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Difference between revisions of "Talk:Madeleine Pelletier"

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:Ricordando i casi dei dissidenti russi chiusi in manicomio o quello della Dalser fatta rinchiudere da Mussolini, si può concordare con la tua osservazione (''Il potere ha sempre sfruttato'' ecc.), ma presa in generale io la trovo un po' astratta. Il « potere » è generalmente rappresentato da un governo che opera con l'approvazione di buona parte dei governati, e governati e governanti sono entrambi portatori di un'ideologia diffusa e condivisa che accetta la distinzione tra lecito e illecito e tra « normalità » e « anormalità »: chi si adegua alle regole è normale, chi no è anormale, così come chi non si adegua alle norme che regolano i rapporti politici, economici e sociali è un sovversivo. Allo stesso modo la psichiatria era (o è) quella che era innanzi tutto perché sono esistiti ed esistono gli psichiatri che, senza essere dei cinici calcolatori « servi del potere » (nell'articolo ho scritto sì « servitori », ma « della cultura dominante »), hanno istituzionalizzato e giustificato la falsa coscienza di « normalità » e « anormalità », falsa coscienza della quale essi stessi erano o sono portatori per lo più inconsapevoli. Queste considerazioni sono tanto più da tenere presente nelle società in cui esistono le divisioni dei poteri. Credo che nessuno di noi possa stabilire con certezza i retro-pensieri dei giudici che valutarono il caso della Pelletier, ma certo lei non era personaggio da poter mettere in pericolo la Repubblica o i poteri costituiti. Per questo motivo, e per quanto detto sopra, mi sembra più plausibile che essi abbiano emesso una « normale » sentenza nei confronti di una comune persona « anormale ». --[[Utente:Ilaria|Ilaria]] 08:38, 6 lug 2010 (UTC)
 
:Ricordando i casi dei dissidenti russi chiusi in manicomio o quello della Dalser fatta rinchiudere da Mussolini, si può concordare con la tua osservazione (''Il potere ha sempre sfruttato'' ecc.), ma presa in generale io la trovo un po' astratta. Il « potere » è generalmente rappresentato da un governo che opera con l'approvazione di buona parte dei governati, e governati e governanti sono entrambi portatori di un'ideologia diffusa e condivisa che accetta la distinzione tra lecito e illecito e tra « normalità » e « anormalità »: chi si adegua alle regole è normale, chi no è anormale, così come chi non si adegua alle norme che regolano i rapporti politici, economici e sociali è un sovversivo. Allo stesso modo la psichiatria era (o è) quella che era innanzi tutto perché sono esistiti ed esistono gli psichiatri che, senza essere dei cinici calcolatori « servi del potere » (nell'articolo ho scritto sì « servitori », ma « della cultura dominante »), hanno istituzionalizzato e giustificato la falsa coscienza di « normalità » e « anormalità », falsa coscienza della quale essi stessi erano o sono portatori per lo più inconsapevoli. Queste considerazioni sono tanto più da tenere presente nelle società in cui esistono le divisioni dei poteri. Credo che nessuno di noi possa stabilire con certezza i retro-pensieri dei giudici che valutarono il caso della Pelletier, ma certo lei non era personaggio da poter mettere in pericolo la Repubblica o i poteri costituiti. Per questo motivo, e per quanto detto sopra, mi sembra più plausibile che essi abbiano emesso una « normale » sentenza nei confronti di una comune persona « anormale ». --[[Utente:Ilaria|Ilaria]] 08:38, 6 lug 2010 (UTC)
:La questione è che il potere forma i suoi servi principalmente attraverso la scuola e l'Università. Questi, essendo stati ben educati e indottrinati agiscono poi di conseguenza. La cultura dominate non è forse figlia di un sistema di potere dominante?--[[Utente:Nessuno|Nessuno]] 08:59, 6 lug 2010 (UTC)
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::La questione è che il potere forma i suoi servi principalmente attraverso la scuola e l'Università. Questi, essendo stati ben educati e indottrinati agiscono poi di conseguenza. La cultura dominante non è forse figlia di un sistema di potere dominante?--[[Utente:Nessuno|Nessuno]] 08:59, 6 lug 2010 (UTC)
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:::Io credo che la questione del rapporto tra potere e ideologia sia più complessa: non credo al lavaggio del cervello, dalle scuole non escono solo servi, c'è poi potere e potere, c'è cultura e cultura e il potere dominante è anche figlio di una cultura che gli preesiste. Ci sono poteri che non creano nessuna cultura. Il potere napoleonico è figlio sia della Rivoluzione che dell'Ancien Regime, come Stalin e il suo contorno sono figli del bolscevismo ma più ancora dell'autocrazia zarista. Per andare nel piccolo, di chi è figlio il fascismo? E il potere berlusconiano? --[[Utente:Ilaria|Ilaria]] 09:57, 6 lug 2010 (UTC)

