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(15 dicembre 2007: G8, 108 anni di carcere agli imputati no-global che manifestavano al G8 di Genova)
m (un caso terribile ma emblematico, poco coperto dai media italiani)
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==26 Marzo 2008: torturate in un circo due sorelle di 16 e 19 anni, ridotta in schiavitú una famiglia di origine bulgara==
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Teatro di questa storia di orrori il "Circo Marino", che faceva tappa nel salernitano, a Petino.  I titolari sono stati arrestati.
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Per intrattenere i clienti, una ragazza di 19 anni era costretta ad immergersi in una vasca con [[piraña]], che sarebbero stati intorpiditi dall'acqua gelida.  Se tentava di fuggire, per la paura, il freddo, o per respirare, il sig. Enrico Raffaele Ingrassia, uno dei titolari del circo, le premeva la testa di nuovo in acqua.
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La sorella di 16 anni era invece costretta, nel corso di un altro "spettacolo", a ricevere addosso rettili e tarantole, rimanendo morsa almeno una volta da un serpente.
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La famiglia delle bambine, 4 persone con padre e madre, di origine bulgara, sarebbe stata ridotta in schiavitú nelle strutture del circo dall'inizio del 2008, lavorando 15-20 ore al giorno per 100 euro la settimana e alloggiando in un container utilizzato per il trasporto di animali, con pessime condizioni igieniche.
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La notizia, coperta in Bulgaria e dalle maggiori testate di stampa internazionali, ha invece ricevuto attenzione nulla o marginale nelle TV principali italiane, forse a causa della nazionalitá non italiana delle vittime, oppure forse per il calcolo di non turbare la propaganda elettorale.
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Riferimenti: [http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo406554.shtml] [http://it.notizie.yahoo.com/agixml/20080325/tit-famiglia-bulgara-in-schiavitu-in-un-8968993.html] [http://qn.quotidiano.net/cronaca/2008/03/25/74960-famiglia_bulgara_schiavit.shtml] [http://www.sofiaecho.com/article/bulgarian-girls-forced-to-swim-with-flesh-eating-piranhas-and-snakes-in-italy/id_28365/catid_68]
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[http://www.citynews.ca/news/news_21000.aspx]
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==15 dicembre 2007: G8, 108 anni di carcere agli imputati no-global che manifestavano al G8 di Genova==
 
==15 dicembre 2007: G8, 108 anni di carcere agli imputati no-global che manifestavano al G8 di Genova==
 
In cima alla lista, per gravità dei reati e quindi per entità di pena, due anarchici, Marina Cugnaschi (41 anni) e Vincenzo Vecchi (32 anni), condannati per devastazione e saccheggio. Marina e Vincenzo, che hanno sempre rifiutato l’etichetta di black bloc, confermando di fatto che la responsabilità delle loro azioni era di chi manifestava contro il vertice continuando a professarsi pacifista, si dichiaravano anarchici durante il processo in alcune delle loro [http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=14723&sez=HOME_INITALIA/ dichiarazioni spontanee].
 
In cima alla lista, per gravità dei reati e quindi per entità di pena, due anarchici, Marina Cugnaschi (41 anni) e Vincenzo Vecchi (32 anni), condannati per devastazione e saccheggio. Marina e Vincenzo, che hanno sempre rifiutato l’etichetta di black bloc, confermando di fatto che la responsabilità delle loro azioni era di chi manifestava contro il vertice continuando a professarsi pacifista, si dichiaravano anarchici durante il processo in alcune delle loro [http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=14723&sez=HOME_INITALIA/ dichiarazioni spontanee].

Revision as of 17:50, 26 March 2008

26 Marzo 2008: torturate in un circo due sorelle di 16 e 19 anni, ridotta in schiavitú una famiglia di origine bulgara

Teatro di questa storia di orrori il "Circo Marino", che faceva tappa nel salernitano, a Petino. I titolari sono stati arrestati.

Per intrattenere i clienti, una ragazza di 19 anni era costretta ad immergersi in una vasca con piraña, che sarebbero stati intorpiditi dall'acqua gelida. Se tentava di fuggire, per la paura, il freddo, o per respirare, il sig. Enrico Raffaele Ingrassia, uno dei titolari del circo, le premeva la testa di nuovo in acqua.

La sorella di 16 anni era invece costretta, nel corso di un altro "spettacolo", a ricevere addosso rettili e tarantole, rimanendo morsa almeno una volta da un serpente.

La famiglia delle bambine, 4 persone con padre e madre, di origine bulgara, sarebbe stata ridotta in schiavitú nelle strutture del circo dall'inizio del 2008, lavorando 15-20 ore al giorno per 100 euro la settimana e alloggiando in un container utilizzato per il trasporto di animali, con pessime condizioni igieniche.

