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Difference between revisions of "Talk:Fabio Massimo Nicosia"

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:Non c'è nulla, probabilmente hai cliccato su visualizza, pensavi di averlo salvato invece non l'avevi fatto.--[[Utente:Nessuno|Nessuno]] 11:00, 1 mar 2011 (UTC)
 
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Ti dicevo che hai fatto un buon lavoro sul mio testo.
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Ti rispondo per punti:
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gerarchia: in una società libera non ci sono gerarchie precostituite, ma soggetti dotati di maggior carisma e miglior reputazione sì. Ciò non comporta che chi ha più seguito di altri possa stabilizzare tale situazione, perchè nel mercato vige il principio di exit, per cui il seguace può abbandonarti in qualsiasi momento;
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discriminazione: in una società libera ognuno puà "discriminare" chi gli pare, non credo che tu voglia impormi di avere a che fare con chi non mi interessa. In un contesto statalista, invece, la non discriminazione è un second best ai sensi dell'art. 3 della Costituzione. Comunque dovresti farmi degli esempi.
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razzismo: ti dicevo che dopo Obama il razzismo è sepolto. Tuttavia non credo che gli uomini siano tutti uguali. Purtroppo la maggior parte non è dotata di un'inclinazione libertaria, ma autoritaria, altrimenti gli Stati non esisterebbero. Io nel mio libro ho fatto un'analisi di un'ipotetica situazione originaria e ne ho ricavato che persone intelligenti, dotate di inclinazione libertaria, non costituirebbero mai, dati i costi, morali e materiali, uno Stato. Tuttavia gli Stati esistono quindi, se non ho sbagliato analisi, vuol dire che qualcosa non funziona nella maggioranza della popolazione.
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carcere: ti ho già detto che sono abolizionista, ma non solo del carcere, anche del diritto penale, e sono per trasferire qualunque controversia in sede civile.
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fAbio
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repressione: ti rispondo con una citazione di Malatesta: noi siamo per l'abolizione del gendarme. Molti dei miei problemi derivano dai miei rapporti non idilliaci con le forze dell'ordine.

Revision as of 11:16, 1 March 2011

Potremmo scrivere un articolo intitolato "pseudo anarchismo" o qualcosa del genere, così tutto il lavoro che sta facendo letizia ci aiuterà a far comprendere cos'è l'anarchismo e cosa sono i cloni degenerati dello stesso. Domenico, ti ho fatto delel domande dirette e non mi ripondi?Come si pone il mercato rispetto alla questione della gerarchia?Ho letto il tuo articolo Anarchismo liberale e non ci ho capito niente. Un sacco di paroloni, citazioni, pesudo-intellettualismi avolontà..ma no ho capito qual'è il tuo pensiero rispetto a gerarchia, autorità, classismo, ecc.Una cosa che mi ha colpito è che tu dici che non devono esserci etichette però dici che gli anarco-sindacalisti non sono anarchici, i comunisti-anarchici non sono anarchici..solo gli anarchici liberali lo sono..non vuoi etichette però te ne cerchi una nuova?Bah!...Rispondi, se vuoi naturalmente, rispetto alla questione della gerarchia, dell'autorità ecc.--Nessuno 09:24, 9 gen 2010 (UTC)
Puoi non rispondere ovviamente, ma questo dimostra che sei in malafede e hai paura di dire quello che pensi, senza tanti giri di parole, vuote e inutili...--Nessuno 10:27, 9 gen 2010 (UTC)

ti rispondo al più presto nella mia pagina, il manifesto cmq non è scritto da me ma da corvaglia. un attimo di pazienza. la biografia di nicosia è sua e mi ha chiesto di riportarla.


