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Gli Enragés nella Rivoluzione francese

Marco Casalino ¤ ¤ ¤ ¤

settembre 2014

“ […] consisteva in leggi non tradotte in effetto, autorità prive di forza e disprezzate, il delitto impunito, la proprietà minacciata, la sicurezza dell’individuo violata, la moralità del popolo corrotta, nessuna costituzione, nessun governo, nessuna giustizia: queste le caratteristiche dell’anarchia” La frase sopra riportata è una citazione di Brissot rivolta agli oppositori dei Girondini, tra cui gli Enragés, accusati di essere contro ogni forma di autorità. Ma chi erano questi Enragés, chi faceva parte del movimento e quali obiettivi si proponevano di realizzare? Mio obiettivo è di fare una breve descrizione del loro pensiero politico lasciando volutamente senza risposta la domanda che da decenni gli storici si pongono: il movimento degli Enragés può essere considerato un predecessore della corrente anarchica?

La tesi è stata divisa in quattro capitoli. Nel primo vi è una breve descrizione della Rivoluzione francese in quanto mi è sembrato opportuno ricordare come essa sia nata e terminata, e sottolineare le differenze presenti in essa e tra i rivoluzionari, in modo da potervi collocare più facilmente il movimento degli Enragés.

Nel secondo vi è una presentazione dal punto di vista storico e del pensiero politico del movimento preso nel suo insieme, cercherò di analizzare quindi i testi degli esponenti più importanti del movimento, quali Jacques Roux, Varlet e Leclerc, senza dimenticare però che molto legata a questi fu la Società delle Repubblicane rivoluzionarie, soprattutto nelle figure di Claire Lacombe e Pauline Léon (oggetto del terzo capitolo).

Nel quarto e ultimo capitolo, che ho volutamente chiamato “Conclusione” riprenderò in mano la domanda posta nell'introduzione, ossia se gli Enragés possono essere avvicinati più al movimento anarchico/libertario o a quello comunista, utilizzando pensatori che si sono già pronunciati su questo problema.

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