La notizia, coperta in Bulgaria e dalle maggiori testate di stampa internazionali, ha invece ricevuto attenzione nulla o marginale nelle TV principali italiane, forse a causa della nazionalitá non italiana delle vittime, oppure forse per il calcolo di non turbare la propaganda elettorale.

Riferimenti: [1] [2] [3] [4] [5]

15 dicembre 2007: G8, 108 anni di carcere agli imputati no-global che manifestavano al G8 di Genova

In cima alla lista, per gravità dei reati e quindi per entità di pena, due anarchici, Marina Cugnaschi (41 anni) e Vincenzo Vecchi (32 anni), condannati per devastazione e saccheggio. Marina e Vincenzo, che hanno sempre rifiutato l’etichetta di black bloc, confermando di fatto che la responsabilità delle loro azioni era di chi manifestava contro il vertice continuando a professarsi pacifista, si dichiaravano anarchici durante il processo in alcune delle loro dichiarazioni spontanee. C’è anche di più. Perché il tribunale, che pure ha cercato di fare luce sulla legittimità di alcune cariche delle forze dell’ordine, ha comunque condannato quasi tutti gli imputati per resistenza a pubblico ufficiale. Due soli sono stati infatti assolti per questo reato, in occasione di singoli episodi.

Torino 85 anni dopo

Quest'anno ricorrono 85 anni dalla strage di Torino, da quel 18 dicembre del 1922, quando le squadre di Brandimarte torturarono e uccisero alcuni tra gli esponenti più in vista della Camera del Lavoro. Tra loro Pietro Ferrero, operaio, anarchico dell'Unione Anarchica Italiana, segretario del sindacato metalmeccanico FIOM


Torino - Volantino distribuito durante il corteo del 19/01/08

AFORISMI CONTRO L'ORDINE LA PAURA E LO STATO DI POLIZIA

Origine dello stato - Lo stato nasce dal bisogno di stabilità e di ordine, dalla paura e dalla debolezza degli inermi, dalla resa degli sfruttati al potere conquistato dai pochi che si sanno fare padroni e legislatori con la forza delle armi. Lo stato allora ci promette di amministrare equamente la giustizia e legittimato da questo nobile scopo edifica le sue gerarchie, i suoi tribunali, le sue galere, ed arma di retorica i suoi giudici e di munizioni i suoi poliziotti. Anche il riformatore dallo spirito più sincero e dal cuore più generoso a questo punto non può non prendere coscienza del potere e dei privilegi straordinari di cui dispone, e si ingegnerà necessariamente per conservarli ed accrescerli. Lo stato non può essere riformato.

Il mercato della paura - Lo stato è come un mercante che deve vendere ordine sociale a un popolo che chiede protezione, e sa bene che il modo migliore per valorizzare la propria medicina è far credere al paziente di essere più malato di quello che è. Così i potenti guadagnano poteri straordinari per fronteggiare la nuova minaccia e ingenti ricchezze per prevenire le prossime, mentre la società tutta guadagna sempre e solo nuove paure e nuove galere. Lo stato nella storia è sempre cresciuto alimentando la paura di aggressioni dall'interno e dall'esterno, demonizzando nemici reali o inventandone di nuovi. Lo stato specula sull'ansia e sul terrore della gente quando invece è esso stesso ad esser diventato un pericolo per tutti, un'aggressione sistematica e permanente. Per questo merita di essere chiamato terrorista.

Guerra su due fronti - Lo stato è un sistema di sfruttamento, guerra e menzogna. La menzogna è chiamare giustizia lo sfruttamento, e la guerra, quando la menzogna non funziona, è il solo modo per difendere le condizioni dello sfruttamento. Per questo lo stato è una continua guerra combattuta sul fronte esterno contro gli stati più deboli e sul fronte interno contro le minoranze dissidenti. Per questo lo stato non potrà mai garantire pace agli sfruttati, ai ribelli, ai migranti, agli esclusi, ai soli, ai diversi. Chi si sente di appartenere a queste categorie non ha che da scegliere tra fuggire abbassando la testa o vivere e combattere questa guerra con i mezzi che ritiene più opportuni.

Razzismo al servizio dei padroni - Un gregge di sfruttati che contribuisce attivamente all'esclusione sociale di categorie ancora più deboli e svantaggiate contribuisce simultaneamente al proprio sfruttamento favorendo quindi l'interesse dei propri sfruttatori. La divisione dell'umanità in nazioni, etnie e religioni differenti non fa che spostare il conflitto dal suo fronte originario a nuovi fronti immaginari, celando la fonte prima del malessere sociale che è la divisione della società in ricchi e poveri, padroni e schiavi, potenti e inermi. Il razzismo, anche nelle sue varianti più democratiche, nuoce a se stessi e agli altri.