Bisognerebbe fare una voce unica e citarli tutti lì, un po' come abbiamo fatto per il cospirazionismo. Altrimenti diventa una discarica spammosa.--K2 14:43, 9 gen 2010 (UTC)

anarchici liberali è un etichetta che uso io per identificare il pensiero non socilista dell'anarchismo, sono per l'unione degli anarchici perchè l'obiettivo è comune: lo stato. domenico

Non esiste un pensiero non socialista dell'anarchismo: http://ita.anarchopedia.org/A.1_Cos%E2%80%99%C3%A8_l%E2%80%99anarchismo%3F#A.1.4_Are_anarchists_socialists.3F E quelli che, come Tucker, tu chiami anarchici liberali, si definivano socialisti. Obiettivo degli anarchici non è soltanto lo Stato (che comunque vogliono eliminare, non limitare in campo economico come i liberoscambisti), ma anche le gerarchie. Qui tra cospirazionisti e revisionisti non ci si salva più. --K2 22:51, 9 gen 2010 (UTC)
Vabbè che si tratta di pseudo anarchici però Letizia potrebbe anche formattarlo per bene l'articolo...--Nessuno 08:29, 20 set 2010 (UTC)

k2 mi rendo conto che è impossibile discutere con te, qui non si tratta di idee ma di correttezza!

Tu saresti quello corretto? Non mi pare proprio. Reciprocità, bello mio, reciprocità. Ah, e vedi di non darmi troppi problemi perché poi ti devo bannare e non è da me.--K2 15:00, 29 set 2010 (UTC)

DOMANDA????? è CORRETTO SCRIVERE FILIPPO DEMOLISCE FABIO E NON SEMPLICEMNTE DIBATTITO TRA FILIPPO E FABIO??? NESSUNO DICE NIENTE??? MI RIFERISCO ALLA NOTA DELLA PAGINA DI NICOSIA

La risposta (bellissima) smonta la botta. Anarchopedia non è NPOV ma APOV. Le voci vengono anarchizzate. Leggiti quella su Bruno Vespa, tra le altre cose vi troverai scritto (a commento di una foto di Vespa): "Bruno Vespa durante la presentazione di uno dei suoi soliti libri natalizi colmi di baggianate e servilismi di ogni genere". Non si poteva dire semplicemente "Bruno Vespa durante la presentazione di uno dei suoi libri"? E tu non potevi fare a meno di parlare di follia su anarchopedia? Sì, ma non l'hai fatto. E allora che vuoi da me? Reciprocità. Semini vento? Raccoglierai tempesta. E da questo momento ti ignoro perché uno come te non merita il mio tempo. Vai a piangere da Altipiani, vai a insultarmi su ingresso libertario e non tediarmi più, per favore. Ciao bello. --K2 20:55, 30 set 2010 (UTC)

ve bene, basta che non tocchi nulla di mio, lo "offese" sono stete condiviase anche da chi vive questa enciclopedia, faccia ai censori.



Su A Rivista Anarchica Massimo Ortalli spiega a Fabio Massimo Nicosia la differenza tra anarchici individualisti e anarcocapitalisti (alias pseudoanarchici) dal punto di vista della tassazione

ma che cavolo di spiegazione è? se leggete l'articolo non si parla proprio ne di anarcocapitalismo ne di individualisti ma di tassazione e basta.


Pseudoanarchismo

Caro Nicosia, per noi anarchopeidani tutti gli anarco-capitalisti o libertarian o quelli che si rifanno all'economia di mercato sono da considerare pseudo-anarchici. Giusto o sbagliato che sia è una nostra catalogazione, nessuno è obbligato ad avere la sua pagina su anarchopedia.Saluti--Nessuno 08:48, 17 feb 2011 (UTC)


"Perchè sarei uno pseudoanarchico? Chi ha inventato questa fesseria?"

Se si sente in qualche modo offeso dalla definizione, non fa che dirlo e provvederemo immediatamente ad eliminare la voce, grazie.--K2 13:03, 18 feb 2011 (UTC)


Non casco nel tranello. Io NON sono anarcocapitalista, anche se ho avuto un periodo di vicinanza con il gruppetto italiano, e me ne sono disstanziato quando ho constatato il suo carattere reazionario. Quanto al mercato, siete voi che dimostrate la vostra impreparazione, perchè era per il mercato Bakunin, lo era Proudhon col suo mutualismo, lo era Stirner con la sua associazione di individui (e intanto traduceva Adam Smith), lo era Malatesta col suo "libero commercio", lo era Berneri, e potrei andare avanti all'infinito, a tacere di Tucker e degli altri americani. Il fatto è che esiste un mercato non gerarchico e paritario che voi ignorate. Chi è contro il mercato è per il collettivismo burocratico, che è una forma, essa sì, di pseudo-anarchismo. Oltretutto, io, nel mio ultimo lavoro (IL dittatore libertario) parlo di comunismo di mercato e preconizzo una rendita di esistenza uguale per tutti, non statalista, il che mi pare poco consono a una posizione di destra. Già in Beati possidente criticai il movimento operaio per avere accettato il capitalismo dal punto di vista interno. Insomma, mi conoscete poco ma non è una colpa. fAbio

