Still working to recover. Please don't edit quite yet.

User:Il Racconto

From Anarchopedia
Revision as of 22:56, 20 gennaio 2010 by Il Racconto (Talk | contribs) (Nuova pagina: '''E' un punto di vista strano, il mio.''' Molti quando affermo di essere anarchico mi danno del pazzo, del violento, del terrorista, dell'incoerente perché non sono tutto questo. Pe...)

(diff) ← Older revision | Latest revision (diff) | Newer revision → (diff)
Jump to: navigation, search

E' un punto di vista strano, il mio. Molti quando affermo di essere anarchico mi danno del pazzo, del violento, del terrorista, dell'incoerente perché non sono tutto questo. Perché in passato ho frequentato sezioni politiche, perché sono un convinto pacifista che rifiuta ogni forma di violenza, perché il mio motto non è "fanciullo tutto e tutti". Beh ma questa non è anarchia. L'anarchia è riuscire a liberarsi di ogni vincolo sociale, culturale e religioso. L'anarchia è rifiutare ogni dogma, condizionamento, stereotipo, ogni imposizione e ogni potere. Anarchia è uguaglianza, è libertà. Anarchia è stare bene con se stessi. Bene si, esistono vari modi di applicare queste idee, perché certo, il mondo di oggi non è anarchico, e non è certo pronto per esserlo domani. Come portarlo ad esserlo è il dubbio che divide molti anarchici. Personalmente rifiuto la violenza ad ogni livello, e quindi la prima strada la escludo in partenza. Ho provato la seconda e la nausea, il puzzo di merda, di ordine, di regole, di potere mi ha talmente sovrastato l'apparato olfattivo che ne sono dovuto uscire tossendo. Un poeta nigeriano, Ken Saro Wiwa, ucciso dalla Shell poiché denunciava i crimini commessi dalle multinazionali nel suo paese per ottenere il petrolio, sosteneva che raccontando quello che ci accade intorno, raccontando le nostre vite, in questo modo le nostre idee prenderanno talmente tanta forza da far paura più di un fucile, più di un politico, più di qualsiasi altra cosa. E condivido. Raccontare è tutto. Scrivere è tutto. Trasmettere è tutto. Questa è la mia idea. Scrivete, raccontate! Io voglio comprendere la società che mi circonda finché posso. Finché ne avrò le forze voglio vivere in mezzo a questo schifo per conoscerne ogni segreto, ogni falla, ogni punto marcio, e raccontarlo, denunciarlo, sputtanarlo, farlo mio e distruggerlo. Distruggerlo raccontando. Demolizione intellettuale, non fisica. Infiltrazione nella società, ma come osservatore, non come fomentatore di essa. Certo si possono prendere delle posizioni in questa società. Io faccio parte di un sindacato studentesco, puro per idee nella mia realtà, nella realtà che sto cercando di costruire. Ripulito da interferenze politiche. In questo modo porto avanti il mio racconto. Scrivo nuovi capitoli da poter narrare. E il mio pensiero, la mia forza aumenta. Quando arriverò al culmine, cosa che accadrà, dovrò abbandonare, ma un segno l'avrò lasciato, nel mondo, e dentro di me. Ed è così che si cambiano le cose, con piccoli segni, piccole storie sparse per il mondo che un giorno diventeranno un unica grande fiaba. Io non pretendo di vedere un mondo anarchico da qui a sessant'anni, anche se lo sogno, lo voglio, lo spero, e lo racconto, ed anche se questo non accadrà sono sicuro che continuando a scrivere un altra piccola fiaccola si sarà accesa. Ed io sarò felice, perché la mia vita ha un senso. Ho trovato un senso alla mia esistenza. E non c'è niente di più bello. Anche leggessi solo io questo brano avrebbe avuto un senso. Perché l'anarchia per me è questo. Raccontare.