Fascismo e democrazia - Lo stato nasce sempre con la forza e talvolta prospera con le menzogne: ne è un buon esempio la nostra democrazia. La democrazia che si vorrebbe nata dalla resistenza non è invero che la prosecuzione della barbarie fascista con mezzi più umani. La medesima violenza viene sempre e comunque esercitata ma è meglio nascosta, rappresentata, giustificata e opportunamente dosata. La sostanza non cambia: esistono ancora i campi di concentramento, la polizia uccide per le strade, l'aggressione militare è di nuovo la norma, la paura del diverso si accompagna alla legittimazione del razzismo e a una pavida sottomissione all'autorità. Oggi più che mai ce ne rendiamo conto, e forse è tempo che al ritorno della barbarie faccia fronte una nuova resistenza.

Il bigotto - Tra gli estremi opposti degli uomini dello stato, da una parte, e i nemici dello stato, dall'altra, c'è un grande oceano che è il silenzio dei bigotti. Il bigotto risolve il proprio senso di paura con il conforto della normalità e dell'abitudine, mentre ha come unica aspirazione la ripetizione della quotidianità vuota e pacificata. Il bigotto non agisce mai se non per il timore di una punizione o per la speranza di una ricompensa: non conosce la volontà, non conosce il coraggio, la sua bandiera è sempre quella di chi prima di lui ha combattuto e infine vinto. Questo grande gregge è come un pubblico di spettatori che assiste impassibile alla guerra che li circonda e non li protegge, ma la guerra intanto si allarga. Bisogna rompere questo silenzio.

Fascismo del vaticano - Questa società che sulla strada di ciò che chiama progresso va lentamente incontro alla catastrofe sembra non rendersi conto di quanto di medievale sussista ancora oggi al suo interno. La chiesa cattolica oggi non è che un residuo di un passato di ignoranza e fanatismo, una madre amorevole per tutti coloro che non sanno convivere con gli altri, per tutti coloro che vorrebbero tornare alle guerre di religione, ad una società totalitaria e liberticida. Il suo appoggio storico a tutti i fascismi è cosa nota, la sua avversione per le conquiste della modernità lo è altrettanto. Dio è morto, a ai re abbiamo da tempo tagliato la testa. Un papa nazista invece siede ancora oggi sul trono di una monarchia assoluta chiamata vaticano.

Giornalisti impostori - I giornalisti sono una specie di mentitori professionisti che agiscono nel processo di costruzione sociale della verità come serpenti velenosi. Grazie al potere degli odierni mezzi di comunicazione di massa i giornalisti scelgono in base ai loro interessi quale fatto debba ricevere importanza e quale al contrario non debba esistere affatto, quale categoria sociale debba essere indicata come protagonista del momento e quale debba invece apparire come il nemico pubblico di turno da linciare. Alcuni giornalisti poi sono veri e propri fomentatori di odio e calunniatori sistematici, servi sempre disponibili al servizio della repressione. Sarebbe sempre bene tenersi alla larga da questi impostori di cui non abbiamo alcun bisogno, perchè abbiamo i nostri mezzi di informazione e ci bastano. E sarebbe altrettanto bene che anche i giornalisti si tenessero sempre a debita distanza da noi, affinchè qualcuno non li scambi per le serpi velenose che sono.

Lo sbirro in sè - Mi vengono i brividi quando sento gente incosciente chiedere maggiore presenza poliziesca nelle strade, perchè il poliziotto è il nostro antieroe per eccellenza. Lo sbirro è un vile che opprime gli inermi facendosi scudo di tutte le complicità che gli garantisce lo stato, è un servo che obbedisce agli ordini senza discutere, è un prepotente che pretende rispetto con le minacce e persegue i suoi piccoli interessi servendosi della legge o anche aggirando la legge. Lo sbirro in sè non possiede nessuna virtù ed è solamente un grande vizio dell'umanità. Lo sbirro in sè è il modello ideale di tutte le qualità dell'uomo che dovrebbero essere dimenticate, è il traguardo massimo di uno stile di vita che ha dichiarato guerra alla felicità, all'intelligenza e alla libertà di tutti. Ogni singolo poliziotto, quando ha fatto questa infame scelta di vita, ha intrapreso un cammino che lo porterà, prima o dopo, a somigliare sempre più allo sbirro in sè: nessuno si meravigli poi se molta gente oggi odia gli sbirri.

Apologia del disordine - Non è affatto vero che non si potrebbe vivere senza lo stato: al contrario a causa della guerra, dello sfruttamento e delle divisioni sociali di cui lo stato garantisce la continuità sempre meno persone possono vivere in pace e in libertà. Ma alla giustizia possiamo sostituire la solidarietà, all'ordine possiamo sostituire l'armonia, all'odio per il diverso possiamo sostituire l'odio per la ripetizione infinita dell'uguale. Il disordine è sempre di gran lunga preferibile all'ordine se questo significa fare il deserto e poi chiamarlo pace.