Non nego che sia piuttosto antipatico stare qui a stabilire chi sia anarchico e chi no, però la colpa di questa situazione e di Letizia e di qualche altro utente che, tempo fa hanno cominciato a invadere l'enciclopedia, modificando le voci e piegandole alla loro visione del pensieor anarchico. Io non ti conosco ma, pur essendo contento del vostro allontanamento dall'anarco-capitalismo, non capisco alcune cose, che a dire il vero trovo anche un pochino ambigue. Cos'è il mercato? Quel luogo, fisico o virtuale, in cui esigenze dei produttori e consumatori si incotnrano? Io credo di sì, per questo non immagino una sola persona sensata che non sia per il mercato. Nella mia società ideale i prodotti dovranno liberamente girare, è ovvio che anche Bakunin (che era collettivista), Berneri (possiiblista sul piano economico ma intransigente sul piano politico..molti libertarian però non lo sono), Proudhon, ecc. lo fossero. Poi, perchè quest'odio contro il comunismo anarchico, che quasi paragonate alla stessa stregua dello Stato?Il comunismo anarchico è una corrente anarchica, se uno dice che il comunismo anarchico non è anarchismo (come hai fatto tu), si arroga il potere di mettere fuori dall'anarchismo la CNT, gran parte della rivoluzione spagnola, la rivoluzione ucraina, ecc. Perchè l'unico argomento che veramente sembra interessarvi sono le tasse? Perchè non vi accalorate alla stessa maniera contro il razzismo, le carceri, l'imperialismo, ecc.? Come potete essere pro-OGM?E per il nucleare qual è la vostra posizione?Siete favorevoli o contrari alla proprietà privata (da non confondere con il possesso..cioè l'usufrutto...quindi non vorrei che giocassi con i termini e fossi chiaro)?--Nessuno 18:09, 25 feb 2011 (UTC)


Io non nutro "odio" per il comunismo anarchico, anzi, ti ho detto che, in un'accezione particolare, sono comunista anch'io, come scrissi nella mia lettera ad "A". Nè sono un maniaco delle tasse, mi confondi con il "Movimento libertario". Quanto alle carceri, tu sappi che io sono stato relatore al primo congresso abolizionista promossso dai radicali una quindicina di anni fa. Sono contrario al nucleare, e sono convinto che, in un autentico sistema di mercato, nessuna centrale nucleare verrebbe realizzata. Quanto alla distinzione tra proprietà e usufrutto sono d'accordo con te, come ho ampiamente illustrato nel mio "dittatore libertario". Spero che abbiamo fatto la pace, fAbio.

Scusa Fabio, ma allora tutti gli articoli presenti nei collegamenti esterni sono superati? Nel senso che ti firmi come presidente del circolo rothbardiano, ma adesso tu mi dici che ti sei distanziato da queste posizioni...La distinzione tra proprietà e usufrutto va bene, ma tu sei per la proprietà privata o per l'usufrutto?Inoltre non capisco poi come ci si possa relazionare così strettamente con i radicali...che per me sono sono reazionari liberisti, credo che per un anarchico sia inconciliabile un rapporto con questa gente. Non voglio interrogarti come se fossimo in un distretto di polizia, ma voglio capire meglio, quindi vorrei sapere perchè ti relazioni con loro piuttosto che con altre organizzazioni anarchiche? Cioè, perchè presenti i tuoi libri dai radicali e non in qualche centro libertario? Esiste anche per te la distinzione tra anarchismo socialista e anarchismo liberale?...Non so, potresti provare a sviluppare meglio il tuo pensiero nell'articolo, esser più chiaro in modo da non esserci ambiguità...Io sono pronto a rivedere le mie posizioni, però dovresti esser più chiaro e toglierci ogni dubbio.--Nessuno 09:01, 26 feb 2011 (UTC)


