, potremo aumentare o diminuire come numero, ma poco importa, perché l’anarchia non si farà mai!! Certo non si può nemmeno ignorare l’abilità di certi individui. Persone diverse hanno abilità, talenti ed interessi diversi e ognuno vorrà un mestiere diverso. Ovviamente, anche gli ospedali di una società ugualitari, avranno addetti alla medicina competenti. L’uguaglianza sociale e la libertà individuale sono inseparabili. Senza l’autogestione collettiva delle decisioni di un gruppo (l’uguaglianza) a complementare l’autogestione individuale in decisioni che riguardano l’individuo (la libertà), una società libera sarà impossibile. L’uguaglianza sociale è necessario agli individui per governare ed esprimere se stessi.