Revision as of 09:57, 6 July 2010

Una frase discutibile

Logica deduzione dei medici e dei magistrati servitori della cultura dominante: come poteva non essere pazza una donna colta e di buona famiglia che si professava anarchica, si vestiva da uomo e praticava l'aborto? Rinchiusa nel 1937 in manicomio, vi morì nel 1939. Da altro punto di vista, la punizione per un aborto sarebbe consistita in pochi anni di carcere, mentre facendo passare la Pelletier per pazza la si condannò all'ergastolo. Il potere ha sempre sfruttato abilmente il concetto di pazzia per scopi di controllo sociale. E questo è uno dei tanti casi.Truman 21:55, 5 lug 2010 (UTC)

Ricordando i casi dei dissidenti russi chiusi in manicomio o quello della Dalser fatta rinchiudere da Mussolini, si può concordare con la tua osservazione (Il potere ha sempre sfruttato ecc.), ma presa in generale io la trovo un po' astratta. Il « potere » è generalmente rappresentato da un governo che opera con l'approvazione di buona parte dei governati, e governati e governanti sono entrambi portatori di un'ideologia diffusa e condivisa che accetta la distinzione tra lecito e illecito e tra « normalità » e « anormalità »: chi si adegua alle regole è normale, chi no è anormale, così come chi non si adegua alle norme che regolano i rapporti politici, economici e sociali è un sovversivo. Allo stesso modo la psichiatria era (o è) quella che era innanzi tutto perché sono esistiti ed esistono gli psichiatri che, senza essere dei cinici calcolatori « servi del potere » (nell'articolo ho scritto sì « servitori », ma « della cultura dominante »), hanno istituzionalizzato e giustificato la falsa coscienza di « normalità » e « anormalità », falsa coscienza della quale essi stessi erano o sono portatori per lo più inconsapevoli. Queste considerazioni sono tanto più da tenere presente nelle società in cui esistono le divisioni dei poteri. Credo che nessuno di noi possa stabilire con certezza i retro-pensieri dei giudici che valutarono il caso della Pelletier, ma certo lei non era personaggio da poter mettere in pericolo la Repubblica o i poteri costituiti. Per questo motivo, e per quanto detto sopra, mi sembra più plausibile che essi abbiano emesso una « normale » sentenza nei confronti di una comune persona « anormale ». --Ilaria 08:38, 6 lug 2010 (UTC)
La questione è che il potere forma i suoi servi principalmente attraverso la scuola e l'Università. Questi, essendo stati ben educati e indottrinati agiscono poi di conseguenza. La cultura dominante non è forse figlia di un sistema di potere dominante?--Nessuno 08:59, 6 lug 2010 (UTC)
Io credo che la questione del rapporto tra potere e ideologia sia più complessa: non credo al lavaggio del cervello, dalle scuole non escono solo servi, c'è poi potere e potere, c'è cultura e cultura e il potere dominante è anche figlio di una cultura che gli preesiste. Ci sono poteri che non creano nessuna cultura. Il potere napoleonico è figlio sia della Rivoluzione che dell'Ancien Regime, come Stalin e il suo contorno sono figli del bolscevismo ma più ancora dell'autocrazia zarista. Per andare nel piccolo, di chi è figlio il fascismo? E il potere berlusconiano? --Ilaria 09:57, 6 lug 2010 (UTC)