Alcuni articoli sono in effetti superati, appartenendo al periodo, non troppo lungo, in cui ero più vicino alle posizioni anarcocapitalitste. Io in realtà nasco anarchico, da giovane. Quanto ai radicali, mi sono avvicinato per le battaglie sui diritti civili, in primo luogo antiproibizionismo, poi abolizionismo e ora eutanasia, anche se non sono iscritto da 30 anni. Quanto alla politica economica, ho contestato pubblicamente la posizione sull'art. 18. Io penso che si debba preparare un dopo Pannella e che gli anarchici analitici possano svolgere un ruolo in tal senso. Ai miei tempi (77) la base era molto libertaria e contestativa nei confronti del leader. Quanto alle organizzazioni anarchiche, il mio contatto è stato con A, che pubblicò il mio intervento con una cortesisssima presentazione di Paolo Finzi come articolo di fondo del giornale. Comunque ho avuto dei contatti anche con i "Malfattori" di Milano, con cui abbiamo convissuto anche da vicino, tanto con riunioni nella loro sede, quanto con incontri nella mia libreria di allora, la "Libreria libertaria". E poi ho partecipato a mailing list con esponenti, giovani e meno giovani, del movimento anarchico, che mi hanno quasi sempe accettato come cordiale interlocutore, anche se io facevo loro una testa così sul mercato. Quanto all'usufrutto, io sostengo che la proprietà della terra sia comune e che chi si appropria di una parte deve versare una rendita agli altri, in quanto co-proprietari, in gergo giuridico si chiamano, guarda caso, "comunisti". Se vuoi saperne di più mandami la tua e-mail, che ti invio gratis la copia del mio libro. La mia e-mail è fmnicosia@libero.it Comunque tieni anche conto che io ti sto scrivendo da una comunità terapeutica psichiatrica e che sono internato da quattro anni, quindi posso fare ben poca militanza. anche se il mio modo di militare è sempre stato quello di scrivere, a parte il non riuscito tentativo della libreria. Ciao, fAbio.

Guarda, a me hai convinto, ora voglio sentire gli altri (che poi siamo in 2-3 in questa fase...). Sarebbe meglio che tu elaborassi meglio il tuo articolo, evidenziando bene tutte le tue fasi della tua vita (soprattutto che hai abbandonato l'anarco-capitalismo) e chiarendo tutte le tue posizioni. Insomma riportare per bene nell'articolo quello che mi hai scritto in discussione.--Nessuno 10:35, 26 feb 2011 (UTC)
A me non ha convinto per nulla, anzi. Gli anarco-analitici sono catalogati come anarco-capitalisti anche su wikipedia e non mi pare che abbiano protestato per la catalogazione. Credo che l'unica cosa che dia fastidio a Nicosia sia il termine pseudoanarchico: è l'unica cosa sulla quale ha avuto da ridire. --K2 12:11, 26 feb 2011 (UTC)


Liberissimo di pensarla come credi. Ma non risponde al vero che su Wikipedia gli anarchici analitici siano indicati come anarcocapitalisti. Si dice chiaro e tondo che noi siamo per un'area di centro tra comunisti e capitalisti (nel senso di volere un mercato non elitario) e che non abbiamo aderito al movimento libertario ritenendolo conservatore, o, per meglio dire, per quanto mi riguarda, reazionario. Sul piano personale, poi, tu non puoi sapere degli anni e anni in cui io ho ricevuto insulti, ricambiati, dai rothbardiani, che mi hanno espulso dalle loro mailing list. fAbio

Io la penso sulla base di quello che leggo (e non parlo sul piano personale). Se vado su wikipedia e ti cerco, ti trovo (come anarco-analitico, così vi siete autodefiniti tu, Corvaglia & c.) alla voce anarco-capitalismo (in Italia). Il genus è quello lì. Che poi possano esserci scissioni e scuole di pensiero diverse all'interno della stessa famiglia (come anche wikipedia illustra) mi sembra naturale. --K2 12:44, 26 feb 2011 (UTC)


