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Talk:A.2.11 Perché molti anarchici sostengono la democrazia diretta?

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A.2.11 Perchè molti anarchici sostengono la democrazia diretta?[modifica]

NdT: sezione tradotta in modo parziale e modificata (da www.anarchismo.it)

La votazione usando la democrazia diretta, nell’ambito del libero associazionismo è la controparte politica del libero accordo. Sarei ingenuo se sostenessi che solamente l’opposizione al controllo gerarchico politico basterebbe per eliminare l’oppressione, senza proporre nulla in alternativa. La democrazia diretta permette ad ogni individuo di esprimere liberamente la sua unicità in mezzo ad un collettivo, offrendo a tutti la possibilità di apprendere il pensiero d’altri individui. Permette il pensiero critico, l’autogestione e lo sviluppo dell’intelletto. Il fatto che tutti devono lavorare insieme, è ovvio, perché l’uomo non può vivere da solo, ma ci sono diversi modi di lavorare: "dovendo unirsi ad altri esseri umani……l’individuo ha tre possibilità……può subire la volontà d’altri ed essere dominato, può sottomettere altri alla sua volontà ed essere dominatore, oppure può vivere con altri con accordi di fratellanza negli interessi di tutti ed essere un associato. Nessuno può fuggire da questa necessità." (Errico Malatesta - 1995, p.85) Un individuo unendosi ad una comunità o posto di lavoro, diventerebbe un “cittadino” dell’associazione. L’associazione sarebbe costruita intorno ad un’assemblea di tutti i membri. In queste assemblee, accordandosi con gli altri, le “obbligazioni politiche” sarebbero definite. Nell’ambito dell’associazione, il membro potrebbe esercitare il suo giudizio critico e gestire la sua attività. In questo modo, le “obbligazioni politiche” non appartengono ad una struttura gerarchica, ma soltanto agli altri “cittadini” dell’associazione. Anche se la collettività di persone nell’assemblea decideranno le regole dell’associazione che “legano” gli individui, potranno sempre essere revocate e cambiate. Insieme, i “cittadini” costituiscono “un’autorità” politica basata su relazioni orizzontali, non verticali: “nel posto delle leggi, metteremo contratti (liberi accordi)……nessuna legge votata dalla maggioranza, nemmeno all’unanimità; ogni cittadino, ogni città, ogni unione industriale, creerà le sue leggi.” (Pierre-Joseph Proudhon - 1989, p.245-246) Potrebbe essere discusso che, in questo modo la minoranza sarebbe governata dagli altri, ma siccome nessuna “legge” è vincolante, la minoranza è libera di cercare di convincere la maggioranza, di accettare la decisione presa, di lasciare l’associazione ed unirsi ad un’altra, oppure formare un’associazione nuova. La voglia di democrazia diretta, non vuole sostenere che la maggioranza ha ragione. Anzi. Le maggioranze sbagliano spesso, ma siccome la democrazia diretta dà ai suoi “cittadini” la possibilità di esprimersi al massimo, soltanto seguendo la maggioranza, si può “accontentare” più espressioni, sempre lasciando piena libertà alla minoranza. Il rapporto tra componenti di un’associazione sarebbe simile al rapporto tra un’associazione ed una confederazione. Il legame tra le confederazioni e le associazioni sarebbe sempre in orizzontale, non verticale, con i soliti principi di libertà d’espressione e d’uscita. La maggioranza non ha nessun diritto di governare le minoranze. Però, se la società vuole crescere, delle decisioni devono essere prese. Per esempio, se tutti sono d’accordo sul fatto di costruire un ospedale, ma non sono tutti d’accordo dove costruirlo, la maggioranza deve decidere. O è forse auspicabile l’attesa dell’accordo ed i relativi ritardi? Anche l’anarchico individualista Lysander Spooner, riconobbe che la democrazia diretta aveva della funzionalità, perché riconosceva che era praticamente impossibile che tutti andassero d’accordo, e chiaramente più numerosa diventa un’associazione, più irrealizzabile diventa l’unanimità. La democrazia diretta sarebbe usata per prendere decisioni all’interno delle associazioni (magari usando un principio di una super maggioranza per le decisioni più importanti), con un consiglio delegato per valutare e studiare la protesta della minoranza. Le forme reali della libertà possono solo essere valutate con l’esperienza diretta della gente, altrimenti che libertà è? La voglia di democrazia diretta, non esclude però che certe piccole associazioni possano decidere di adattare il sistema dell’unanimità per prendere decisioni, anche se considero la democrazia diretta il sistema più equo e realistico per creare una nuova società. Considerando le tre alternative di dominatore, dominato ed associato, io desidero essere un associato, perché non voglio comandare, ma neppure essere comandato.