Mi sembra che ti perdi in questioni nominalistiche. Non ti interessano le mie posizioni come espresse sopra, ti interessa solo di appicicarmi un'etichetta che prescinda da quelle posizioni. Tra l'altro, il mio primo approccio con Corvaglia fu simile a questo. Lui credeva di avere a che fare con un anarcocapitalista doc, e mi faceva le obiezioni "di sinistra". Io gli rispondevo guarda che hai sbagliato persona, e siamo andati avanti così per un po'. Poi abbiamo capito che le nostre posizioni erano e sono molto vicine, anche se lui veniva da sinistra e io, si fa per dire, da "destra". Quindi è anche falso dire che Corvaglia viene dall'anarcocapitalismo, viene dall'anarchismo classico, mentre è corretto dire che io ho avuto una breve fase di vicinanza con il gruppetto anarcocapitalista. Semmai, il punto d'incontro tra me e corvaglia è stata l'ammirazione per l'anarchismo americano dell'800, che è stato peraltro diffuso in Italia da un libro del Rocker pubblicato non da editori di destra, ma dalle edizioni Antistato.

Le enciclopedie sono completamente "perse" in questioni "nominalistiche" e "calatogatorie". Non è che sono io a volere appiccicare etichette. Carmelo Bene non avrebbe mai voluto essere accostato agli altri attori di teatro, eppure nelle enciclopedie sta nella stessa categoria. Dunque io mi baso su quello che si legge in giro di te, non su quello che dici tu. Sei catalogato su wikipedia come anarcocapitalista e liberista. Per cui... Se mi trovi altre fonti super partes che ti catalogano meglio posta i link, altrimenti non c'è motivo oggettivo di modificare la tua catalogazione.--K2 17:56, 28 feb 2011 (UTC)


ciao, fAbio

Ho dato un'occhiata all’intervista ad un left-libertarian e alcune cose mi hanno sconcertato: per es. dice un left-libertarian “Io, per esempio, sono fra quanti ritengono il carcere e l’intero sistema penale come qualcosa di aberrante. Però credo che niente debba essere deciso “a-priori”, sulla base della weberiana etica dei principi. E’ chiaro che tutto quello che è richiesto dal “mercato” debba essere legittimamente fornito.”

Tu condividi quest’idea? Elevare il mercato a dio, significa semplicemente sostituire il potere dello stato con quello del mercato, forse sarebbe addirittura peggio perché il mercato liberista è incontrollabile dagli uomini, e non è detto quindi che tutto ciò che da esso provenga sia cosa buona. Al centro di una società libertaria deve esserci l’individuo e non il mercato, non credi? Poi, ugualmente sono rimasto un po’ sconcertato dal leggere che Adam Smith sia tra i tuoi personaggi di riferimento. Infine vorrei capire che senso ha tutto questo pantano libertarian, quando per tua stessa ammissione ci sono libertarian reazionari. Allora, più che distinguersi in ultra-left-libertarian, left-libertarian, libertarian, destra libertarian, ecc. non sarebbe più semplice definirsi anarchico individualista o individualista warreniano o spooneriano o tuckeriano, ecc. (visto che ti piacciono gli individualisti americani)? Non capisco che bisogno ci sia di creare queste nuove correnti, se uno si sente anarchico non ha che l’imbarazzo della scelta, visto tutte le correnti e tendenze che ci sono. Puoi per favore sviluppare meglio il concetto di mercato (ovviamente sinteticamente)?--Nessuno 17:25, 26 feb 2011 (UTC)


No, ti prego, non abusare di me! Ho scritto centinaia di pagine sul mercato e te le ho pure inviate, non chiedermi un riassunto, che sarebbe infelice. Mercato significa solo che ogni scelta va approvata da tutti i coinvolti poi si puà discutere delle tecniche, della moneta libera, del voto monetario, della rendita di esistenza come compensazione, tutte le tematiche del mio libro. Da tempo non mi diverto più con le definizioni: left, ultra left, etc. in genere sono etichette che ti attaccano gli altri. Io in genere mi definisco un libertario, ma posso dirmi anche anarchico molto semplicemente, salvo che, quando parli con la gente "normale" dirti anarchico fa pensare a chi mette le bombe o invia esplosivi via posta. Quanto all'analitico è solo un approccio di analisi di linguaggio, come hanno fatto i marxisti analitici, che sono in realtà dei libertari. Sul carcere ho già detto che sono contrario. Ciò non toglie che tutti i pensatori anarchici, e anche molti militanti, si sono interrogati su come reagire al crimine, salvo che, in una società libertaria, i crimini sono molto pochi, una volta aboliti i victimless cryme, i crimini senza vittime che infiorettano il nostro codice e quelli di molti altri stati. Ad esempio, una comunità come quella dove sto io può essere considerata una prima valida alternativa al carcere. Io posso usare internet e telefonino, posso uscire, posso andare, accompagnato, al cinema o in pizzeria, ho frrequenti permessi per andare a casa. Non sono segregato in fondo a una cella. Quindi sull'argomento si può anche essere un po' pragmatici. Confesso però che anch'io sono stato colpito dalla risposta di Corvaglia. Lui ha il problema di essere uno psicologo, e quindi confronta quotidianamente le sue scelte professionali con i principi libertari, come privare della libertà personale persone ritenute pericolose per sè oltre che per gli altri. Ciao, fAbio PS Si potrebbe cortesemente correggere il punto in cui si dice che io sarei stato "demolito" da Trasatti? Non mi sembra un approccio corretto, riferito a miei scritti del tutto minori. Vorrei vedere se Trasatti sarebbe in grado di "demolire", al massimo li può bruciare, il sovrano occulto, beati possidentes o il dittatore libertario, per citare le mie tre opere libertarie dopo le tre amministrativistiche (e in mezzo la raccolta di articoli anarcocapitalisti, che dà la cifra complessiva della mia fase in quegli ambienti: poca roba come si può vedere)

Caro Fabio, tu stesso ammetti di venire dagli ambienti anarco-capitalisti, quindi è chiaro che vogliamo vederci un po’ più chiaro su di te. Io sono possibilista nei tuoi confronti, però anarchopedia ha una ben precisa filosofia e non possiamo far propaganda a chi non è in linea con noi. Avere una pagina in anarchopedia non è un diritto, ognuno può crearsi il suo spazio sul web…per me puoi pure stare su anarchopedia, ma dev’essere chiaro il tuo pensiero. Quel left-libertarian dice che se il mercato chiede il carcere, il carcere deve essere costruito (anche se lui lo ritiene aberrante)..qualunque cosa chiede il mercato, dev’essere fatta. Tu sei d’accordo con questo pensiero? Per me è inconcepibile…se un’assemblea popolare chiede di introdurre la schiavitù o una qualsiasi, un libertario\anarchico non può accettare questa decisione. Non capisco poi perché non si possa portare avanti la battaglia antiproibizionista o sull’eutanasia dall’interno del movimento anarchico. Ricordiamoci che Pannella ha sempre detto di voler la legalizzazione (e non la liberalizzazione) della droga, questo è inconcepibile per un anarchico…non capisco, ripeto, perché per portare avanti certe battaglie sia necessaria la militanza in un partito reazionario, guerrafondaio e filo-americano. Non lo capisco proprio… Io credo che dovresti sviluppare per bene la tua biografia, elaborando meglio il tuo pensiero in tutto i suoi aspetti. E’ la tua biografia, è tuo interesse farlo, non puoi pretendere che ognuno si legga i tuoi libri per sapere chi sei o cosa pensi. Riscrivi la tua biografia e poi vediamo se è in linea con la nostra filosofia, sino ad allora secondo me non può che rimanere catalogata come pseudo-anarchismo (ripeto che sono possibilista, però mi devi dare una mano a capire meglio..). Ciao--Nessuno 09:10, 28 feb 2011 (UTC)


Caro Nessuno, io NON vengo dagli ambienti anarco-capitalisti. Nasco socialista libertario. Quando frequentavo il partito radicale, sullo sfondo congressuale campeggiava il tabellone con ivi scritto: "Socialismo libertario e autogestionario". La svolta successiva non mi ha più visto partecipare, ma, secondo me, esistono dei germi per una nuova svolta in ambito radicale. Questo è un giudizio politico che potrà anche essere sbagliato, comunque continuo a non essere iscritto a nessun partito. Quella anarco-capitalista per me è stata solo una parentesi, in nome del concetto che non esiste funzione statale che non possa essere svolta dal mercato. Il mio allontanamento dall'anarco-capitalismo è invece dovuta alla critica che gli anarco-capitalisti non hanno una soddisfacente teoria della proprietà. In realtà Rothbard sostiene, e anche Nozick, che i titoli di proprietà vanno verificati nella loro legittimità, ed è ciò che gli anarcocapitalisti attuali NON fanno, prendendo per buoni tutti i titoli di proprietà. A Roithbard, tuttavia, va riconosciuto un merito: il fatto di avere insistito più degli anarchici "di sinistra" sulla criminalità dello Stato: non gettiamo il bambino con l'acqua sporca. Così come agli americani dell'800, oltre che a Proudhon, va riconosciuto il merito di avere insistito sulla centralità del pluralismo monetario, tema ripreso oggi più dagli anarco-capitalisti che da altri, anche se Rothbard ha la fisima dell'oro. Io, come ho già detto più volte, ritengo che si debba partire dall'idea che la proprietà è comune a tutti gli abitanti della terra, quindi chi si appropria di un bene deve compensare gli altri che ne vengono privati. A me pare un concetto molto più socialista che capitalista, che deriva dal fatto che io ritengo la terra una res communis e non una res nullius. Nel libro spiego perchè. Quanto al carcere o alla schiavitù sono totalmente d'accordo con te. Quanto alla schiavitù, aggiugno che essa non ha nulla a che fare con il mercato, dato che, nella mia idea almeno, per aversi "mercato" occorre che tutti siano coinvolti nella decisione, quindi non c'sè spazio per introdurre una categoria di persone, gli schiavi, che siano resi cosa di proprietà altrui. Devi tener presente che, nel mio modello, non c'è solo un generico mercato, ma un mercato che si fondi su una rendita di esistenza uguale per tutti (lo spiego nel libro), e ciò comporta che tutte le questioni sui beni pubblici possano essere sottoposte a un voto monetario, con il quale si esprimono le effettive preferenze delle persone, senza disuguaglianze di base. Il problema però che io evidenzio è che non tutta le persone sono dotate di inclinazione libertaria, per cui i libertari devono anche poter "imporre" i principi libertari agli altri. E' un'apparente contraddizione, ma l'alternativa è stare sempre all'opposizione realizzando pochi risultati. E' la distinzione tra first best e second best. Nel first best possiamo dire quel che vogliamo e disegnare, come pure ho fatto, tutte le utopie che vogliamo, gli obiettivi massimi che vogliamo raggiungere. Ma ciò comporta che il libertarismo si sia diffuso come pensiero dominante. Poi ci sono i second best, ossia le scelte subordinate, dovute al fatto che NON viviamo in una società libertaria, o nella quale gli anarchici contino davvero qualcosa. In tal caso, una legalizzazione delle sostanze psicotrope sarà sempre meglio del punizionismo, anche se il first best sarebbe la liberalizzazione, come tu desideri (lo vedi che sei anche tu un po' liberista?) e come anche tutti gli anarcocapitalisti ormai classici hanno proposto. Notare che gli anarco capitalisti italiani attuali sonoo molto più prudenti su questi temi, altro motivo per cui li ho abbandonati al loro destino. Quanto a portare avanti l'antiproibizionismo e l'eutanasia con il movimento anarchico mi pare che ci sia un problema: che gli anarchici classici rifiutino di approvare leggi, mentre qui si tratta di introdurre degli interventi legislativi che elimino la punizione per determinati comportamenti. Emerge così anche la questione del voto. Io ho conosciuto molti anarchici che, ai vecchi tempi votavano radicale o socialista, e che ultimamente hanno votato per la rosa nel pugno. Uno piuttosto noto in ambito anarchico mi ha detto di essere divenuto "laico rispetto al voto", non ne fa più una questione di principio ma di opportunità. Così come ai tempi del referendum sul divorzio gli anarchici si divisero. Come vedi sto scrivendo molto, ma se vuoi stimolarmi su altri temi sono a disposizione. fAbio PS Siccome sono un po' impigrito, dovresti indicarmi quali punti del mio "articolo-biografia" non andrebbero bene. E' succinto, ma dice chiaro e tondo che mi sono staccato dagli anarcocapitalisti, si fa per dire, e che sono per un modello sociale denominato comunismo di mercato. Se vuoi che mi dilunghi di più mi devi dare tempo, ma preferisco che per un po' andiamo avanti dialogando.


Caro Nessuno, nel frattempo ho aggiunto qualcosa all'articolo. Fammi sapere se basta o se vuoi saperne di più.

fabio

Certo è che dopo quello che ho scritto, i collegamenti esterni all'articolo suonano ridicoli e fuori luogo. fabio

Ciao, ho formattato l'articolo e ho messo lo stub articolo in corso di lavorazione. Non condivido molto la scelta dei radicali, ma poco importa, non condivido anche altre scelte di altri anarchici, quello che secondo me deve risultare chiaro a tutti non è solo che auspichi una società senza stato, ma anche una società senza alcun tipo di gerarchia o forma di discriminazione (cosa a cui invece agli anarco-capitalisti non interessa..visto che molti di loro sono razzisti e classisti). Io parlo per me e non a nome del collettivo, quindi non ti garantisco che verrà tolto l'appellattivo di pseudo-anarchico..però intanto proviamo a chiarire ancora il tuo pensiero e poi vediamo. Non è solo importante il fine a cui auspichi, ma anche il mezzo: cioè, secondo me un anarchico non può lavorare affinchè passino certe leggi, anche se ciò non significa che se la droga venisse legalizzata poi non lo si dovrebeb considerare un passo avanti. Cioè, secondo me, in linea con il gradualismo rivoluzionario, si chiede sempre il massimo, ma poi si accetta ben volentieri ogni conquista. Se per esempio una legge rendesse illegale la vivisezione sarei uno stupido a non essere contento, ma ciò non significa che bisogna lavorare con il legislatore per la promulgazione di una tale legge..non so se mi sono spiegato...Comunque, prova a lavorarci ancora un pò. vedi se riesci a toccare tematiche sociali: razzismo, carcere, repressione, discriminazioni, varie, ecc.--Nessuno 10:00, 1 mar 2011 (UTC)
Ancora una domanda: esiste un anarchismo liberale e un anarchismo socialista? Secondo letizia sì, per questo (e non solo per questo) i suoi interventi qui non sono stati molto graditi--Nessuno 10:34, 1 mar 2011 (UTC)

Caro Nessuno, ho scritto una lunga risposta al tuo messaggio, ma non si è salvato. Puoi verificare se risulta da qualche parte? fabio Quanto al liberale e al socialista, io sono liberale, libertario, anarchico e comunista, e anche socialista, anche se questo è il termine che preferisco meno in quanto meno tecnico degli altri. fabio

Non c'è nulla, probabilmente hai cliccato su visualizza, pensavi di averlo salvato invece non l'avevi fatto.--Nessuno 11:00, 1 mar 2011 (UTC)


Ti dicevo che hai fatto un buon lavoro sul mio testo. Ti rispondo per punti: gerarchia: in una società libera non ci sono gerarchie precostituite, ma soggetti dotati di maggior carisma e miglior reputazione sì. Ciò non comporta che chi ha più seguito di altri possa stabilizzare tale situazione, perchè nel mercato vige il principio di exit, per cui il seguace può abbandonarti in qualsiasi momento; discriminazione: in una società libera ognuno puà "discriminare" chi gli pare, non credo che tu voglia impormi di avere a che fare con chi non mi interessa. In un contesto statalista, invece, la non discriminazione è un second best ai sensi dell'art. 3 della Costituzione. Comunque dovresti farmi degli esempi. razzismo: ti dicevo che dopo Obama il razzismo è sepolto. Tuttavia non credo che gli uomini siano tutti uguali. Purtroppo la maggior parte non è dotata di un'inclinazione libertaria, ma autoritaria, altrimenti gli Stati non esisterebbero. Io nel mio libro ho fatto un'analisi di un'ipotetica situazione originaria e ne ho ricavato che persone intelligenti, dotate di inclinazione libertaria, non costituirebbero mai, dati i costi, morali e materiali, uno Stato. Tuttavia gli Stati esistono quindi, se non ho sbagliato analisi, vuol dire che qualcosa non funziona nella maggioranza della popolazione. carcere: ti ho già detto che sono abolizionista, ma non solo del carcere, anche del diritto penale, e sono per trasferire qualunque controversia in sede civile. fAbio repressione: ti rispondo con una citazione di Malatesta: noi siamo per l'abolizione del gendarme. Molti dei miei problemi derivano dai miei rapporti non idilliaci con le forze dell'ordine.